
Parto prematuro: come si riconoscono i sintomi?
Il ginecologo spiega quali sono i fattori di rischio di un parto prematuro, le possibili ...
Il mycoplasma è un batterio che può causare problemi alla madre e al feto se contratto in gravidanza. Come avviene la trasmissione e come si previene.
Tra le infezioni che possono interessare le vie genitali della donna e che assumono particolare rilevanza durante la gravidanza si trova quella da mycoplasma, un batterio molto comune che viene trasmesso per via sessuale.
Il mycoplasma può trovarsi normalmente nell’apparato riproduttivo, ma in alcuni casi può proliferare fino a dare origine a infezioni e alla malattia infiammatoria pelvica. Per questo motivo, qualora si sospetti un’infezione da mycoplasma, il medico prescriverà accertamenti per approfondire la situazione e eventualmente intervenire con una terapia antibiotica.
Esistono numerosi tipi di mycoplasma (circa 200), ma quelli più diffusi e pericolosi sono cinque:
In particolare, l’Ureaplasma urealyticum è un mycoplasma del genere Ureaplasma che può dare origine a complicazioni durante la gravidanza In tutti i mammiferi i mycoplasmi colonizzano più comunemente le vie respiratorie e le vie genitali. La colonizzazione vaginale in gravidanza da parte del batterio può variare, secondo le stime, dal 40 all’80% in funzione di vari fattori.
Sembra che la colonizzazione delle alte vie genitali femminili da parte del mycoplasma e lo sviluppo di una malattia infettiva legata alla sua presenza si associno a numerose complicanze della gravidanza e del periodo perinatale come aborto ricorrente, crioamnionite, parto pretermine, nascita di neonato di basso peso o di nato morto, malattia febbrile nel postpartum. Nel caso di colonizzazione delle basse vie genitali invece tali rischi non si presenterebbero.
In gravidanza l’infezione può essere trasmessa al feto, e può dare origine a complicazioni per la salute del bambino dopo la nascita.
Spesso l’infezione da mycoplasma non dà origine a particolari sintomi, e rimane silente a lungo. Raramente si manifesta con dolore durante la minzione, dolore al ventre. Più frequente invece la presenza di perdite vaginali e dolore durante i rapporti sessuali.
La diagnosi di infezione da ureaplasma urelayticum è difficile per le caratteristiche biologiche dell’organismo. Si arriva a riconoscere l’infezione con il prelievo di tessuto tramite tampone vaginale.
I materiali su cui effettuare indagini colturali sono rappresentati da tessuto placentare e, nel neonato, da aspirato tracheale, sangue, liquor, urine, aspirato gastrico e qualsiasi liquido biologico si sospetti contaminato.
La proliferazione del batterio può avere conseguenze, in alcuni (rari) casi anche serie. I mycoplasmi genitali possono avere come esito alcune patologie come infezioni amniotiche e infiammazione della cervice nelle donne e uretrite (infiammazione dell’uretra) negli uomini, ad esempio.
Come evidenziato da diversi studi scientifici l’Ureaplasma è associato a infertilità, aborto spontaneo, nascita di bambini morti, parto pretermine, basso peso del neonato e morte perinatale. Tra le conseguenze durante la gestazione si evidenzia poi anche l’aumento di rischio di un parto pretermine.
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In gravidanza l’infezione può provocare anche corioamnionite, un’infiammazione che interessa le membrane placentari e il liquido amniotico.
Se l’infezione viene trasmessa al nascituro può provocare oltre a basso peso alla nascita anche polmonite e presenza di batteri nel sangue, condizioni che andranno trattate tempestivamente.
L’infezione da mycoplasma viene rilevata, come anticipato, tramite l’esecuzione di un tampone vaginale, che può associarsi ad un’ecografia pelvica.
Il trattamento è di tipo farmacologico: dal momento che il batterio del myccoplasma non ha “pareti”, che sono normalmente attaccate dagli antibiotici come la penicillina, per questo servono dei farmaci mirati per questo particolare tipo di batterio.
Per prevenire l’infezione da mycoplasma è fondamentale avere rapporti sessuali protetti (l’unico metodo contraccettivo che garantisce adeguata protezione dell’infezione è il profilattico) e trattare l’infezione una volta scoperta.
Articolo originale pubblicato il 27 novembre 2018
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