Dolore all'inguine in gravidanza: il fisioterapista risponde

Uno degli aspetti più comuni, nonché uno dei problemi più frequenti che capitano alle future mamme è la comparsa di un fastidioso dolore all’inguine che spesso compare dal terzo mese di gravidanza e che può perdurare fino al parto. Ma vediamo insieme come mai si crea questo problema e come risolvere efficacemente.

Il dolore all’inguine durante la gravidanza non è raro: sono infatti molte le mamme che lo lamentano. In alcuni casi è temporaneo, in altri può accompagnare la gestante dalla sua comparsa fino al parto.

Si sa, crescere un bambino all’interno del proprio corpo è la più grande esperienza che una donna può fare. Questo porta con sé un tourbillon di emozioni ma anche di grandi cambiamenti durante il periodo della gestazione.

Uno degli aspetti più comuni, nonché uno dei problemi più frequenti che capitano alle future mamme è la comparsa di un fastidioso dolore all’inguine che spesso compare dal terzo mese di gravidanza e che può perdurare fino al parto.

Ma vediamo insieme come mai si crea questo problema e come risolvere efficacemente.

Cause del dolore all’inguine in gravidanza

Come molti sanno, durante il periodo della gravidanza ciò che veramente determina grandi cambiamenti nel corpo della donna è la massiccia produzione di ormoni.
Uno tra questi è la relaxina, un ormone prodotto dalle ovaie e della mammella che ha una funzione più che preziosa: aiuta infatti il corpo della donna a essere più elastico e più mobile, per accogliere al suo interno la crescita del feto nel corso della gravidanza e, ovviamente, per permetterne la nascita.

Non è, ovviamente, la sola rivoluzione che si verifica nel corpo della donna incinta e, tra le altre cose, c’è un cambiamento significativo della tensione che attiene tutti quei muscoli che vanno a comporre il pavimento pelvico (che trovano sul pube e sull’inguine un’inserzione ossea).

L’ormone relaxina quindi agisce anche a livello della struttura della sinfisi pubica, un’articolazione particolare, determinata dal contatto delle ossa pubiche unite tra loro da una cartilagine fibrosa.
Ecco spiegato il dolore all’inguine in gravidanza: andando a cambiare non solo la componente muscolare della zona dell’inguine, ma anche la struttura articolare della zona, è facile comprendere come possa insorgere nella donna un fastidio al pube e durante i movimenti della gamba.

Oltre ad un fastidio locale, questo tipo di problematica si può tradurre anche con una difficoltà nella deambulazione, soprattutto per lunghi tratti.
Questo ovviamente a causa dell’importanza del bacino nel distribuire il carico tra un arto inferiore e l’altro, trovando nel pube un punto di trasmissione di forze molto importante.

Non è raro che, oltre a questo fastidio all’inguine, sia presente anche una sensazione di scroscio che prima non c’era. Questo avviene in quanto il corpo ha acquisito molta più mobilità e si ha quindi una sorta di aumento di mobilità delle superfici articolari.

Trattamento del dolore all’inguine in gravidanza

Veniamo ora alla parte forse più importante: come si risolve questo problema?
Per curare questo tipo di disturbo è bene innanzitutto affidarsi a un fisioterapista specializzato in questo tipo di problemi.

Certo, l’utilizzo di qualche farmaco antidolorifico può aiutare, quindi il consiglio è sempre e comunque quello di consultare il vostro medico per farvi consigliare e valutare la possibilità di un supporto “chimico”, nei limiti concessi dalla gravidanza in essere.

La cosa più importante, però, è affrontare questo problema con un trattamento fisioterapico adeguato alla condizione.
Esistono infatti manovre completamente indolori che permettono al terapista di manipolare la zona della sinfisi pubica attraverso una manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza e riportarla in sede.

Se invece non siete amanti degli “scrocchi” esistono anche altre tecniche sempre molto delicate sia per la gestante che, ovviamente, per il bambino.

Da fisioterapista, un altro consiglio possibile – che non sostituisce quelli sopra – è quello di fare stretching dei muscoli adduttori e della muscolatura dell’anca. In questa situazione di aumento della relaxina ciò che va fatto è sicuramente dare stabilità andando a rinforzare la muscolatura pelvica, tutta la zona dei glutei e dei muscoli che aiutano l’articolazione dell’anca ad essere centrata nella sua posizione.

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