Anonimo

chiede:

Gentilissimo dottore,
sono una ragazza di quasi 29 anni e ho un ragazzo da 3 anni e 3 mesi. Sono
una ragazza molto religiosa sin da quando ero bambina e tra le mie
convinzioni c’era e c’è quella di rimanere vergine sino al matrimonio. Questa idea di vita o valore religioso, all’inizio ha creato
molte discussioni tra me e il mio ragazzo e col tempo pensavo che
conoscendolo meglio anche fisicamente, arrivando al rapporto completo per
passi, il mio valore religioso arrivasse a una sorte di compromesso a
metà. Lui sarà il ragazzo che sposerò e già di matrimonio ne parliamo, per
cui
sarebbe solo davvero rispettare la prima notte di nozze!
Nonostante la nostra intimità si sia svolta a passi, nonostante con lui
stia
benissimo, sia a mio agio e nonostante tra qualche anno ci sposeremo, io
non
mi sento di avere un rapporto completo, pur volendolo, perché nella mia
testa, c’è l’idea di tradire un “promessa” fatta a Dio. Per ora è da tanto
tempo che il mio ragazzo ed io non discutiamo su questo argomento e lui
sembra accettare di arrivare sino ad un certo punto e fermarci e a me
egoisticamente, fa comodo però penso anche che rispettando la mia idea,
potrei avere dei problemi sessuali, dopo il matrimonio, rischiando poi di
rovinarlo.
Psicologicamente parlando, potrei riuscire a lasciarmi andare non sentendo
già durante l’atto d’amore, senso di colpa o che cmq non è giusto farlo?
La ringrazio sin da ora dee consigli che vorrà darmi.

Cara Annalisa, di fronte ad una questione di fede è molto difficile dare
consigli. Se la sua scelta di arrivare alla penetrazione solo dopo le nozze
è ora condivisa dal suo ragazzo, se la vostra sessualità per piccoli passi è
ora soddisfacente per entrambi, credo non lascerà tracce negative per il
vostro futuro. Ciò che posso suggerire è di continuare questo graduale
percorso di avvicinamento, attraverso una sessualità sempre più
coinvolgente, per arrivare solo ad una tenue differenza tra i giorni che
precedono le nozze e il dopo. Molti saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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