Anonimo

chiede:

Gentile Dottore,
ho 38 anni compiuti, una gravidanza con esito positivo nell’anno 2003 con
taglio cesareo e tre aborti, due dei quali nell’anno 2004 e uno nell’anno
2006. Sono in cura presso l’ospedale Galliera di Genova per accertamenti
in merito all’abortività ripetuta. Il problema però che mi si pone è un
altro. Il parto avvenuto nel 2003 è stato traumatico, 17 ore di travaglio
e poi un bel taglio che mi ha lasciato senza energie per mesi. Preciso che
il ciclo mi è tornato subito e ha ripreso la sua regolarità
immediatamente. L’attività sessuale però è il grosso problema giustamente
lamentato da mio marito che sostiene che io non sia piu’ la stessa, che
non si può cambiare atteggiamento in questo modo così repentino, insomma
mi sento inadeguata, faccio del mio meglio ma non ho più quel brio di
prima. Eppure sono innamorata di mio marito, ho occhi solo per lui,
nessun’altro uomo mi interessa. Certo sono stanca, mio figlio che oggi ha
tre anni e mezzo è stato difficile prima dopo e durante, non dorme, mangia
poco e non è un bimbo facile. Cosa posso fare? Vengo accusata di non
valutare questa scarsa attività come un serio segnale di allarme. La prego
mi aiuti.

Cara Trilli,
l’esperienza di tre aborti e di un parto vissuto in maniera traumatica
possono far parte delle cause che la portano, come dice suo marito, ad aver
cambiato atteggiamento verso l’attività sessuale. L’esperienza della
gravidanza, indipendentemente che arrivi a termine o meno, non ha solo a
che fare con il diventare madre, ma anche, e soprattutto con la sessualità,
che ne è una componente fondamentale. Il suo corpo, i luoghi del
concepimento e dell’incontro con suo marito sono anche i luoghi delle sue
esperienze riuscite o mancate di diventare madre, sono i luoghi che le
rimandano un senso di vittoria e di sconfitta, sono luoghi di memorie
dolorose per la sofferenza che tre aborti porta inevitabilmente con sé. Il
suo corpo è testimone e depositario di queste memorie, e non può restarne
indifferente. L’incontro con suo marito non può non risentire delle emozioni
che le suscita il pensare alle sue esperienze di gravidanza e ai suoi lutti.
Certo, c’è la stanchezza che una routine quotidiana con un figlio piccolo
porta con sé, ma il corpo, in cui avviene l’incontro con suo marito, non ha
memoria solo della stanchezza, ma anche delle battaglie vinte e perse con i
suoi tentativi di diventare madre. Dice lei stessa che è innamorata di suo
marito, che non ha dubbi sul vostro rapporto. Per lui però, che non ha
vissuto sul suo corpo quello che ha vissuto lei, può essere difficile non
leggere un serio segnale di allarme sul vostro rapporto. Se ha voglia di
comprendere meglio cosa sia successo in lei, se le viene il dubbio che non
si tratti solo di stanchezza, ma che effettivamente possa esserci qualcosa
di più, perché non chiede una consulenza ad un esperto in sessuologia? Può
aiutarla a fare pace con le memorie del suo corpo, aiutare suo marito a
capire cosa le succede, aiutare entrambi a ritrovare la gioia dell’incontro.
Un saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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