Anonimo

chiede:

Egr. dott.ssa, ho 31 anni, una bimba di 3 anni e sono incinta di 34
settimane. Questa nuova gravidanza, sarà x una questione di ormoni, sarà
xchè in gravidanza si è più sensibili, mi ha portato a vedere le persone
che mi circondano con occhi differenti e precisamente:
mia suocera è troppo invadente e pensa ancora che suo figlio prima di tutto
e sua proprietà e mia figlia non è figlia mia ma sua.
le mie cognate di 34 e 28 anni che sono single e vivono con i genitori mi
sono resa conto che pur se laureate non sono in grado neanche di farsi un
caffè da sole (la madre è la vera capofamiglia di una volta e tutto passa
sotto le sue mani) tanto che su loro non posso mai contare, ultimamente
sanno solo organizzarsi per quando dovrò andare in ospedale per partorire in
quanto aspettano quel momento per sequestrarmi mia figlia più grande
pretendendo che la lasci in casa loro, quando io ho già organizzato tutto
con mio marito e mia mamma.
Mio suocero, con cui non ho dialogo (mai avuto), in quanto ha una mentalità
come nel 1725, cioè del tipo che la donna non deve lavorare nè guidare l’auto
ecc. tanto che infatti le sue figlie solo la più grande ha la patente e
lavora nella mia azienda, l’altra non ha la patente e non lavora (sta a
casa con la madre a fare le crostate!) non escono coi i ragazzi ecc.
Io, nonostante ho una attività in proprio, una casa da mandare avanti, una
famiglia, e riesco in tutto benissimo, sono spesso criticata da loro perchè
pecco un po’ nella cucina come quella che non sa fare niente, e vengo
guardata con perplessità e disappunto quando faccio cose del tutto normali
per me come dire ad una amica che quando partorirò questa volta preferisco
stare qualche giorno tranquilla a casa piuttosto che cominciare a ricevere
visite subito (sono stata etichettata come maleducata!). Ho spiegato che
qualche gg di tranquillità mi servirà x ristabilire l’armonia familiare con la
mia bambina, la nuova arrivata e mio marito, ma niente non lo accettano.
Allora prima che il mio equilibrio crolli e mi venga una depressione o un
esaurimento (consideri che sono sempre stata razionale ed equilibrata) mi
dia un consiglio su come superare questa situazione, come fargli capire che
i loro modi di fare non mi piacciono? Spero di essermi spiegata bene perchè
le sto scrivendo in fretta e con un pò di rabbia x la situazione.
La ringrazio.

Cara Angela,
dalla sua lettera mi sembra di cogliere tante emozioni: rabbia, come
riconosce lei, per il comportamento della famiglia di suo marito, ma anche
tanta solitudine e il desiderio di avere una figura femminile al suo fianco
che la capisca veramente e che la appoggi in questo momento in cui si sente
più vulnerabile e fragile del solito.
Forse c’è anche un po’ la paura non solo di non riuscire a essere
“perfetta”, razionale in tutti i campi che lei normalmente gestisce, ma
anche, che queste figure, anziché aiutarla, come vorrebbe e come è normale
desiderare, la intralcino ancor di più e aumentino le sue difficoltà.
Penso che il primo passo sia venire in contatto con le sue emozioni, anche
in relazione a questa nuova nascita. La sua idea di prendersi dei giorni di
tranquillità lei e la sua famiglia mi sembra ottima: si faccia però aiutare
da suo marito in tutto questo, chiedendogli e spiegandogli anche con
pazienza che lei, in questo momento, ha già molto da fare, sia a livello
fisico che psicologico e che quindi, è ancora più importante del solito che
lui si occupi di svolgere una funzione di tutela e di “filtro” tra la sua
famiglia e quella originaria.
Questo le permetterà anche di appoggiarsi un po’ di più a lui e di
“abbassare un po’ la guardia” nei confronti di suocera & co. Certo, dovrà
mediare inizialmente, sia perché come ha ben notato, le suocere, con una
nuova nascita tendono, normalmente a “invadere” spazi, sia perché anche per
suo marito sarà difficile porre dei confini alla sua famiglia di origine.
La faccio i miei migliori auguri per una nascita serena e affinché riesca,
insieme alla sua famiglia a vivere bene questo importante evento.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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