Anonimo

chiede:

Buongiorno, mi chiamo Elena e ho due bei bambini: un maschietto di quasi 7
anni e una femminuccia di 3 e mezzo; scrivo perché sento di avere dei
problemi con il bambino che non riesco a risolvere da sola: premetto che
sono una mamma che ha fortemente voluto esserlo, ma ho quotidiani sbalzi
di umore, sono dolce, comprensiva, calma, ragionevole in alcuni momenti
riuscendo a gestire bene le situazioni che si creano in casa (capricci,
arrabbiature…), ma in un attimo una sciocchezza mi fa scattare l’ira, il
nervoso e non riesco a calmarmi, urlo (e loro hanno imparato da me),
sbraito ai bambini ragionamenti da adulti, incomprensibili per loro me ne
rendo conto, per renderli colpevoli del mio stato; non passo mai alle
mani, ma per me il mio comportamento è peggio per la loro psiche; con la
bimba riesco a tenermi di più, con il grande, che grande non è, perdo di
più le staffe perché è un bravo bambino, ma passa dalla tranquillità
all’agitazione (come me…), al nervosismo, se la prende fisicamente con
la sorella con la quale ha giocato fino ad un attimo prima, è introverso e
non ama parlare di quello che non va; io mi sforzo di capire se i suoi
disagi: a scuola (ha terminato la prima), gioca prevalentemente con una
compagna con la quale era insieme anche all’asilo e con la quale ha un
vero e proprio feeling, non riesce ad inserirsi in un gruppo se non viene
invitato e a volte nemmeno serve l’invito, ha tante paure, il buio, lo
stare solo nella sua camera (infatti finisce sempre con noi e bagna ancora
il letto), non vuole imparare a nuotare (le prime lezioni sono andate
bene, poi è successo qualcosa che io non so e non ha più voluto saperne)
ed è rinunciatario in tutto; lui si interessa di insetti, pietre, gli
piace giocare all’esploratore e in questo suo mondo si sente sicuro e noi
lo assecondiamo. Gli ho proposto gli scout, ma mi tronca il discorso. Io
so che devo imparare a controllarmi, ma non vorrei che per lui fosse
troppo tardi, cosa posso fare io per aiutarlo a superare le sue
insicurezze e diventare un adulto sereno? temo che io suo carattere sia
già segnato anche per colpa dei miei sbalzi di umore e che possa avere
problemi con se stesso e nel rapporto con gli altri. Io ho vissuto
un’adolescenza e oltre isolata e solo più tardi ho trovato un equilibrio
nella mia psiche; ora sono serena, ma sento che il mio percorso non è
finito. Dopo la mia crisi, generalmente o interviene mio marito o mia
mamma se ci sono o mi calmo da sola e cerco di riportare serenità,
ragionando con mio figlio al suo livello di comprensione, gli spiego
quello che mi ha fatto urlare e che ho comunque sbagliato io, che gli
voglio bene e che avrei dovuto trovare un altro modo di risolvere i nostri
momentanei dissidi e facciamo la pace. Un’ultima questione: il gioco; lui
vorrebbe che io giocassi di più con lui, ma lo invito a giocare con la
sorella o invito amichetti; mia mamma giocava tanto con me, ma non mi dava
la possibilità di confrontarmi con i miei coetanei e lei è diventata la mia
migliore amica e da qui nasce la mia adolescenza isolata, la mia
incapacità di rapportarmi con gli altri…
Comunque ora ho bisogno di un consiglio per far crescere sereno mio
figlio; di mia figlia per ora non sento preoccupazioni perché è un tipetto
che sa cavarsela e credo che lui lo senta perché io proteggo di più lui
comunque. Un ultimo esempio, lei vuole accompagnare lui in bagno quando
chiede di essere scortato” da me o dal papà; devo lasciare fare, come
faccio, o meglio se lo accompagno io dopo averlo inutilmente invitato a
trovare il coraggio di andare da solo; leggiamo anche storie di mostri
delle camerette sconfitti dai bambini, ma niente…? Io a volte non so se
quanto lui è già grande o quanto è ancora piccolo…
Grazie per l’aiuto e scusi per la lunga mail ma gioco a fare la psicologa!
P.S. mio marito è una persona decisamente più calma, riesce a risolvere le
situazioni distraendoli dal problema, si occupa dei bambini, ma non è così
“preso” dal voler dare loro benessere (attività, uscite…) come me ma
alla fine sono io che commetto gli errori educativi, perché quello di cui
hanno davvero bisogno per stare bene è la sua calma, il resto viene dopo.

Cara mamma Elena, dimostra una capacità riflessiva che è una buona risorsa. Forse ci sono dei nodi della sua storia personale che stanno avendo ripercussioni nel suo ruolo di mamma e più in generale sul suo benessere. Ad esempio è come se, visto che sua mamma giocava sempre con lei e ha avuto un’adolescenza isolata, allora lei fa il contrario e non gioca con suo figlio per paura che non impari a relazionarsi con i coetanei. Non vi sono colpe ma responsabilità: i suoi comportamenti sono dettati dalla buona intenzione di farlo per il suo bene, ma forse il rischio è che il bambino non si senta sicuro e cerchi di attirare la sua attenzione; l’obiettivo è favorire l’esplorazione dell’ambiente facendo sentire il bambino accolto e compreso. Un altro rischio è quello di sottovalutare i bisogni infantili dell’altra bambina pensando che “sa cavarsela”. Dice: “ora sono serena, ma sento che il mio percorso non è finito”. Se lo desidera, potrebbe prendere in considerazione l’idea di rivolgersi ad un professionista che l’accompagni in questo percorso di riscoperta delle sue risorse personali e genitoriali, dando un significato agli sbalzi d’umore a cui accenna, permettendole di essere una mamma, ma soprattutto una donna, più serena. Saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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