Anonimo

chiede:

Buongiorno, la pedagogista della materna ci ha parlato di autismo riguardo mio figlio di 4 anni e mezzo, mentre l’altra pedagogista parla di tendenze e la pediatra e la psicologa dell’infanzia lo escludono e noi genitori pure, dopo esserci documentati. In attesa della visita neuropsichiatrica, mio marito ha valutato che si tratta esclusivamente di problemi educativi e, soprattutto, che la causa di tutto è mia madre. Il bimbo ha sempre trascorso la maggior parte del tempo con i nonni materni perché noi lavoriamo e mia madre lo gestisce con molta (pensiamo troppa) abnegazione ed è particolarmente attenta e protettiva e mio marito sostiene che non ne esiste una più assillante. Quella che si è sempre infuriata di più con mia madre sono stata io e mio marito non ha mai messo acqua sul fuoco, anzi ha maturato un odio feroce verso mia madre. Io ho cercato di agire spiegando ai nonni cosa riteniamo opportuno a livello di educazione al pupo e, nel tempo, ho visto i miglioramenti anche se il bimbo, fino a poco fa, faceva pesanti capricci per stare con loro anche quando c’eravamo già noi, perché gli diamo più regole e perché nel loro appartamento ha i maggiori riferimenti di giochi visto che nel nostro ci sta nel w.e. e la sera. Da quando riusciamo a giocare di più nel nostro appartamento ed evito di fermarmi con lui nel loro quando rientro dal lavoro e, secondo me, anche grazie al fatto che mio marito è meno rigido ed ha trovato chiavi di gioco divertenti, il bimbo viene nel ns. appartamento (al piano sopra) senza alcun problema. Premesso che il bimbo ha raggiunto tutte le autonomie pensabili, abbiamo notato che fatica a socializzare con i bimbi perché non li ha mai frequentati veramente a parte alla materna che ha vissuto come ambiente ostile ed estraneo alle sue preferenze e dove dice che fanno chiasso ecc. Però un anno fa non si notavano particolari disagi nei parchi giochi, mentre contestualmente al momento in cui i bimbi a scuola lo infastidivano maggiormente, si era chiuso anche verso i bimbi fuori. Adesso, continua a spiegarsi bene con gli adulti anche se notiamo una difficoltà maggiore perché è abituato ad essere capito da noi e non si sforza per spiegarsi proseguendo le sue fantasie e notiamo che è molto proteso verso i bimbi e, dopo la sua iniziativa per giocare insieme, mentre all’inizio tendeva a rimettersi a seguire i propri giochi (perché troppo abituato a stare da solo con adulti a disposizione) , ora sta nel gioco, ma non sa spiegarsi bene, secondo noi perché dobbiamo insegnargli che gli altri non gli leggono il pensiero ed ho preteso anche dai nonni lo stesso atteggiamento. Resta il fatto che mio marito dà tutte le colpe di questo alla nonna e non vuole neppure che il bimbo con 38 gradi vada in montagna con i nonni perché reputa quelle due ore che perderemmo (e la notte, che lui dorme) fondamentali in questo momento critico. Da questo lato mi crea solo ansia e mi impedisce di mettere al primo posto il bene di mio figlio, seguendo anche il consiglio di maestre e pediatra che pensano che le cose vadano costruite passo passo e che alcuni giorni con maggiore presenza di nonni non pregiudichino proprio niente. Io non vorrei più questo suo atteggiamento possessivo che continua a ripetere che lui è il Babbo e che mi sminuisce come mamma, visto che non si fida mai di quello che io sento riguardo nostro figlio e non voglio essere continuamente strattonata, rischiando di perdere di vista la cosa più importante per il bene del bimbo che è la sua felicità. Con i nonni, con tutti i difetti possibili, ha imparato sempre molto ed è sereno. Io continuo a pensare che noi siamo i genitori e che non dobbiamo temere di non essere riconosciuti come tali solo perché esiste una nonna che lui definisce così pesante. Sento che mio figlio sa benissimo che io sono la mamma con tutto quello che consegue, invece mio marito per rimarcare il proprio ruolo ha sempre voluto dire la sua e fare di testa sua sulle gestioni pratiche del bimbo quando era neonato e mi faceva perdere fiato a spiegargli che mentre lo addormentavo doveva evitare rumori molesti e che era giusto ripararlo dalla luce, ecc. Per il solo fatto che mia madre è sempre stata attenta a riparare gli occhi del neonato, mio marito ha sempre sostenuto che il bimbo non è sensibile ed è stato condizionato dalla nonna. Io penso che, per riprendermi il ruolo di mamma in tutti i sensi, per la serenità del bimbo, sarebbe opportuno smetterla di drammatizzare la situazione di ritardo nell’efficacia della socializzazione di nostro figlio ed affrontarla tutti insieme con calma, rispetto e dialogo, senza odi e lasciarlo andare al fresco senza strumentalizzare un problema.

Buongiorno, credo abbia individuato una possibile soluzione “sarebbe opportuno… affrontarla tutti insieme con calma, rispetto e dialogo”. È importante comprendere le difficoltà del bambino non per cercare “colpevoli” ma per attivare le risorse familiari partendo proprio da voi genitori insieme: il dialogo all’interno di una coppia è fondamentale nello svolgimento del ruolo genitoriale. Se le incomprensioni persistono, dedicarvi uno spazio di riflessione come coppia genitoriale potrebbe aiutare voi e il vostro bambino. Saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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