Anonimo

chiede:

Buonasera, non sono sicura che le mie domande possano avere un
interesse generale, ma proverò ugualmente. Alla 11 settimana ho avuto
forti perdite ematiche e contrazioni per sei giorni finché ho avuto un
aborto completo. Mi hanno dimesso senza raschiamento, anche perché – mi
hanno detto – il grosso mioma di 7-8 cm lo avrebbe reso “pericoloso”.
Le perdite ematiche e di materiale abortivo sono continuate per
parecchi giorni, ma nei controlli fatti i medici dell’ospedale hanno
sempre ritenuto che l’utero era pulito e che la causa delle perdite era
da attribuire al mioma, che impediva all’utero di contrarsi a
sufficienza per chiudere i vasi sanguigni. Quando infine è arrivata la
prima mestruazione post aborto, le perdite sono andate avanti per
ventun giorni con due episodi di forte metrorragia durante i quali sono
usciti ancora enormi coaguli. La mia ginecologa mi ha consigliato una
urgente miomectomia. Ho preso un appuntamento privato da un chirurgo il
quale però, prima della miomectomia, ha voluto assolutamente praticare
un raschiamento in quanto ha diagnosticato una “endometrite post
abortiva”. Io ero titubante in quanto in tutte le visite precedenti mi
era stato detto che l’isterosuzione era inutile e anche pericolosa.
Comunque l’ho fatta e ho dovuto prendere il methergin per sette giorni
sopportando atroci dolori da contrazioni. Stamattina ho ritirato
l’esame istologico, ma il medico non c’era e non ho potuto chiedergli
spiegazioni. Il referto dice: frustoli di endometrio proliferativo,
decidua necrotico emorragica e rare cellule trofoblastiche. Non si
osservano villi coriali.
Vorrei, se è possibile, una spiegazione del
referto, per capire se le continue perdite ematiche e le metrorragie di
questi due mesi sono dunque da attribuirsi alla endometrite e quindi
ora non si verificheranno più, o se il referto non le giustifica e mi
devo attendere ancora che mi capiti di avere delle emorragie. Inoltre
vorrei sapere per quanto tempo continueranno le perdite ematiche post
intervento e quando si verificheranno le prime mestruazioni. Stamattina
avrei dovuto inoltre concordare con il ginecologo l’assunzione di un
GnRH analogo in previsione dell’intervento di miomectomia. Io sono
contraria ad intervenire farmacologicamente sui processi ormonali e mi
domando se statisticamente questi farmaci servano davvero a ridurre i
fibromi oppure no. Vi ringrazio per la vostra attenzione e mi
complimento per la vostra gentile disponibilità, ho infatti trovato
molto utile leggere le molte lettere che avete ricevuto e le relative
risposte. Cordiali saluti,

Cara Ella,
dal referto dell’esame istologico sembrerebbe tutto
risolto, anche se ho l’impressione che le sue metrorragie dipendano
dalla presenza del mioma. Il ciclo dovrebbe tornarle dopo 15 gg circa
dall’intervento. Il GnRH è indicato nel suo caso perché, oltre a
ridurre le dimensioni del mioma, ne riduce il sanguinamento in corso di
intervento.
Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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