Anonimo

chiede:

Gentile dottoressa, ho 23 anni e sono sposata da un anno e mezzo.
Prima di sposarci abbiamo preso in considerazione l’argomento figli. Ne è
uscito una specie di accordo il quale prevedeva l’arrivo di qualche bebè
non prima dei tre anni. Ora le situazioni, tutto quello che ci circonda
è cambiato. Io non ho un lavoro fisso, mio marito è in cassa
integrazione e forse andrà in mobilità. Ho mia madre che dopo l’ultimo
matrimonio dell’ultima mia sorella abbiamo scoperto che ha un tumore al
seno di cui lei era a conoscenza da quasi più di un anno e che per “il
nostro bene” non ci ha riferito prima. Dato che sono l’unica figlia
libera, la accompagno alla chemio e mi creda è davvero…… non so come
dirglielo, ma si prova una brutta sensazione, o almeno io sto malissimo
anche se per il bene di tutti non lo do a vedere. Insomma, le racconto
tutto questo per dirle che avrei tanta voglia di aggrapparmi a qualcosa
di bello da cui trovare la forza per farmi coraggio, ma non ce l’ho
e a questo punto non so neanche dove trovarla. Mi sento sola. Come esco
di casa vedo gente felice e poi tutte queste mamma in dolce attesa
orgogliose del loro pancione…. mi fanno venire solo tanta rabbia.

Il momento che sta vivendo è veramente pesante e difficile, purtroppo a
volte la vita decide di lanciarci delle sfide disseminando di ostacoli il
nostro cammino, ma spesso gli ostacoli sono più di uno e così quando siamo
di fronte a dei problemi anche le cose belle della vita ci appaiono come
minacciose e terribili. Se può parlare con qualcuno e condividere i suoi
dolori, lo faccia, non tenga tutto dentro: oltre che essere benefico per
lei potrebbe darle l’opportunità di ricevere spunti per trovare la via d’uscita
di questo labirinto.
Vedrà che in futuro si sentirà più forte, proprio grazie a queste esperienze
negative, che molto le tolgono, ma anche molto le insegnano sui veri valori
della vita. Quello sarà il momento ideale per accogliere il suo bebè.
Cari saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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