Anonimo

chiede:

Gentile Dott.ssa, mi chiamo Elena, ho 28 anni, mio marito 34, ci
frequentiamo da 9 anni,abbiamo convissuto per 3 anni e ci siamo sposati ad
aprile 2006. È sempre andato tutto bene, ci siamo sempre amati tanto e
anche nei rapporti sessuali siamo sempre stati complici. Dopo sposati io e
mio marito abbiamo deciso di provare ad avere un bambino e ci siamo
riusciti: ad ottobre 2006 ho scoperto di essere incinta e la nostra
bambina nascerà a giugno 2007. A gennaio 2007 mio marito mi dice che ha
iniziato a frequentare un’altra donna già da ottobre, ma di stare
tranquilla perchè tra loro non c’era niente. Proprio l’altro giorno invece
ho scoperto che è la sua amante, ma non solo dal lato fisico perchè ho
trovato un sms in cui le diceva che la pensava molto e che l’amava. Ho
chiesto perchè (eravamo così felici, non ci mancava nulla, ci siamo sempre
amati e non mi ha mai detto che c’erano dei problemi), lui mi ha risposto
che da quando si è sposato si è sentito troppo legato, che non riusciva a
fare l’amore con me come una volta ma che non era colpa mia. Con la sua
amante prova un fuoco a letto che con me non sente più, che non sa se e
quanto durerà questo rapporto extra coniugale e nel frattempo mi dice di
stare tranquilla, che mi vuole ancora bene, che non mi abbandonerà mai. La
mia vita è distrutta, continuo a piangere, non ho voglia di vedere
nessuno, mi trascino nei posti in cui sono costretta ad andare ma la mia
voglia di vivere è sparita e preferisco morire che continuare a vivere
così. Tra le altre cose mio marito mi ha detto che non voleva un figlio,
non è riuscito però a dirmi di no perchè vedeva che lo desideravo tanto…
ma non a questo prezzo, preferivo aspettare e avere mio marito per me! Ora
lui va da lei e si sente bene, dice di stare bene anche con me e di
cercare di reagire perchè non posso andare avanti così… Cosa devo fare?
Può aiutarmi per favore? non posso parlare con nessuno di questa storia,
non credo di resistere ancora per molto in queste condizioni… vorrei
poter chiudere gli occhi la sera e aprirli la mattina e trovare tutto come
prima oppure chiudere gli occhi e non riaprirli più. Spero di essermi
spiegata abbastanza bene. La ringrazio in anticipo se deciderà di
rispondere alla mia richiesta di aiuto. Saluti,

Cara Elena, non è mia abitudine prendere le parti di uno o di un altro in
situazioni di sofferenza, mi è però difficile stavolta non vedere in suo
marito una persona probabilmente molto poco pronta a diventare grande,
tantomeno pronto a diventare padre. In alcune persone, oggi più che un tempo
per ragioni sociologiche che non sto qui ad approfondire, il diventare
adulti è qualcosa che spaventa, che fa sentire un senso di soffocamento, di
incatenamento, di angoscia insostenibili, e l’unica risposta messa in atto
in questi casi è la fuga. Questo credo a grandi linee possa essere ciò che è
successo a suo marito; una serie di scelte del diventare grandi, come il
matrimonio ed un figlio, che se per alcuni sono traguardi importanti di
crescita e di presa di responsabilità verso se stessi e chi si ama, per
altri sono lacci che imprigionano e da cui scappare. Ma la paura che
prendersi le proprie responsabilità fa in queste persone porta anche alla
incapacità di prendere decisioni che possano far soffrire qualcuno. Quindi
ci si sposa e si fa un figlio anche se forse non era il momento giusto,
anche se non si era per niente convinti di quello che si faceva, ma era meno
costoso (emotivamente) del dire no. Il risultato è lei, Elena, una donna
tradita e ingannata, in attesa di un figlio e lasciata sola con
rassicurazioni che, mi scusi la durezza, lasciano un po’ il tempo che
trovano. Capisco che da fuori sia molto più facile dare giudizi, e perdoni
la mia sincerità, ma come ho premesso, mi è difficile tacere. Quel che sarà
del suo matrimonio, del percorso di maturazione di suo marito, della vostra
storia, solo il tempo potrà dirlo. È possibile che lui si renda conto della
fuga che ha fatto e decida di tornare indietro e prendersi le sue
responsabilità, oppure può darsi che per lungo tempo ancora resterà in
questa situazione di doppia vita, questo proprio non ho la capacità di
indovinarlo. Posso solo stare con il suo dolore e consigliarle caldamente di
rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa sostenerla in questi mesi di
gravidanza e nel post partum, perché che suo marito torni o meno da lei (e
non solo fisicamente), resta il fatto che lei si sta trovando completamente
sola, abbandonata, offesa e tradita, con una gravidanza in corso e un
bambino in arrivo che le chiederà tutta se stessa. Un’esperienza bellissima,
se si ha accanto qualcuno che ci ama, ci sostiene, ci incoraggia, ci aiuta,
un’esperienza che può diventare davvero faticosa, problematica, perfino
dolorosa se si è sole come lei. E da quel che ho capito quando dice che non
può parlare con nessuno di questa situazione, la dimensione della sua
solitudine mi appare veramente insostenibile.
Un caro saluto

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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