Anonimo

chiede:

Buonasera dottore, sono una donna di 38 anni ed ho subito 3 aborti. Premetto che non ho mai avuto un ciclo regolare (si è stabilizzato nell’ultimo anno). A 30 anni ho avuto il primo aborto con il mio precedente compagno. Il tutto si è svolto in modo veloce: un ritardo di soli 10 giorni che, data la mia abituale condizione non mi ha preoccupata, una finta mestruazione e poi, a distanza di alcuni giorni dal termine, altre perdite.

A 36 anni, con il mio attuale compagno stessa situazione con un ritardo, però, minore tanto da non avere neppure il tempo di effettuare un test. In questo caso, come la volta precedente, mi viene detto di non effettuare alcun controllo. Probabilmente il mio fisico ha solo reagito a una qualche malformazione. A distanza di un anno e mezzo decidiamo di riprovarci. Rimango incinta e, questa volta, inizio a notare dei cambiamenti fisici. La sonnolenza al pomeriggio mi attanaglia, il seno inizia a gonfiarsi e, durante il giorno, ho leggeri crampi alle ovaie. Effettuo le beta che risultano a 12.000 e la ginecologa, facendosi due calcoli, mi fissa una visita all’ipotetica quinta settimana. Purtroppo, appena viene effettuata l’ecografia, la dottoressa si accorge che quello che vede non corrisponde ai valori delle Beta.
Camera gestazione presente e ben ancorata, sacco vitellino ma l’embrione è solo di 2mm. Senza mezzi termini mi fa capire che la gravidanza si è interrotta. Vengo ricoverata per il raschiamento.

L’esame del materiale, così come riportato nella cartella clinica, non ha anomalie. Decido di recarmi in un centro per la poliabortività. La ginecologa mi prescrive tutte le analisi, più esame del cariotipo. Ho effettuato il colloquio con la genetista questa settimana, primo appuntamento utile da maggio, e avrò i risultati i primi di novembre. Dato il passare dei mesi e tutte le analisi in mano, gradirei avere un consulto su un’ipotetica causa se, naturalmente, è possibile desumerla. So che il cariotipo potrebbe o non potrebbe essere la causa. Il prossimo appuntamento con la ginecologa è per fine novembre e ho un leggerlo tarlo in testa nel voler capire che cosa non va nelle analisi.

Tra tutti gli esami effettuati gli unici valori contrassegnati sono i seguenti:

  • 25-OH VITAMINA D 17.8 31.00-100.
  • Proteina S libera valore al limite 110
  • Omocisteina 17,95 0.01-15

Il dottore mi ha prescritto subito le alterazioni genotipiche risultate negative. Mi ha prescritto acido folico per abbassarla. La genetista si è appuntata il Fattore V il valore è 119 70-140.

Vi allego, inoltre, i valori di progesterone e prolattina al 18, 21 e 24 giorno:

  • Progesterone al 18: 0,76
  • Progesterone al 21: 6,96
  • Progesterone al 24: 22,20
  • Prolattina al 18: 14, 59
  • Prolattina al 21: 10, 38
  • Prolattina al 24: 9, 86
  • Mulleriano terzo giorno: 4, 79

Tutti gli esami effettuati, dai fattori coagulativi, al Lupus, alla tiroide ecc. sono risultati nella norma o negativi. Così come i tamponi. Sono solo emersi anticorpi della rosolia, del morbillo e della varicella che non ricordavo di aver preso. Non ho mai contratto la toxoplasmosi. La ringrazio e spero di ottenere una minima risposta.

Buongiorno signora, mi spiace molto per la sua storia. Da medico esperto di fisiopatologia della riproduzione credo di poterle dire che sono molteplici le cause che possono portare ad avere due o più aborti. Gli approfondimenti non sono solo genetici, ma come il collega della fertilità che immagino la segua, sarebbe necessario valutare il pannello trombofilico, autoimmunitario, ormonale, tiroideo, glico-insulenimo ecc.

Purtroppo quando si parla di poliabortività si naviga a vista e il collega chiamato in causa è indotto a prescrivere una serie di esami e di accertamenti che mirano ad effettuare una diagnosi di esclusione quando la causa non è cosi lampante. Di certo nel frattempo integrerei il deficit di Vitamina D e provvederei a fare accertamenti riguardo l’omocisteina. Il percorso non è semplice né cosi scontato ma spero riuscirà nel suo sogno.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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