Anonimo

chiede:

Gentile dottoressa,
sono una signora di 31 anni, mi chiamo Laura e sono alla 14 settimana di gravidanza.
Oggi ho appreso dal mio ginecologo che non potrò, o meglio, che sarebbe meglio non affrontare il viaggio che avrei dovuto fare con mio marito, per lavoro, a Shanghai.
Un viaggio troppo lungo, troppe ore di fuso e via dicendo…
Ci sono rimasta malissimo, ma quello che più mi ha ferito è stata l’assoluta poca sensibilità di mio marito, che non ha accennato minimamente alla possibilità di rinunciare egli stesso a questo viaggio, che si di lavoro, ma non esattamente necessarissimo, visto che ci vanno altri colleghi ai quali si può demandare i nostri impegni.
Mi sono arrabbiata con lui, e non avendo il coraggio di dirgli come realmente la pensavo, abbiamo litigato e lui ha concluso con rabbia che non ci andrà.
Naturalmente non credo che lo faccia davvero, tanto più che si tratta di una decisione indotta da me con pianti e scene isteriche. È giusto secondo lei costringere il proprio marito a vivere la gravidanza come la vivrebbe una donna, o è meglio “staccarsi” un po’, anzi approfittare di questo periodo per riscoprire le proprie individualità?
Perché la gravidanza deve essere vissuta tutta al femminile? Sono esagerata, pretendo troppo?
Mi dia una mano, perché le amiche mi dicono che faccio bene, mentre gli amici mi dicono che sono castrante!!
La ringrazio per la sua attenzione e anticipatamente per la mano che mi darà,

Cara Laura,
Questo si chiama ricatto e non è una bella cosa. Se lei ama suo marito, lo stima e lo apprezza, deve consentirgli di fare le cose che a lui piacciono, perché si senta pienamente realizzato e felice. O lei desidera avere accanto a sé un uomo infelice e depresso? Questo vale, naturalmente, anche per lei, da parte di suo marito.
Nel prendere la decisione di diventare madre dunque, presumo che lei abbia preso in considerazione l’idea che, per una donna, questo comporta molti sacrifici e molte rinunce (di cui questa è probabilmente solo la prima…) e che fare un figlio non è esattamente come comprare un peluche nel negozio specializzato.
A Shanghai del resto ci possono andare tutti, mentre mettere al mondo un figlio è un privilegio per pochi (anzi, per poche. Gli uomini ci invidiano questa nostra capacità procreativa, che loro non avranno MAI e altrettanto la invidieranno le numerose lettrici della rubrica che non riescono a rimanere incinte, dopo anni di tentativi costosi e frustranti).
Basta riflettere meglio su questo punto, per capire cosa c’è da fare.
Cari saluti e auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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