Anonimo

chiede:

Buonasera, mi chiamo Paola, ho un problema con i miei suoceri sorto dal giorno in cui mio figlio è nato. Premetto che i miei suoceri vivono nella porta di fronte alla mia…che errore ho fatto a venire ad abitare qui.. Ma allora non era prevedibile una cosa del genere. Da che è nato Riccardo che ora ha 21 mesi loro sono proprio ossessionati dal bambino…non deve passare una giornata senza che l’abbiano visto. Io sono una mamma che per il momento non lavora e a differenza di tante mamme che non hanno la possibilità di crescere il figlio io sono contenta e orgogliosa di poterlo fare. Ribadisco che non sono una mamma ossessiva, sono contenta del reciproco amore che c’è tra il nipote e i nonni ma non voglio che sia compromessa la mia libertà. Il problema è che da sole con un bambino in casa non si riesce a fare tutto e si è costretti a ricorrere all’aiuto dei nonni per diverse esigenze. Loro offrono il loro aiuto ma in cambio non sono libera di uscire con una amica se non passo prima a dire ciao alla nonna….. Ma secondo lei può dare tanta soddisfazione a una nonna vedere che il nipote piange perchè non vuole più uscire da casa sua senza di lei? Questo è quello che succede ogni volta che lo porto a casa sua… Che ormai è piena di macchinine che piacciono al bambino… E ogni volta mi si spezza il cuore a vedere che il bambino non esce volentieri con la mamma, ma che anzi piuttosto la caccia via per restare a giocare con la nonna. Ora io dico a tutto c’è un limite: è giusto che il bambino veda i nonni ma è giusto anche che la mamma abbia una propria vita col suo bambino. Ne ho parlato anche con mio marito e lui sostiene che se accetto i favori della mamma come per esempio che mi stenda o mi stiri i panni è giusto pure che sia obbligata ad andare tutti i giorni a prendere il caffè! Per non parlare poi del nonno.. Già quando il bambino aveva 2 mesi mi veniva a bussare alla porta per chiedermi se lo poteva portare a spasso….e ora si vanta del fatto che il bambino vuole più bene a lui che a ogni altra persona e sottolinea sempre che senza di lui il bambino non si muove. Io non ce la faccio +

Ci sono persone che diventano, insieme ai genitori, figure di riferimento importanti per il bambino, perché nei suoi primi anni di vita sono molto presenti nella sua vita, ad esempio perché la madre deve tornare presto a lavoro. Si può trattare della baby sitter, dell’educatrice dell’asilo nido, spesso dei nonni o una zia. Con queste persone che il bambino vede spesso, in alcuni casi quotidianamente, è normale e sano che si sviluppi un rapporto stretto, di affetto. È segno che queste persone hanno saputo dare a questo bambino un ambiente caldo, accogliente, affettuoso, in cui il piccolo torna volentieri ogni qualvolta ne abbia la possibilità. E con queste persone crea legami personali, speciali, fa dei giochi che con mamma e papà non fa, si crea un vero e proprio codice di comunicazione da cui restano esclusi i genitori, e questo, come madri e come padri, ferisce il nostro narcisismo, il nostro bisogno di essere le uniche persone di riferimento di nostro figlio. Capita ad esempio che dopo una giornata di lavoro la mamma vada a prendere il suo bambino al nido con una gran voglia di abbracciarlo stretto e di vederselo correre incontro a braccia aperte, immaginando di essergli mancata moltissimo. E invece si trova davanti un bambino che è quasi scocciato di dover smettere di giocare per andarsene, e che magari corre ad abbracciare e baciare l’educatrice del nido invece della sua mamma. E la mamma ci soffre, anche se sa che è giusto così, che vuol dire che al nido si trova bene.
Ognuna di queste persone di riferimento acquista un ruolo ben preciso nella vita e nella mente del bambino, così spesso i nonni sono quelli che lo fanno giocare, mentre la mamma è quella che fa le coccole e rassicura. È anche molto comune che il naturale orgoglio dei nonni verso il nipote si trasformi a volte, magari inconsapevolmente, in una sorta di gara a chi è più amato dal bambino. Sono piccoli infantilismi di noi grandi, che abbiamo bisogno di sentire che il bambino preferisce noi a qualcun altro. Ma il bambino, se ha avuto modo di sviluppare una relazione sana, calda, affettuosa con le sue persone di riferimento, genitori, nonni, zii, baby sitter, avrà affetto per tutti, in maniera diversa perché ognuno avrà un ruolo diverso nella sua vita, ma non farà una classifica, né darà punteggi. Siamo noi grandi che ce li diamo sotto sotto.
Sotterrare l’ascia di guerra, accettando che Riccardo preferisca casa dei nonni per il gioco senza sentirti ferita è fondamentale perché la così stretta convivenza con i tuoi suoceri trovi un equilibrio. Il fatto che Riccardo preferisca la nonna per giocare non significa che non sei brava a farlo divertire, significa solo che lui ha scelto i nonni per alcune cose, te per altre che non sono il gioco, ma che solo tu riesci a dargli con il tuo calore e il tuo affetto materno, e questo nessuna suocera può “scippartelo”. È però importante che tu riesca a mettere dei limiti ai tuoi suoceri e alle loro ingerenze nella tua vita. Se vedi che passare a salutare la nonna quando stai per uscire con il tuo bambino significa bizza assicurata perché poi Riccardo non vuole più uscire, tua suocera deve capire che evitare di passare a salutarla è una scelta per la tranquillità di suo nipote (e tua!) e non un dispetto nei suoi riguardi. Il fatto che il suo aiuto nei tuoi confronti sia condizionato da una serie di ingerenze nella tua vita non è corretto, né è giusto che quando non hai bisogno di appoggiarti ai tuoi suoceri per Riccardo, tu debba comunque sottostare alle loro “regole”. I nonni devono imparare che il loro ruolo è fondamentale ma che ogni ruolo ha dei confini e dei tempi ben precisi, e tuo marito potrebbe fare da mediatore per aiutare i suoi genitori a capire che non si tratta di fare una classifica di chi è più amato dal vostro bambino. Cercate di risolvere questa situazione fra voi grandi, accettando di essere tutte persone indispensabili ma non esclusive nella vita di Riccardo, e senza mettere nel mezzo il bambino, o farlo sentire al centro di una disputa di affetti. I bambini sono molto sensibili alle tensioni, e sentire ad esempio che la loro mamma non ha piacere che dimostrino affetto per i nonni è qualcosa che li mette molto in confusione e li fa soffrire. Richiedi ciò che ti spetta di diritto, la tua privacy e la tua autonomia, ma cerca di viverti in maniera più morbida e serena il rapporto di amore che Riccardo ha con i suoi nonni. Tu sei e sempre resterai la sua mamma, e nessuno potrà sostituirsi a te.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

Fai la tua domanda Tutte le domande
Ti è stato utile?
Rating: 5.0/5. Su un totale di 1 voto.
Attendere prego...

Specializzazione

  • Psicologo