Anonimo

chiede:

Sono alla 24 settimana di gravidanza, ieri il mio compagno è tornato a casa piangendo, dicendomi che non ce la fa, che non ha mai accettato la gravidanza e che non prova assolutamente nulla per questa bimba che sta per arrivare, che ascoltare il suo cuore o guardare le foto delle eco non ha suscitato in lui alcuna emozione, dice di amarmi ma che da quando sono incinta non riesce più ad essere felice insieme a me. Premetto che questa gravidanza è stata fortemente voluta da me, lui mi diceva che non era il momento giusto per via del lavoro lontano da casa, ma io sapevo che gli ostacoli che lui vedeva potevano sparire nel giro di pochi mesi o non sparire mai per cui mi sono convinta che se aspettavamo il momento ideale questo poteva non arrivare mai, e alla fine mi ha detto di sì, dopo tre mesi che ci provavamo lui mi ha detto che proprio non se la sentiva e che voleva aspettare e allora anch’io gli ho detto che andava bene e che avremmo aspettato ancora, ma il ciclo non è arrivato e io ero incinta, mi ha sempre detto che ne era cmq felice… fino ad ieri… finalmente mi ha aperto il suo cuore e mi ha rivelato tutte le sue emozioni o meglio le sue non emozioni… L’ho lasciato libero, gli ho detto che era libero di andare, che se proprio non la voleva poteva andar via e l’avrei cresciuta da sola, abbiamo parlato per ore, alla fine mi ha detto che aveva paura di fare la più grossa fesseria della sua vita, a quel punto gli ho detto che forse era meglio aspettare, che se doveva decidere di lasciarci doveva farlo senza dubbi per non pentirsi in futuro della sua decisione, mi ha ringraziata dicendomi che un’altra al posto mio l’avrebbe mandato a quel paese mentre io l’ho ascoltato e gli sono stata vicina, abbiamo passato il resto della giornata abbracciati a letto come non succedeva più da mesi, poi di sera mi ha chiesto di parlargli di lei, delle emozioni che provavo, e ci siamo addormentati così, parlando della nostra bimba… Adesso mi chiedo se ho fatto la cosa giusta dicendogli di aspettare, che forse avrei dovuto lasciarlo andare per dargli modo di riflettere da solo… ho paura che da un momento all’altro possa andar via lasciandomi sola… tra l’altro tra qualche giorno partirà per lavoro fuori dall’Italia e starà via parecchi mesi, forse riuscirà a tornare per il parto ma non è sicuro purtroppo, e io ho paura che la distanza possa annullare anche le mie ultime speranze di una famiglia unita e felice… Vorrei trovare il modo di aiutarlo a capire i suoi sentimenti verso nostra figlia, spero, in fondo al cuore, che nel momento in cui la terrà in braccio per la prima volta capirà di amarla, ma se decide di andar via dalla nostra vita adesso, non avrà la possibilità di conoscerla… come posso fare per far sì che lui le voglia bene? Non voglio perderlo e non voglio che la nostra bimba cresca senza un padre, ma non voglio nemmeno che resti accanto a noi solo per senso del dovere… Io credo che la sua sia solo paura, visto che non ha mai messo in discussione l’amore che proviamo l’una per l’altro ma solo il suo nei confronti di una bimba che deve ancora nascere… o magari è normale che i papà certe emozioni non riescano a sentirle durante la gravidanza, ma solo dopo? Lui dice che non l’accetta, può succedere? Cambierà? Come posso aiutarlo? Mi aiuti… grazie.

Gentile signora, quando ho letto la sua lettera, il mio primo pensiero è stato: non si nasce genitori, ci si diventa… capisco le paure che il suo compagno vive in questo momento e capisco lei quando si sente assalita dai dubbi su cosa è meglio fare, per lei, per voi e per la vostra bambina. La nascita di un figlio scuote sicuramente la vita; la cosa importante che il suo compagno dovrebbe chiedersi è: voglio che la mia vita sia scossa da lei? Voglio fare questo viaggio accanto alla mia compagna? Sono domande difficili e serie, e credo che abbia fatto bene a dargli tempo, per riflettere e per chiarirsi, d’altro canto lei e sua figlia meritate una risposta onesta e sincera. Non si può obbligare nessuno a fare il padre, quello che può fare è cercare di aiutarlo a chiedersi se la sua è solo paura della responsabilità o se c’è dell’altro.
Non si faccia sola in questo momento così delicato, chieda supporto e vicinanza alle persone a lei care.
Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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