Anonimo

chiede:

Salve, mi chiamo Gianluca (34 anni) dopo 8 anni di fidanzamento con Sara (31 anni), abbiamo avuto una splendida bambina nata in settembre 2011… Sara ed io ci amiamo molto, ma non abbiamo una casa nostra per cui la suocera… mi ha aperto le porte di casa sua per ospitare la piccola nata ed il neo papà. Sara vive in quella casa da sempre, mentre io vivevo per conto mio in affitto. Da sempre mi è stato fato pesare dalla suocera che sono un fallito, non ho un buon lavoro e guadagno solo 1200 euro (altri 500 euro li prendo da locazione su immobile di mia proprietà )… la mia convivenza con Sara e suocera è durata 4 mesi (l’ultimo trimestre di gravidanza di Sara ed il primo mese della piccola nata) poi mi hanno cacciato di casa perché mi considerano irresponsabile, poco di aiuto e profittatore. Preciso che suocera e Sara hanno un’azienda familiare settore ingegneria elettronica e che sono benestanti (Sara è quadro e percepisce un reddito di 3600 euro al mese)… la piccola già da subito è superviziata di giochi e vestitini, la notte mentre Mamma Sara dorme e riposa, la nonna la allatta col biberon e dorme sistematicamente tutte le notti con la piccola sul petto in poltrona. Nel primo mese che ho potuto vivere a stretto contatto con la nuova arrivata non mi è stato permesso neppure un cambio di pannolino, tenerla in braccio oltre i 5, 10, tengo presente inoltre che non viene permesso il riconoscimento legale di padre, perché il primo riconoscimento lo ha fatto Sara, in quanto volevamo il doppio cognome e per ottenerlo il primo riconoscimento va fatto dalla madre, ed il mio riconoscimento successivo deve essere autorizzato con la presenza della madre in comune (ma Lei non viene, trova scuse, intanto il tempo passa e la piccola ha quasi 3 mesi)… aggiungo poi che Sara e la sua famiglia ostacola in tutti i modi la visione della piccola nata ai miei di genitori (l’hanno vista 1 volta sola in ospedale) e che Sara e suocera parlano di fare il battesimo seppur siano presenti palesemente in tutta questa vicenda dei principi poco cristiani. Ho detto a Sara, siccome la amo e Lei ama me (anche se non sembra) che per il bene della piccola dobbiamo vivere per conto nostro, trovare al più presto una casa, essere liberi, la Suocera vede già la piccola tutti i giorni al lavoro (Sara e piccola tutti i pomeriggi sono là)… vorrei sposare Sara ma potrò farlo nel momento in cui la suocera non influenzerà la vita di Sara. Dobbiamo accontentarci di una casa più piccola, ed essere indipendenti. Ma Sara non vuole farlo, perché a casa sua ha tutto, non le manca niente, e non vuole lasciare la sua mamma sola (ha perso in 2 anni marito e mamma 84enne). La suocera mi ha detto in faccia che se Sara viene via con me sarà infelice. Io vivere in quella casa con la suocera non ci riesco… non mi sento libero, né di fare né di gioire, né di crescere nostra figlia, senza tener conto della mancanza di intimità che ogni coppia dovrebbe avere. Non so cosa fare… vedo la piccola poche ore la settimana… non è giusta questa situazione… ho già raccontato la questione ad un avvocato ma sto prendendo tempo anche con lui.

Gentile signore,
leggendo tutta la sua storia c’è un aspetto che mi lascia perplessa, lei parla di amore e di matrimonio ma dalla sua lettera colgo principalmente problemi di altro genere legati alla mancanza di stima, di fiducia, di lealtà e di un progetto in comune con la sua compagna. Scusi la franchezza, ma credo che la sua compagna non lascerà la casa materna e lei rischia di vivere aspettando scelte diverse che difficilmente avverranno se restano così le cose. Quello che mi sento di consigliarle è di parlare quanto prima con la sua compagna in modo chiaro della vostra relazione e del ruolo che avete entrambi come genitori, prendendo una decisione comune e definitiva. Comprendo come sia difficile a volte affrontare la situazione e guardare in faccia la realtà ma aspettare che le cose cambino e trascinarsi nell’attesa è molto più doloroso e faticoso.
Le faccio un in bocca al lupo. Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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