Anonimo

chiede:

Sono disperato e
spero davvero in una sua risposta; le illustro
brevemente i fatti; abbiamo una bimba di 3 anni e mezzo che cresce
benissimo; da un po’ di tempo volevamo darle una sorellina o un
fratellino, così ci siamo messi all’opera e la mia lei è rimasta incinta; purtroppo dopo due mesi ha subito un aborto spontaneo con
conseguente necessario raschiamento; tuttavia, almeno apparentemente,
lei ha superato con facilità la cosa tanto che dopo il parere del
ginecologo e a distanza di un numero di mesi adeguato, abbiamo
riprovato di nuovo (lei desiderava un altro figlio a tutti i costi ed
io ero d’accordo), e è rimasta nuovamente incinta; però dal giorno
in cui ha avuto il risultato del test di gravidanza positivo, è
cambiata totalmente; si è lasciata andare, piange dalla mattina alla
sera, mi chiede aiuto e contemporaneamente dice che nessuno la può
capire; rimane allungata sul letto immobile 24 ore su 24 con lo
sguardo perso nel vuoto e piangendo a dirotto; ho dovuto prendere due
settimane di ferie perchè non voleva essere lasciata sola; in questo
periodo sto portando avanti le cose, la gestione della bambina
(lavarla, vestirla, farle da mangiare, farla dormire, ecc.) la
gestione della casa, lavare i panni, stendere, cucinare, lavare i
piatti ecc.; l’ho portata da un neurologo (secondo me un po’
superficiale) che le ha prescritto solo delle vitamine; l’ho portata
dal suo ginecologo, cui ho spiegato la situazione e per tutta risposta
mi è stato detto che non ci si può far nulla, che passerà, che sono
solo i primi mesi ecc.; inoltre, dopo una ecografia, abbiamo scoperto
che erano due i bambini; da li ancora peggio; sono molto preoccupato
in quanto la storia passata di mia moglie mi induce a credere che sia
stata depressa per lunghi periodi ( genitori separati, maltrattamenti
in famiglia, lei anche da piccola ha dovuto occuparsi dei suoi
genitori in quanto li reputava come bambini, incapaci e pasticcioni);
probabilmente la gravidanza ha accentuato questi problemi; il fatto è
che io non posso reggere ancora per molto tra lavoro e casa e,
inoltre, non so come devo comportarmi con mia moglie, che dice che
prova repulsione per questi bambini che devono nascere (dopo che ha
voluto fortemente e per tanto tempo questa gravidanza), che dice che
le sembra che tutto le è indifferente, che la vita non ha senso, ecc.;
non so davvero cosa fare e a chi rivolgermi; in gravidanza si dice
niente farmaci, il ginecologo ed il neurologo dicono che è normale;ma
io ho paura di cose brutte che possono accadere e comunque siamo solo
alla sesta settimana; come faremo a far passare nove mesi in queste
condizioni? Siamo in provincia di Frosinone; le sarei
grato se mi potesse dare qualche consiglio pratico o qualche indirizzo
di una persona utile e competente (nella zona, tipo Roma) per fare
visitare mia moglie, visto che mi sento impotente e non so come
comportarmi. Grazie di cuore

Caro Alfredo, come lei stesso ha detto, mi sembra che abbiate trovato
professionisti un po’ superficiali: può darsi che il profondo disagio di sua
moglie sia dovuto anche ai cambiamenti ormonali della gravidanza, questo non
significa però che si debba trascurare la sofferenza che questa situazione
sta dando a sua moglie, a lei e sicuramente anche a vostra figlia. Come lei
ha intuito, è possibile che la difficile storia di sua moglie con la sua
famiglia di origine e una pregressa depressione, possano avere a che fare
con il suo stato attuale. La gravidanza è un percorso di rivisitazione della
propria storia personale, del proprio essere figli, del rapporto con i
propri genitori, e relazioni disfunzionali con la propria famiglia di
origine non aiutano a vivere serenamente un momento tanto delicato come il
diventare madre. Inoltre, molti studi dimostrano che aver sofferto di
depressione in un periodo precedente alla gravidanza può (e ripeto può, non
necessariamente sarà così) predisporre a sviluppare una depressione post
partum, i cui sintomi possono mostrarsi già durante la gestazione. Può darsi
che il ginecologo abbia ragione, che si tratti di un periodo legato alla
gravidanza che si risolverà nell’arco dei nove mesi, ma non mi sembra un
buon motivo perché sia moglie non riceva aiuto. E’ vero che la gravidanza è
incompatibile con la maggior parte dei farmaci, non credo comunque che da
soli risolverebbero del tutto il problema. Le consiglio di rivolgersi il
prima possibile ad un servizio psicologico. Si informi presso un ospedale il
cui reparto di maternità preveda, all’interno dei corsi di preparazione al
parto, un servizio di supporto psicologico specifico alle donne in
gravidanza. Troverà professionisti specializzati nel disagio delle donne in
gravidanza, che sapranno dare a lei e a sua moglie indicazioni e supporto.
Capisco la sua preoccupazione e la fatica che comporta per lei stare al
fianco di sua moglie in questo momento. Ma sta facendo la cosa migliore per
lei, cerchi di starle accanto con affetto, senza farla sentire in colpa per
quello che prova, penso che sua moglie stia soffrendo moltissimo, e la sua
presenza comprensiva e affettuosa può essere davvero qualcosa di molto
importante e rassicurante per lei. Cerchi però di convincerla a rivolgersi
prima possibile ad un servizio di supporto psicologico, per evitare a lei e
alla sua famiglia ulteriori sofferenze e per aiutarla a ritrovare la
serenità necessaria per accogliere con gioia questi due bambini in arrivo.
Ci terrei a sapere come andrà nei prossimi mesi. Un saluto.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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