Anonimo

chiede:

Gentile dottoressa, le scrivo per avere un suo consiglio o meglio un suo parere riguardo ad una futura gravidanza. Il mese prossimo compirò 39 anni ed ho già avuto una bambina che ha 5 anni nata a 32 settimane per placenta previa marginale a causa di utero bicorne.La bambina è sana e in buona salute sia fisica sia psichica.Il problema nasce che io vorrei un altro bambino ma ho paura che ci siano dei problemi anche se il parere di ginecologi non sono del tutto sfavorevoli anche se per la verità ho avuto fortuna una volta. Il 16 gennaio 2003 ho avuto l’ultimo ciclo quindi ero incinta felice e contenta sia mio marito che nostra figlia ma la paura
della gravidanza a accentuato la mia agitazione e l’angoscia così è nato il problema perché io ero molto agitata e nervosa e il rapporto
tra me e mio marito si è incrinato tanto che mi ha detto di non sentire più
la scintilla d’amore nei miei confronti questo già da diverso tempo e che il figlio che portavo in grembo che io in un momento di rabbia ho detto di abortire perché mi sentivo trascurata, non amata. Questa è stata la goccia che ha fatto scattare il distacco di mio marito. Il fatto è che mio marito mi ha detto di non volere questo figlio, che non si sentiva responsabile e che non lo avrebbe riconosciuto a parte il nome ma
integrante della nostra famiglia e quindi a me la scelta se volevo tenere il figlio
in quella situazione oppure abortire e forse avrei avuto più possibilità di ricominciare e vivere una famiglia a tre e se il nostro rapporto avrebbe trovato la strada della serenità e della armonia familiare si poteva ricominciare, in quanto mio marito mi ha sempre amato, ma aveva soltanto
perso il suo ruolo di padre marito perché soffocato e schiacciato dalla mia rabbia e dalla mia angoscia. Il 2 di aprile ho abortito anche se in cuor
mio non avrei voluto perché quel figlio era desiderato amato e VOLUTO da entrambi. Mio marito è andato via solo una notte ma poi è tornato, vista
la situazione l’aborto mi è stato vicino il giorno dell’intervento e tutti
gli altri giorni, poi la bambina è attaccatissima al suo papà e la sua
presenza è molto importante per lei, così come per lui, in quanto la ama
veramente. La situazione è andata migliorando, non abbiamo più litigato, ma aperto un dialogo molto tranquillo senza offese e senza cattiverie. Tra di noi c’è più armonia, anche i nostri rapporti intimi si sono intensificati e
sono più desiderosi. È passato un mese da quell’incubo da quella notte che
voleva lasciarmi, cara dottoressa ho battuto la testa nel muro e mi sono chiesta perché a me. Con la terapia antidepressiva il non andare momentaneamente
a lavorare mi ha reso più tranquilla ma più che altro ho capito quanto amo mio marito e la mia bambina, la mia famiglia non deve soffrire per la mia agitazione, ma deve essere serena e tranquilla ed affrontare i piccoli e grandi problemi con ragione ed equilibrio e tutto questo insieme io e mio marito. Al momento la situazione è armoniosa e in futuro si vedrà, non
posso fare programmi a lungo termine. Il mio dramma però dottoressa è questo: il mio desiderio non è svanito ma è sempre presente nei miei desideri. È giusto parlarne con mio marito nel futuro o aspettare che sia lui ad avere il desiderio di crescere famiglia oppure abbandonare l’idea visto i 40
anni prossimi e la difficoltà della gravidanza? Vorrei un suo parere visto che
il mio sogno potrebbe non avverarsi mai per non perdere la famiglia reale che ho. Grazie per la sua attenzione, la prego di rispondermi, aspetto con ansia

Cara signora,
un figlio non è come mangiare su un piatto di plastica usa e getta. Credo
che lei, abortendo, abbia già deciso di volersi tenere la famiglia ‘reale’.
A mio parere dunque la decisione lei l’ha già presa, anche se forse non se
ne è accorta…
Coraggio, ora c’è da impegnarsi a tenere unita questa famiglia un po’ in
crisi!
Le faccio tanti auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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