Anonimo

chiede:

Buongiorno dottoressa,
mi chiamo Chiara e ho 24 anni e sono incinta di 26 settimane.
La mia gravidanza procede meravigliosamente, nessun problema fisico e il
bambino cresce bene, l’unico problema sono io!
Nel senso che ultimamente sono presa da terribili ansie:
se il bambino non si muove per un paio d’ore, mi vengono pensieri
terribili, e mi metto a” torturarlo” finché poverino, non si sveglia e
ricomincia, giustamente, a prendermi a calci!
Negli ultimi giorni poi, faccio anche terribili incubi notturni, pieni di
sangue e gente morta, tutte persone mai viste e conosciute!
Ho paura che quest’ansia faccia male al mio bambino!
Non so cosa mi causi questi brutti pensieri, questo e’ un periodo
felicissimo della mia vita, ho desiderato questo bimbo con tutta me
stessa, con il mio ragazzo va tutto bene, e al lavoro è tutto come sempre!
Vorrei riuscire ad essere più serena, sopratutto per il mio cucciolo!

Ha presente quelle persone che chiudono il gas, poi vanno a letto, poi si
rialzano per controllare se hanno chiuso il gas, riaprono il rubinetto, lo
richiudono e così via? Questo comportamento è dovuto alla presenza di
pensieri ossessivi che interferiscono con i normali pensieri e che su questi
ultimi hanno la meglio.
Naturalmente i pensieri ossessivi non ci sarebbero se non vi fosse una
preoccupazione, a livello cognitivo e un’ansia, a livello psico-somatico,
che mettono in moto il meccanismo che le ho descritto. Venendo al suo caso,
evidentemente anche lei ha delle forti preoccupazioni sulla gravidanza e sul
parto, forse per storie che ha sentito sull’argomento in passato e che ora
le ritornano alla mente. Potrebbe trattarsi di un’altra cosa, molto semplice
e molto umana: la paura! Le consiglio caldamente di frequentare un corso di
preparazione al parto dove vengano date delle spiegazioni
tecnico-scientifiche sull’argomento e venga insegnata una tecnica di
rilassamento, come il training autogeno.
Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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