Anonimo

chiede:

Salve dottoressa, ho 27 anni e sto per diventare mamma. In questi ultimi mesi mi sto facendo prendere un po’ dal panico perché continuo a ripercorrere il mio percorso di figlia e del rapporto che ho tuttora con mia madre, sempre parecchio distante a livello affettivo. Non mi ha mai fatto mancare nulla, ma diciamo che dal punto di vista dell’esternazione delle emozioni è sempre stata molto algida. Il nostro è un rapporto tuttora freddo, si dice contenta di diventare nonna ma in generale mi sembra che non l’abbia mai manifestato.

Il problema è però un altro: anche io sono una persona molto posata, non esterno facilmente il mio mondo interiore e anche con il mio compagno, benché io sia affettuosa, sto sempre un po’ sulle mie. Ecco io non vorrei assolutamente che per colpa mia mio figlio cresca in un ambiente emotivamente freddo. Come posso fare a cambiare? La ringrazio per la risposta.

Gentile signora, io credo che lei non abbia motivo di cambiare: è normale che, in una fase importante e di cambiamento come quella della gravidanza, ci si metta in discussione e ci si riveda nel proprio ruolo di figlia e nel rapporto con la propria mamma. Tutto questo è importante ai fini del passaggio evolutivo che sta attraversando perché, dal punto di vista psicologico, si passa dall’essere figlie a diventare a propria volta madri, creando così un diverso livello di relazione e di rapporto.

Il motivo per cui ritengo che lei non debba fare nulla di importante per cambiare sta proprio nella sua domanda: il fatto stesso che si ponga questo interrogativo e si domandi ciò è indice del fatto che quel passaggio e quel lavoro su di sé come mamma in divenire sta già avvenendo, proprio perché le esperienze pratiche o emotive che viviamo influenzano gli eventi successivi. Si goda tranquillamente la sua gravidanza e il suo diventare mamma, vedrà che con la nascita del suo piccolo/a ogni cosa riacquisterà in modo naturale una sua posizione.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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