Anonimo

chiede:

Ho 33 e convivo da 5. Non ho mai desiderato avere figli e sono assolutamente serena sulla mia scelta, ma il mio compagno li desidera; dice che la cosa più importante sono io e che è disposto a rinunciare ai figli per me, ma io non voglio imporgli una scelta così radicale, né voglio rinunciare a lui. Per questo cerco di capire da cosa derivi la mia mancanza di desiderio di figli. Quando chiedo agli altri, incluso il mio compagno, perché vogliono un figlio, fanno sempre riferimento a sentimenti negativi (paura della morte, paura della solitudine), che non mi appartengono, avendo io una grande fiducia nelle mie capacità di vivere la mia vita serenamente, e comunque trovo inaccettabile e mettere al mondo una persona perché mi faccia da badante quando sarò vecchia. Ad ogni modo a questa mia domanda le persone reagiscono sbuffando e sostenendo che io “razionalizzo” mentre sto solo cercando di capire un sentimento che mi è radicalmente estraneo. Le ragioni per cui non desidero figli sono molte (sacrificio della vita di coppia, della carriera, ecc.) ma quella principale è che percepisco un bambino come un estraneo che entra nella mia famiglia (la mia relazione con il mio compagno è la cosa più importante della mia vita) e l’idea che esca dalla mia pancia non mi suggerisce alcun legame innato con lui, ragion per cui non vedo perché dovrei volergli bene (né perché lui dovrebbe volere bene a me, né, contrariamente al mio compagno, sono sicura che mio figlio sarà una brava persona). Questo sentimento viene reputato da pazzi e tutti si rifiutano di instaurare un dialogo con me sui sentimenti collegati alla maternità. Preciso che ho un rapporto estremamente conflittuale con la mia famiglia di origine, pur vedendo e sentendo regolarmente tutti i membri, non so se la cosa influisca. Ripeto, io sarei serena nella mia scelta ma non voglio imporla al mio compagno né perderlo. Grazie

Beh, mi sembra che le domande siano due: la prima riguarda il suo dubbio se seguire o meno il desiderio di suo marito di avere un figlio. Suo marito in realtà mi pare che la risposta gliela abbia già data, ovvero che la ama così tanto da non considerare un figlio come la condizione fondamentale perchè la vostra storia possa andare avanti. Le dà la possibilità di scegliere se averlo o meno, senza che questo, almeno per quello che lui le dice, influisca sulla sua scelta di rimanerle accanto. Ma lei si (e mi) pone anche un’altra domanda: perchè non voglio avere un bambino? E la risposta a questa domanda, come ha intuito lei stessa, forse sta proprio nella sua esperienza di figlia, nella sua esperienza affettiva con la sua famiglia di origine. Ciascuno di noi cresce in un ambiente che fortifica o rende fragili aspetti della nostra personalità. La sensazione che ho, mi permetta la franchezza, è che nella sua storia di vita lei abbia avuto poche occasioni di stare a contatto con la tenerezza, con il contatto fisico caldo, accogliente, con l’amore incondizionato e accettante dell’altro, che abbia ricevuto poco “materno” in termini di morbidezza, calore, contatto emotivo. Niente di strano allora che, crescendo, la sua parte materna faccia così fatica ad esprimersi, a trovare una realizzazione, a pensarsi madre a sua volta. La sua domanda forse in realtà è: sarei capace di voler bene ad un figlio? Sarei capace di creare spazio fisico ed emotivo nella mia vita per qualcun altro? Beh, in effetti, se nessuno lo ha fatto per noi, non sappiamo da dove cominciare, e ci pare una cosa così lontana dalla nostra natura e dalle nostre capacità che la escludiamo a priori.
Se sente che l’idea di una maternità la porterebbe così lontano da se stessa, in un territorio che non le appartiene e che non vuole esplorare, credo che possa farsi bastare la rassicurazione, importante, che le ha dato il suo compagno: se anche non vorrai darmi un figlio, io rimarrò con te perchè ti amo.
Ma se dentro di lei sente che forse, piccola piccola, la voglia di vivere l’esperienza della maternità forse c’è, anche se la paura di non esserne capace emotivamente è molto grande, perchè non prova ad esplorare questa parte di sè con un percorso di psicoterapia che la aiuti ad entrare in un contatto più morbido con il suo lato materno?

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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