Anonimo

chiede:

Buonasera,
la mia bambina ha 13 mesi e comincia a mangiare (oltre alle pappe) anche i “cibi per adulti” chiedo: quali sono (se ci sono) cibi che non si devono dare a bimbi così piccoli (oltre a quelli sconsigliati dal pediatra come per esempio l’albume, o a quelli considerati ovvi come per esempio la coca cola, la caffeina e l’alcool) e nella fattispecie: le nuvolette di gamberi (che si trovano nei ristoranti orientali)? Il cioccolato?… c’è un criterio per capire in linea di massima cosa “si” e cosa “no”? I succhi di frutta quelli senza zucchero aggiunto? Quanto se ne può bere in un gg? Meglio il miele allo zucchero? Infine, è vero che la tendenza a diventare obesi la si determina nei primi 2 anni di vita? Grazie

Gentile lettrice, cominciamo dall’ultima domanda: l’obesità è una condizione multifattoriale, che si sviluppa cioè in individui con una suscettibilità genetica individuale i quali sono esposti ad un fattore ambientale cosiddetto “obesogenico”. Tale fattore obesogenico è rappresentato da un ambiente che favorisce l’introito energetico a favore del dispendio energetico. Un introito energetico inadeguato nell’età dello sviluppo si traduce in obesità infantile, che a sua volta è un forte fattore di rischio per l’obesità in età adulta. Nell’età dello sviluppo l’obesità si accompagna spesso a problemi osteoarticolari, a dispnea e a steatosi epatica (fegato grasso). Nella tarda età dello sviluppo il ragazzo obeso è più a rischio di diabete di tipo 2 (ed infatti osserviamo un andamento in forte crescita del diabete di tipo 2 nei ragazzi, da quando l’obesità è diventata un’emergenza in questa fascia d’età). Quando poi l’obesità si trascina in età adulta si osserva un incremento del rischio cardiovascolare, di tumori e, di nuovo, di diabete di tipo 2. Ora, è vero che l’educazione al gusto è molto importante proprio nella fascia d’età che va dal divezzamento fino ai tre anni, e che il modo di mangiare che si “impara” in questo momento diventerà poi un repertorio personale di alimenti preferiti, quindi è molto saggio da parte sua impegnarsi in questo senso. A parte i cibi che conviene evitare per espressa indicazione del pediatra che ben conosce gli stati fisiologici ed eventualmente patologici, non ci sono delle vere liste bianche e liste nere di cibi: la prima cosa importante è proprio quella di non sovralimentare il bambino, non forzarlo a mangiare quando non ha fame o quando ha raggiunto la sazietà. Al contrario, spingerlo a bere (acqua) anche quando non la richiede. Poi, evitare naturalmente tutte le bevande nervine ed alcoliche, i crostacei, tutti i prodotti industriali e confezionati. Leggere sempre le etichette e non somministrare mai al bimbo un prodotto che contiene in etichetta un ingrediente che lei non conosce (vale per esempio per tutti i conservanti, coloranti, edulcoranti ed additivi con le loro enigmatiche sigle, nitrati, nitriti, maltodescrine, sciroppo di glucosio, ecc ecc). È opportuno educare il gusto ad una sapidità data dagli aromi naturali piuttosto che dal sale, quindi evitare dadi, ridurre al minimo carni e pesci conservati, favorire invece carne e pesce fresco e piatti insaporiti con prezzemolo, sedano, alloro. Non succhi (con o senza zucchero), ma frutta! (anche spremuta). Proporre sempre gli alimenti di stagione nella preparazione più semplice (es. pastina con crema di carciofi, tanto per capirci). Lo zucchero potreste perfino evitare di acquistarlo. La cucina cinese d’importazione non la vedo tanto indicata per un divezzamento….
Cordialmente,

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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Specializzazione

  • Nutrizionista