Anonimo

chiede:

Buongiorno dottoressa, ho appena scoperto di essere incinta. La gravidanza è stata cercata ma in un certo qual modo sento di aver ceduto alle pressioni sia del mio compagno che della mia famiglia. Ho 37 anni e in molti mi chiedevano perché aspettassi tanto a fare un bambino. Sinceramente non mi ci sono mai vista a fare la mamma e nella mia vita non mi è mai mancato nulla. Insomma, mi sentivo completa anche senza gravidanza e benché mi piacciano i bambini non ho mai pensato di avere l’istinto materno, sempre che esista davvero. Ma insomma, eccomi qui, in “dolce” attesa.

Sono alle prime settimane ma non mi sento né triste né felice, sto vivendo la cosa con molto distacco e ho paura che una volta nato il bambino non riuscirò a volergli bene, perché forse una parte di me non lo voleva davvero. Non so bene come affrontare la cosa e a volte penso di aver fatto la scelta sbagliata perché non sono riuscita a imporre il mio punto di vista. Questo farà di me una cattiva madre? La ringrazio per la risposta, se vorrà darmela.

Buonasera, la scelta della maternità segue tante strade, c’è chi si sente nata mamma e chi familiarizza con l’idea a poco a poco. Dubbi e perplessità sono comprensibili e normali, l’importante è che monitori i suoi stati d’animo e le sue sensazioni man mano che la gravidanza procede, se le cose migliorano e si sente più serena, bene, se dovesse notare che il disagio o il fastidio al pensiero di diventare mamma aumentano, può esserle d’aiuto fare alcuni colloqui di sostegno psicologico per comprendere meglio la natura del suo malessere e imparare a gestirlo (dare voce alla parte di lei che non avrebbe voluto questa gravidanza) affinché sia pronta ad accogliere il bambino che porta in grembo come un dono nella sua vita e non come una condanna. Nel frattempo le suggerisco di leggere il libro “Nascita di una madre. Come l’esperienza della maternità cambia una donna” di Daniel N. Stern e Nadia Bruschweiler Stern. I migliori auguri.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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