Nella crescita, è necessario che i bambini “imparino a essere adulti” e a farsi carico di responsabilità tali da doversi sostituire ai propri genitori? È un fenomeno non raro che interessa sia i figli che vivono in contesti familiari critici che quelli nei quali i genitori hanno un’impostazione educativa finalizzata, più o meno inconsciamente, a una genitorializzazione precoce.

Una realtà che vivono molti bambini che loro malgrado si ritrovano costretti ad accudire fratelli e sorelle più piccoli, genitori con difficoltà e dinamiche familiari distorte. Una realtà che incide negativamente sullo sviluppo del bambino e di cui è importante parlare.

Cosa si intende per genitorializzazione precoce?

Il portale WebMD definisce la genitorializzazione come una crescita troppo veloce del bambino che si verifica quando questi si assume la responsabilità genitoriale dei propri fratelli o dei propri genitori prendendosene cura dal punto di vista fisico, mentale o emotivo.

Il Journal of Family Psychology dell’American Psychological Association spiega come la genitorializzazione sia quella dinamica genitore-figlio in cui i bambini si assumono responsabilità di accudimento, mentre i genitori non riescono a fornire cure adeguate ai bambini, limitandone lo sviluppo.

I fattori che contribuiscono alla genitorializzazione precoce

Come spesso accade, non è puntando il dito colpevolizzando i genitori che si comprendono le cause profonde delle questioni che si ripercuotono sui figli. La genitorializzazione precoce è spesso una scelta educativa, ma è anche l’effetto dei cambiamenti che hanno interessato il concetto di famiglia, di genitorialità e dei rapporti tra i genitori.

In questo interessante approfondimento, si evidenzia come la crisi della coniugalità (da intendersi come l’effetto della precarietà delle relazioni di coppia e del venir meno di tanti punti di riferimento), che ha coinvolto negli ultimi decenni un numero sempre maggiore di famiglie, abbia determinato una minore disponibilità dei genitori nell’assicurare un sostegno ai bambini nei momenti di crisi.

L’analisi del fenomeno non può non tenere conto delle difficoltà cui vanno incontro i genitori per cui le relazioni sono più instabili e soggette a una serie di aspettative esagerate. Le coppie sono isolate dal contesto sociale e i genitori vanno spesso incontro a una difficoltà di costruzione della propria identità, tanto che nel momento in cui la coppia va in crisi il ricorso al figlio come sostegno è una dinamica comune, con il bambino che si ritrova costretto verso funzioni più gravose verso le quali non ha ancora la maturità necessaria per cui le possa sostenere.

Esempi pratici di genitorializzazione precoce

Esempi-genitorializzazione-precoce
Fonte: iStock

L’inversione dei ruoli tipica della genitorializzazione precoce si manifesta in diversi modi. Dai figli che rinunciano a giocare o a stare con i coetanei per trascorrere del tempo con il genitore che sta attraversando una difficoltà emotiva a quelli che si impegnano a non commettere errori (a non far preoccupare il genitore), in modo che questi non abbia altri pensieri oltre a quelli che già ha.

Parallelamente, ci sono esempi di figli a cui viene esplicitamente insegnato a “diventare grandi”, a “imparare a essere indipendente”, a non disturbare i genitori, a gestire la propria emotività per nascondere la fragilità e diventare uomo (in questo c’è anche un radicato stereotipo maschilista) e aiutare i genitori nelle difficoltà e nella quotidianità (per esempio nell’accudimento dei fratelli e delle sorelle).

Gli effetti sulla salute mentale dei bambini

Questo approccio educativo, cercato o subito, dei genitori nei confronti dei figli in una sorta di processo di adultizzazione precoce, provoca nei bambini uno stato di tensione e pressione costante che influisce negativamente sul loro sviluppo. Innanzitutto perché li priva della leggerezza e spensieratezza tipica dell’infanzia, ma anche perché si ritrovano a sostenere pesi che non hanno scelto e che, soprattutto, non sono in grado di portare.

In questo studio si riassumono i principali effetti negativi della genitorializzazione precoce. Questi vanno da una maggiore frequenza di stress e traumi della prima infanzia a una difficoltà o incapacità di formazione della personalità e costruzione delle relazioni.

Nella tesi di laurea magistrale della dottoressa Silvia Minazioli si approfondiscono le conseguenze determinati dal fenomeno di genitorializzazione precoce. Troviamo i sentimenti di delusione e depressione ma anche stress, senso di colpa e vergogna che condizionano la crescita e lo sviluppo del bambino. Bambino che, crescendo e diventando più grande, sperimenterà una maggiore difficoltà a separarsi dai genitori e uscire di casa, così come potrebbe vivere una maggiore paura di avere figli proprio per effetto dell’esperienza vissuta.

I bambini genitorializzati sono quindi – e questi sono dei segnali d’allarme da monitorare – quelli che presentano stress e ansia, trascuratezza dei propri bisogni, insicurezza, sentimenti di colpa, difficoltà sociali, aggressività, incapacità di godersi le varie esperienze della propria età ma anche difficoltà a mostrare le proprie emozioni e agire come mediatore tra i genitori.

Le strategie e i consigli per evitarla

Spesso questa iper-responsabilizzazione dei figli è frutto di dinamiche che i genitori hanno subito da bambini. Senza dover cercare necessariamente un colpevole, è indispensabile interrompere questo circolo vizioso di traumi e difficoltà trasmesse di generazione in generazione.

Il primo consiglio utile a tale scopo è quello di prendere consapevolezza del fenomeno. La genitorializzazione precoce è in molti casi, specie nelle forme meno evidenti e per questo più sottili, una scelta frutto della percezione culturale e sociale (tanto che i “bambini adulti” ricevono apprezzamenti per la loro maturità che è maggiore rispetto a quella che la loro età giustificherebbe) dell’essere bambini e adulti.

È quindi necessario decidere che tipo di genitori si vuole essere anche nell’ottica di crescere figli sereni e felici che possano diventare adulti nei loro tempi e con i loro modi. Oggi in questo, nonostante enormi reticenze e difficoltà, c’è una maggiore sensibilità e possibilità, anche se per molti genitori significa più o meno velatamente comportarsi diversamente dai propri genitori e per questo andare incontro a critiche e commenti.

Evitare la genitorializzazione precoce non è semplice perché non è semplice essere genitori in un periodo storico privo di tanti riferimenti. Se questa precarietà è alla base di tanti problemi, è anche però il segno di un periodo potenzialmente favorevole per ricostruire qualcosa di migliore rispetto al passato. Senza giudizi o condanne, è però evidente come, anche per effetto delle numerose ricerche scientifiche condotte in materia, le scelte educative dei “genitori di oggi” siano in contrasto con quelle dei “genitori di ieri” ed è anche normale – o almeno comprensibile – che tra le due visioni non ci sia compatibilità.

Tanto i figli nelle forme più gravi quanto i genitori possono trovare nella psicoterapia e nel ricorso a un aiuto professionale un supporto valido e necessario per guidare le proprie scelte. Senza dover ricorrere a modelli educativi da emulare, ma con la volontà di permettere ai propri figli di esprimere il loro potenziale ed essere ciò che sono, quindi innanzitutto bambini e poi adulti.

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  • Bambino (1-6 anni)