Essere genitori non è facile. Quella che può apparire come un’espressione banale e probabilmente anche abusata è in realtà un’evidenza che si manifesta nella difficoltà quotidiana dei genitori di crescere i propri figli. È la crescita stessa dei bambini, l’acquisizione sempre maggiore di nuove forme di autonomia, l’incapacità spesso di elaborare e comunicare le emozioni, che crea quella difficoltà che molti genitori lamentano o, più correttamente, subiscono e soffrono.

Come dovrebbe essere, quindi, un genitore? L’esperienza di figli non sempre aiuta, non tanto per il giudizio sull’operato dei propri genitori, quanto sulla consapevolezza di realtà sociali ed educative completamente diverse che, seppur condividendo alcuni principi, inevitabilmente devono trovare nuove forme e modalità.

Ecco allora che i cosiddetti genitori medusa possono rappresentare un’interessante prospettiva da adottare per essere delle madri e dei padri più soddisfatti e meno stressati dei “doveri educativi”.

Chi sono i genitori medusa?

Con l’espressione di genitore medusa, riprendendo l’anatomia e le caratteristiche dell’omonimo animale e non quelle della figura mitologica greca (nota per il potere di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo), si fa riferimento a un metodo educativo incentrato prevalentemente sulla flessibilità e la predisposizione all’ascolto delle esigenze e preferenze dei propri bambini.

Le caratteristiche dei genitori medusa

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Fonte: iStock

Questo tipo di approccio nasce anche dalla consapevolezza delle altre modalità di vivere la genitorialità e l’educazione. Non è raro vedere genitori che decidono peri propri figli fissando per loro una quotidianità fatta di regole e impegni da rispettare con una certa rigidità. Questi genitori il più delle volte sono convinti che ciò che scelgono sia il bene dei propri figli, mentre nei genitori medusa c’è un radicale ribaltamento della prospettiva, scegliendo di essere più rilassati e flessibili partendo dall’ascolto dei propri figli.

L’idea alla base della scelta educativa dei genitori medusa è proprio quella di partire da ciò che il bambino chiede, pensa e prova, assecondando il più possibile il loro comportamento. Spesso, infatti, non stabiliscono regole o impongono conseguenze ai comportamenti dei figli e sono meno incentrati sulla routine e sull’imposizione di rigide norme.

I genitori medusa si pongono in ascolto dei propri figli evitando di avere quell’approccio oppressivo e di controllo tipico di altre forme educative. È una scelta di vivere la genitorialità in maniera più permissiva e con meno aspettative, rivelandosi più fluida e flessibile a seconda delle singole esigenze, senza avere degli standard prefissati.

Addio quindi all’ansia e allo stress, sia dei genitori che dei figli, creando un circolo virtuoso di armonia e positività. I genitori medusa prendono decisioni, ma se queste non rispondono alle inclinazioni del bambino non è il bambino a essere sbagliato (né tantomeno i suoi genitori); semplicemente è una situazione da vivere con un approccio meno dicotomico.

Per essere dei genitori medusa non bisogna ambire a essere madri e padri perfetti e impeccabili, ma a essere madri e padri dei propri figli, considerando e valorizzando quelle che sono le caratteristiche sia del bambino che dei suoi genitori.

Non bisogna vivere ruoli e rispettare standard, ma affrontare ogni situazione con la giusta dose di fluidità e libertà data dalla consapevolezza di assecondare i figli nelle loro preferenze senza opprimerli o pretendere di controllarli.

I vantaggi di essere un genitore medusa

Questo tipo di approccio ha diversi effetti benefici, innanzitutto sul miglioramento del rapporto genitore-figlio che non diventa fonte di tensione e scontro, ma risulta più aperto e basato sulla comunicazione, la condivisione e l’empatia.

Molto dipende anche dall’età del bambino ma essere un genitore medusa consente al figlio di poter sperimentare e scoprire ciò che lo circonda, senza il timore di sbagliare, ma con l’entusiasmo e il piacere di conoscere nuove cose e vivere nuove esperienze.

L’altro grande vantaggio è che i bambini non sono oggetto di aspettative né si ritrovano a vivere una routine di cose da fare (sport, lezioni di musica, ripetizioni, eccetera) che, sebbene utili e importanti, troppo spesso ignorano la componente emotiva del singolo. Un bambino non è un adulto in via di sviluppo ma una persona a tutti gli effetti con le sue emozioni, pensieri, bisogni e necessità. Con questo tipo di approccio si crescono bambini aperti al cambiamento, pronti ad affrontare le sfide che li attendono e a farlo, anch’essi, con flessibilità e tranquillità.

Questa scelta educativa porta i genitori a guardare i bambini per quello che sono e i bambini a essere apprezzati, stimolati e guidati per questo, senza vivere un complesso di inferiorità dato dal non essere mai all’altezza di irrealistiche aspettative.

Questo non significa che i genitori debbano lasciar fare al bambino qualsiasi cosa, ma che i doveri di guida ed educazione dei genitori possono essere esercitati guardando la realtà dagli occhi del bambino: un essere umano che non ha bisogno solo di fare cose, ma anche di comprenderle, viverle, comunicare e confrontarsi con esse.

Sostanzialmente si tratta di rinunciare agli schemi e alle tabelle educative di tappe da raggiungere, impegni da espletare, competenze da acquisire per rendere i bambini adulti il prima possibile privandoli quindi delle peculiarità di ogni fase della vita.

I modelli alternativi

Essere genitori non è difficile solamente perché, come detto all’inizio, è complicato seguire la crescita dei bambini, ma anche perché ogni forma educativa ha i suoi pro e i suoi limiti (più che contro).

Nel caso dei genitori medusa sono da considerare come a volte si rischia che il bambino viva una forma di autonomia prematura della quale non è ancora pronto. Allo stesso tempo questi bambini potrebbero non riuscire a compiere compiti, rispettare impegni e doveri con conseguente minore fiducia in sé stessi. Inoltre potrebbero sviluppare difficoltà a mantenere i limiti e a ricevere risposte negative.

Ma quali sono le alternative?

Prendendo spunto sempre dal mondo animale esistono almeno altre due tipologie di stile educativo, ovvero quello del genitore tigre e quello del genitore delfino.

Il genitore tigre è, com’è facile intuire, quello autoritario e quello che spinge il figlio nelle scelte da prendere e si rivelano non propositivi, incapaci di promuovere l’automotivazione e il controllo del bambino e impostando l’educazione sulla base di regole rigide e precise.

I genitori delfino, invece, sono una sorta di via di mezzo e di equilibrio tra le due altre forme di genitorialità rivelandosi amorevoli e premurosi e, allo stesso tempo, fermi nel loro approccio senza rinunciare a una sana flessibilità. Questi genitori scelgono di comunicare con i figli e collaborare con loro stabilendo al contempo confini precisi e stabilendo conseguenze al comportamento dei bambini.

Uscendo dal mondo animale, invece, si parla di genitori elicottero indicando con questa espressione l’atteggiamento apprensivo e iperprotettivo dei genitori che finiscono spesso per sostituirsi ai bambini non solo scegliendo ciò che è bene per loro ma anche svolgendo i compiti che, invece, sarebbero di loro competenza.

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  • Bambino (1-6 anni)