
Cos'è l'egocentrismo infantile? Quando e come si manifesta? Scopriamo di più su come si caratterizza il modo di pensare tipico dei bambini dai 2 ...
Perché a volte i bambini sono aggressivi? Scopriamo le cause dell'aggressività e come i genitori dovrebbero comportarsi (e cosa non fare).
Le cause dell’aggressività nei bambini sono diverse. Ciò che le accomuna è che l’aggressività non è mai immotivata, ma scaturisce da uno stato di frustrazione, di malessere interiore. A volte può derivare semplicemente dall’incapacità di esprimersi, di mostrare le proprie emozioni.
Si comprende allora quanto il ruolo dell’adulto sia decisivo. Innanzitutto, i genitori devono osservare i bambini, immedesimarsi nel loro ambiente e provare a comprendere i loro desideri, le emozioni e anche le motivazioni del disagio, che può manifestarsi con l’aggressività.
Quando i bambini provano un’emozione molto forte, vivono spesso uno stress emotivo che li può far reagire con rabbia; in quel momento, il bambino sta cercando di dare sfogo alla frustrazione per liberarsene. Solo che ancora non sa che è il modo sbagliato di farlo.
L’aggressività può ricondursi ad altre cause: dolore ai denti, stimolazione troppo intensa, oppure tentativo di esplorazione attraverso i 5 sensi, e i conseguenti morsi dei bambini. Poi c’è la curiosità, l’elemento della sfida: i bambini potrebbero voler capire quali reazioni provocheranno i loro comportamenti.
Un’altra causa dell’aggressività sta nel pregiudizio di guardare agli altri come a dei nemici con cui competere; nel pensare che ci siano ostili e non vogliano il nostro bene. Quando i bambini credono di essere attaccati o minacciati da altri, solitamente reagiscono in modo aggressivo. Questo varia anche da cultura a cultura; chi cresce i figli stando sempre sulla difensiva nei confronti del mondo, probabilmente avrà bambini più aggressivi.
Qualsiasi siano le cause, è importante individuarle ma soprattutto capire che i bambini, attraverso i loro comportamenti aggressivi, ci mandano un segnale: hanno perso il controllo e invece vorrebbero ritrovare equilibrio e serenità.
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È facile confondere aggressività e violenza. Questi termini possono sembrare significare la stessa cosa, ma in realtà non è così e non vanno confusi. L’aggressività, infatti, non implica necessariamente la violenza.
Chi è aggressivo (ma non violento) sa controllare le sue pulsioni, non ricorre automaticamente alla violenza. Questa, invece, presuppone la volontà di ferire; l’aggressività scaturisce come qualcosa di spontaneo, che successivamente può evolvere (non è detto) in violenza.
Esiste un tipo di aggressività simile alla decisione, la grinta nell’affrontare diverse situazioni. È normale provare rabbia, è sano, ed è importante non reprimere questa emozione e le manifestazioni di aggressività ad essa connesse.
I bambini dovrebbero crescere in un ambiente dove possano esprimere le proprie contrarietà, i dissensi, e imparare a dare un nome alle emozioni che provano, a riconoscerle per gestirle al meglio.
Questo è fondamentale per arrivare al passo successivo: il controllo dei propri stati emotivi. Naturalmente, essere consapevoli che l’aggressività è una dimensione normale, che il bambino deve imparare a incanalare, non vuol dire giustificare la violenza.
A sua volta, l’adulto deve imparare a capire cosa vogliono dire certe azioni e parole. Se il “ti odio” di un bambino appare aggressivo, spesso nasconde tanta insicurezza e il timore di non essere amati, di non essere all’altezza e non meritare l’amore dei propri genitori.
Per prevenire l’aggressività è fondamentale insegnare ai bambini il rispetto, la gentilezza verso gli altri, la collaborazione e l’aiuto reciproco. Naturalmente i genitori hanno un compito delicato e difficile. È fondamentale che i bambini imparino a non giudicare, a non voler avere sempre l’ultima parola, ma saper “cedere” in modo intelligente, per stare meglio con se stessi e gli altri.
Inoltre, bisogna sempre ricordarsi che il bambino sta crescendo; con la crescita e lo sviluppo impara a stare con gli altri, a relazionarsi con altri bambini e adulti. È normale anche sbagliare, specialmente le prime volte.
L’importante è che dopo essere inciampati ci si rialzi, per crescere e imparare a condividere. Le reazioni aggressive, quindi, sono normali e in alcuni casi comprensibili; bisogna rendere i bambini consapevoli che queste possono ferire le altre persone, insegnando qual è il modo migliore per non farlo.
Un atteggiamento piuttosto diffuso tra genitori è quello di assumere una visione centrata sull’adulto, cioè sul suo specifico punto di vista. E un errore comune è proprio la mancanza di immedesimazione nel bambino e nei suoi bisogni e desideri.
Quando si osserva un bambino che assume comportamenti aggressivi, è importante non colpevolizzarlo. Spesso, in questi momenti di tensione, riuscire a mantenere la calma è la soluzione migliore che facilità l’allentamento della tensione; il bambino si tranquillizza più facilmente e più velocemente quando l’adulto di riferimento è sicuro e sereno (non arrabbiato a sua volta).
Anche intromettersi eccessivamente è sbagliato. Il bambino va educato, gradualmente, a saper risolvere da solo i conflitti, per imparare a fronteggiare le difficoltà e diventare autonomo. Infine, non bisogna insegnare ai bambini a mettersi sulla difensiva nei confronti degli altri, ma mostrarsi aperti e ben disposti.
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