Il nome Enea richiama alla mente l’eroe del poema epico di Virgilio che prende il suo nome, Eneide, e, per quanto l’autore mantovano volesse, con la sua opera, rendere omaggio all’imperatore Augusto immaginando per lui eroiche origini, effettivamente l’origine del nome è greca. È infatti il continuo del greco Αινείας (Aineias), che ha un significato incerto: potrebbe infatti derivare dal termine αινη (aine) o αἶνος (ainos), “lode” (ma anche “riconoscimento”, “storia”, “racconto”), e assumere quindi il significato di “degno di lode”, ma potrebbe anche essere correlato al termine ainos, che significa “terribile”, “orribile”.

Enea, come detto, figlio di Anchise e di Afrodite e perciò semidio, è il protagonista dell’Eneide di Virgilio, ma compare anche nell’Iliade di Omero, ed è il capostipite dei romani. Enea è però anche un personaggio del Nuovo Testamento, in particolare degli Atti degli Apostoli, un uomo immobilizzato a letto da otto anni che si alzò in piedi dopo il richiamo di un apostolo che gli aveva detto che Gesù lo aveva guarito.

L’onomastico di Enea si celebra il 15 novembre, in onore del beato Enea di Faenza, il cui culto non è mai stato ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa. In Italia è un nome particolarmente apprezzato, soprattutto negli ultimi anni: nel 1999 erano appena 66 i bambini chiamati così, mentre nel 2019 sono stati ben 1478. Nell’ottobre del 2021 anche l’influencer Paola Turani lo ha scelto come nome per il suo primogenito.

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