
"Fumo e paracetamolo in gravidanza sono legati alla pubertà precoce dei figli"
Nuovi studi evidenziano una correlazione tra l'uso di nicotina e paracetamolo in gravidanza e la pubertà precoce dei figli.
Fumare in gravidanza e durante l'allattamento è un'abitudine difficile da rimuovere, ma che può creare seri danni per il bambino.
Se è abbastanza comune l’idea che fumare durante la gravidanza sia nocivo per la salute del bambino, lo è meno per il periodo dell’allattamento. Eppure le ricerche condotte sull’argomento mostrano come il 10% delle donne continua a fumare sia durante la gravidanza che l’allattamento.
Approfondiamo l’argomento cercando di capire perché non è possibile fumare anche quando si allatta.
No, la risposta è esplicitamente negativa: non si può fumare in allattamento. L’indicazione è quella di optare per un’astensione totale.
Cosa fare quando non si riesce a smettere? In questo caso: “si raccomanda la riduzione del numero di sigarette e dell’esposizione al fumo passivo”. C’è allo stesso tempo da dire che l’allattamento al seno è di per sé una protezione per il bambino, motivo per cui l’American Academy of Pediatrics (AAP) ha eliminato la nicotina tra le sostanze controindicate durante l’allattamento. Ma nonostante questo fumare in allattamento rimane una scelta rischiosa da evitare o, al massimo ridurre il più possibile.
Quanto detto per le sigarette tradizionali vale anche per le sigaretta elettronica. Nonostante si tratti di un dispositivo meno pericoloso, continente comunque percentuali di nicotina alle quali si aggiungono anche altre sostanze tossiche che, seppur minori rispetto a quelle delle sigarette tradizionali, possono costituire un problema per la salute della mamma e del bambino.
Tra le principali conseguenze che il fumo passivo provoca nei bambini troviamo “infezioni delle vie respiratorie come riniti, otiti, bronchiti, bronco-polmoniti e attacchi d’asma”.
Inoltre, le sostanze tossiche (non solo la nicotina) assunte dalla mamma e trasmesse al bambino tramite il latte, provocano una riduzione dell’ossigenazione della pelle del bambino, così come un aumento del rischio della morte improvvisa del lattante (SIDS), problemi alla tiroide e alterazione dei ritmi di riposo del neonato.
Per la mamma i rischi sono quelli classici derivati dal fumo che in gravidanza vengono ampliati. La nicotina, infatti, modifica lo stimolo alla suzione del bambino, con l’effetto di ridurre la produzione di latte. Per le donne l’attenzione al fumo deve essere maggiore in quanto questa abitudine è associata a una serie di disturbi del ciclo mestruale e al rischio di avere una menopausa anticipata. Il fumo è inoltre uno dei fattori che può ridurre la fertilità, non solo femminile ma anche maschile.
In conclusione è doverosa una considerazione. Il fumo, al pari di altre, è sì una scelta, ma anche una dipendenza. Nel caso in cui non si riesca a smettere definitivamente di fumare, non bisogna per questo rinunciare ad allattare al seno. Questo perché, nonostante i rischi legati al fumo, i benefici dell’allattamento al seno sono insostituibili e preziosi per la crescita sana del bambino.
Si tratta quindi di un bene non sacrificabile, nemmeno alla luce dei problemi che possono derivare dal fumo delle sigarette.
È importante sottolineare come fumare in allattamento non sia da evitare solo per le mamme, ma anche per tutti coloro che stanno intorno al bambino. Per questo un primo consiglio fondamentale è quello di non fumare in casa e di farlo lontano dal bambino: il fumo passivo è sempre pericoloso, specie per i bambini più piccoli.
Per le mamme che proprio non riescono a smettere può essere utile provare almeno a ridurre il numero di sigarette quotidiano preferendo di fumare subito dopo aver allattato e non prima.
Articolo originale pubblicato il 3 settembre 2020
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