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Bianco, giallo-arancio, arancione-rosato, verdognolo, marrone, rosato, nero o rosa; perché il latte materno può assumere questi colori? Cosa significano? Ecco quando preoccuparsi.
No, il latte materno non è necessariamente bianco e del colore cui siamo abituati a immaginare questo liquido. Non sempre è un qualcosa che deve spaventare o preoccupare, ma è importante comprendere da cosa dipende la colorazione del latte e che cosa indica quella precisa tonalità.
In questo studio dedicato ai nutrienti e ai fattori bioattivi presenti nel latte materno si evidenzia come questo sia un fluido dinamico la cui composizione varia in base allo stadio della lattazione e tra neonati prematuri e quelli a termine. Il latte materno cambia aspetto non solo durante il giorno, ma anche all’interno di ogni singola poppata e da donna a donna, tanto che non c’è una forma uguale per tutti.
È quindi normale che il latte materno muta colore e c’è quindi un cambiamento sia cronologico che legato alle abitudini alimentari della madre. Dal punto di vista cronologico l’Australian Breastfeeding Association sottolinea come il colostro, il primo liquido prodotto dopo il parto, ha un colore solitamente giallastro, mentre il latte maturo uno bianco-bluastro. La dieta, con i coloranti presenti negli alimenti o nelle bevande, può influenzare il colore del latte materno.
Il latte umano (quello di formula è sempre dello stesso colore) può quindi assumere, come riportato anche dalla La Leche League Italia, le seguenti colorazioni:
La quasi totalità di queste colorazioni è innocua per la madre e per il bambino o comunque un semplice riflesso dell’alimentazione che si sta seguendo. In alcuni casi, alcuni rari altri meno, può essere la conseguenza di una condizione che richiede una particolare attenzione.
La colorazione bianca è quella comune nel latte maturo (dopo la fine della produzione del colostro) e verso la fine dell’allattamento.
Il latte materno assume questo colore quando si mangiano cibi ricchi di beta-carotene come zucca, zucchine, carote e patate dolci. Anche quando si congela il latte si può avere una colorazione di questo tipo.
Questo particolare colore si verifica per effetto dei coloranti presenti nelle bevande alla frutta, nei dessert con la gelatina e nelle bevande gassate.
Il latte materno di colore verdognolo è associato al consumo di verdure di colore verde (soprattutto spinaci), concentrati di vitamine naturali, bevande energetiche (come quelle utilizzate dagli sportivi) e anche alimenti di colore blu.
Il latte di colore marrone può verificarsi nei primi giorni dopo il parto per effetto dell’espansione dei dotti lattiferi nel seno. Il maggior afflusso di sangue può determinare questa particolare colorazione che dovrebbe risolversi spontaneamente nel giro di pochi giorni.
A volte il latte di colore rosato è la conseguenza dell’assunzione di cibi particolarmente colorati come la barbabietola, ma più frequentemente per la presenza di sangue nel latte. Più che un segnale d’allarme per il bambino (che non subisce danni o conseguenze da questo tipo di latte), è il segno che la donna ha le ragadi sui capezzoli o la mastite, condizioni che possono provocare la fuoriuscita di sangue. Molto raramente la presenza di sangue nel latte può essere il segno di papillomi (escrescenze benigne) o del cancro al seno.
Spesso si ha un colore di questo tipo per effetto dell’assunzione di alcuni farmaci o per la presenza di macchie di sangue.
Una forma rarissima è quella del latte rosa (strawberry milk) e, a differenza delle colorazioni precedenti, la causa non è alimentare, ma batterica. Come riportato in questo studio, infatti, il colore rosato è la conseguenza della colonizzazione del latte materno da parte del batterio Serratia marcescens.
In questi casi è improbabile che il bambino ingerisca un numero sufficiente di questi microrganismi e sviluppare una malattia, ma l’indicazione è quella di intraprendere un trattamento con antibiotici che si rivela risolutivo.
Articolo originale pubblicato il 7 febbraio 2023
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