Banca del latte materno: come funziona e come diventare donatrice
La scelta di donare il latte materno è molto importante: il latte viene conservato nelle banche del latte umano e distribuito ai neonati che ne hanno necessità. Ecco come fare.
La scelta di donare il latte materno è molto importante: il latte viene conservato nelle banche del latte umano e distribuito ai neonati che ne hanno necessità. Ecco come fare.
Le donne possono scegliere di donare il proprio latte ad una banca del latte materno, strutture che conservano il latte umano per utilizzarlo secondo le necessità delle Terapie intensive neonatali degli ospedali, nei servizi pediatrici o direttamente a casa dei piccoli pazienti.
Attualmente in Italia esistono 35 Banche del latte umano donato (BLUD) per la maggior parte localizzate nelle regioni del nord, ed è uno dei Paesi europei con la più alta presenza di banche del latte donato.
Scopo dell’istituzione delle banche del latte materno è garantire ai neonati, soprattutto nati prematuri, l’accesso al latte umano.
Il latte materno offre al neonato diversi benefici, e l’allattamento al seno è raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino. Le Banche del latte materno nascono per offrire un servizio di selezione, raccolta e distribuzione del latte donato.
Nel video qui sotto vi mostriamo come funziona una banca del latte (quella degli Spedali Civili di Brescia) e come fare per diventare donatrice.
La donazione rappresenta una scelta importante, ed è regolata da precise Linee guida volte a tutelare la salute del neonato che lo riceverà. Spiega il Ministero della salute:
Le Banche del Latte Umano Donato offrono un servizio finalizzato a selezionare, raccogliere, conservare e distribuire latte umano donato, da utilizzare per specifiche necessità mediche. L’accurata esecuzione delle procedure indicate nelle Linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle Banche del Latte Umano Donato nell’ambito della protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno (Accordo Stato Regioni 5 dicembre 2013) consente di realizzare un valido equilibrio tra sicurezza e qualità.
La raccolta del latte materno deve essere effettuata seguendo scrupolosamente le procedure di sicurezza indicate dalle Linee guida, per non contaminare il liquido. Una volta arrivato alla Banca il latte viene pastorizzato per eliminare eventuali germi e batteri, quindi congelato, sigillato ed etichettato, pronto per essere utilizzato in caso di necessità.
Come anticipato, l’utilizzo più frequente del latte materno donato riguarda l’alimentazione dei neonati pretermine, ma può essere indicato anche nel caso in cui un neonato non possa ricevere il latte materno per un determinato periodo (per lontananza dalla madre, o per motivi di salute della madre stessa) o nel caso soffra di particolari patologie che impediscono l’allattamento al seno.
In queste situazioni la scelta preferibile è di garantire comunque l’accesso al latte umano anziché ripiegare sul latte artificiale. Sono diversi infatti i vantaggi del ricorso al latte materno conservato nelle banche per i neonati pretermine, come riportano le Linee guida:
Tutte le mamme in buono stato di salute e che hanno uno stile di vita sano, se producono più latte di quello consumato dal loro bambino, possono optare per la donazione.
Per la donazione del latte si può inoltrare la propria richiesta direttamente alla Banca più vicina: la procedura prevede la somministrazione di un questionario seguito da uno screening per valutare la storia clinica della donna, quindi vengono eseguiti degli esami sierologici per escludere la presenza di agenti contaminanti.
Le mamme idonee possono quindi diventare donatrici, e ricevono le istruzioni per una corretta raccolta e conservazione del latte da destinare alla banca.
Sono escluse dalla donazione le mamme fumatrici, che fanno uso di droga o che assumono alcol o altre sostanze nocive per il neonato, donne che hanno malattie infettive o che stanno assumendo alcuni particolari farmaci.
Come spiega il sito dell’Associazione delle banche del latte umano, la raccolta del latte segue alcune indicazioni specifiche sulla frequenza e la modalità di raccolta:
Sono consigliate le raccolte protratte e regolari (l’estrazione routinaria, una o più volte al giorno è la più efficace), anche se di volume non elevato. Molte nutrici preferiscono raccogliere il latte per la Banca dopo la poppata del loro figlio. Questa pratica, determinando lo svuotamento completo dei seni, è anche un valido stimolo per la produzione di latte. La quota di latte donato varia da donna a donna e in relazione alla fase dell’allattamento. Si dona la quantità che è ragionevolmente possibile e per il tempo che si desidera. Ogni goccia di latte è importante, specialmente se è di madre che ha partorito prima del termine o da poche settimane (per le speciali caratteristiche nutrizionali e protettive).
La donazione andrebbe preferibilmente effettuata dal primo mese dopo il parto (una volta che l’allattamento al seno del proprio figlio è avviato) e comunque entro il primo anno dalla nascita del proprio figlio, perché le caratteristiche del latte con il tempo si modificano per adattarsi alle necessità di un bambino più grande, e il latte non risulta altrettanto adeguato per un neonato.
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