Il vaccino contro il cancro del collo dell’utero è arrivato anche in Italia. Si troverà in farmacia per tutte le donne dai 9 ai 26 anni. Le dodicenni, per disposizione del ministero della Salute, potranno averlo gratuitamente. Il vaccino Gardasil, prodotto dalla Sanofi Pasteur Msd e dalla Merck è in grado di impedire l’infezione del Papillomavirus, che è responsabile del 70 per cento dei casi di tumore del collo dell’utero oltre a diverse lesioni dell’apparato genitale esterno femminile.

Si tratta di una grande notizia per le donne – ha detto l’oncologo Umberto Veronesi – che per la prima volta hanno la possibilità di proteggersi in modo quasi totale da quella che è ancora oggi una delle principali cause di tumore nella popolazione femminile, ma anche per la ricerca oncologica, che vede confermate intuizioni sulle cause del cancro che sono allo studio da più di 100 anni in tutto il mondo“.

Questa certezza scientifica – continua lo scienziato – spalanca le porte alla prevenzione e offre speranze concrete di sconfiggere un tipo di tumore che fino a poco tempo fa era considerato un big killer”.

Poiché il papillomavirus si trasmette per via sessuale, la strategia migliore consiste nel somministrare il vaccino alle ragazze che non hanno ancora avuto rapporti. Così si spiega la scelta delle dodicenni come fascia di età esentata dal prezzo del Gardasil, che è di 188,15 euro a confezione. La vaccinazione, che avviene tramite un’iniezione intramuscolare, deve essere ripetuta tre volte nell’arco di un anno, con il costo totale che diventa così di 564,45 euro.

A dodici anni – spiega Giorgio Bartolozzi della commissione nazionale vaccini – in genere non si sono ancora avuti rapporti sessuali e in più le ragazze sono chiamate a fare i richiami delle altre vaccinazioni”. Le Regioni dal canto loro si preparano a offrire lo ‘scudo’ contro il cancro al collo dell’utero alla prima fascia d’età prescelta, ma non tutte si sono ancora adeguate alla misura che prevede la gratuità per le dodicenni, ma saranno comunque costrette a farlo entro la fine dell’anno.

Nel corso della vita, si stima che il 70 per cento delle donne entri in contatto con il papillomavirus e si calcola che in Italia il tumore del collo dell’utero colpisce ogni anno 3.500 italiane, provocando la morte di 1.700 malate. Fermo restando che in alcune zone deve ancora essere fortemente potenziata l’attività di screening di massa attraverso il Pap-test, che in alcune Regioni non arriva a coprire il 25% della popolazione femminile, entro il primo gennaio 2008, stando a ciò che afferma la senatrice Laura Bianconi, in rappresentanza della commissione Sanità di Palazzo Madama, “si dovrà aver dato inizio alla vaccinazione delle dodicenni”.

Il vaccino Gardasil è acquistabile negli Stati Uniti da giugno del 2006, è stato approvato dall’Unione europea il 20 settembre 2006. Finora la prevenzione era affidata al Pap-test, che permetteva di verificare la presenza di lesioni provocate dal virus. Le donne tra 45 e 54 anni in Italia eseguono regolarmente l’esame in otto casi su dieci. Ma nelle ragazze tra 25 e 29 anni questo tasso scende al 44 per cento.

“L’arrivo del vaccino – ribadisce Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale – non deve indurci ad abbassare la guardia. Il Pap-test rimane uno strumento insostituibile per la prevenzione del tumore”.

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