La meningite è un’infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello. Nella maggior parte dei casi è provocata da un’infezione, ma può essere dovuta (succede però molto raramente) anche all’assunzione di alcuni farmaci e alla presenza di patologie specifiche (neoplasie, cioè masse tumorali). L’infezione da meningococco di tipo B colpisce in media 200 persone ogni anno e risulta mortale nel 10% dei casi.

Le cause della meningite

La meningite, come detto, è nella maggior parte dei casi di tipo infettivo. Esistono diversi tipi di meningite infettiva, come riporta anche il sito del Ministero della salute:

  • meningite virale: è la più diffusa, non ha quasi mai conseguenze gravi e si risolve in 7-10 giorni. È provocata soprattutto da herpesvirus ed enterovirus
  • meningite batterica: più rara ma estremamente grave, può essere letale. Può essere causata dal batterio del meningococco (neisseria meningitidis), un batterio molto diffuso ma che raramente dà origine a infezioni.
  • meningite da funghi: è particolarmente grave. A essere maggiormente a rischio sono le persone che hanno basse difese immunitarie.

Se la meningite è di tipo virale presenta un periodo di incubazione da 3 a 6 giorni, se è batterica da 2 a 10 giorni. Il tipo più grave di meningite infettiva è quella batterica da meningococco di tipo B e C. Spiega il Ministero della Salute:

In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti. I sintomi sono gli stessi delle altre meningiti ma, nel 10-20% dei casi, la malattia ha un andamento rapido ed acuto, a decorso fulminante, che può portare al decesso in poche ore, anche in presenza di una terapia adeguata. I malati sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica; la contagiosità è, comunque, bassa e i casi secondari sono rari. In presenza di meningite è indicata la profilassi antibiotica dei contatti stretti.

Altri batteri che causano la meningite sono il pneumococco (streptococcus pneumoniae), che può provocare anche polmonite e altre infezioni delle vie respiratorie, e l’emofilo (haemophilus influenzae), per cui oggi esiste un vaccino ad hoc.

La meningite batterica colpisce prevalentemente bambini e anziani e la stagione in cui è più frequente è quella invernale. Possono essere maggiormente esposti all’infezione i soggetti che vivono in ambienti particolarmente affollati, i fumatori, chi soffre di patologie delle vie respiratorie o di altre patologie (Hiv, immunodeficienze, cardiopatie, diabete). La meningite si trasmette infatti attraverso le vie respiratorie, tramite gocce di saliva e secrezioni nasali.

Non è detto che chiunque viva in prossimità di chi ha preso l’infezione la presenti a sua volta: secondo le stime del Ministero sono molto basse le percentuali di trasmissione, e vanno da 1 occorrenza su 300 nel caso di ambienti familiari, di 1 su 1.500 tra i contatti più stretti, di 1 su 18.000 nelle scuole primarie e di 1 su 33.000 in quelle secondarie.

I sintomi della meningite

Di frequente soprattutto nelle prime fasi dell’infezione la meningite non presenta sintomi particolari, e per i primi giorni compaiono solo sonnolenza, mal di testa e inappetenza. Dopo pochi giorni (2-3) si aggiungono nausea e vomito, febbre alta, sensibilità alla luce e pallore. A segnalare la presenza dell’infezione sono poi soprattutto la rigidità della nuca, convulsioni, stati confusionari.

Se l’infezione colpisce un neonato può provocare pianto continuo, sonnolenza e inappetenza. In alcuni bambini si osserva un ingrossamento della testa in prossimità della fontanella.

Se la meningite è di tipo fulminante le condizioni cliniche del paziente precipitano in poche ore, e compaiono delle macchie sul volto, dovute alle emorraggie dei vasi sanguigni.

Come si cura la meningite

Per un esito positivo della malattia è fondamentale una diagnosi tempestiva, che si effettua attraverso una puntura spinale con prelievo di liquor e coltura batterica volta a individuare l’agente responsabile per intervenire con una terapia antibiotica adeguata e attivare la profilassi per le persone che possono essere state infettate a loro volta.

Se invece la meningite è di tipo virale gli antibiotici non sono efficaci, però in questo caso l’infezione non mette in pericolo la vita del paziente e si guarisce in pochi giorni con l’aiuto di farmaci volti ad alleviare i sintomi.

Il vaccino per la meningite

Dal momento che, come abbiamo visto, la meningite di tipo batterico è particolarmente aggressiva e pericolosa, per le persone considerate a rischio è raccomandato agire preventivamente: il vaccino per la meningite è sicuramente l’arma più importante per prevenire il contagio. Non è inserito tra i vaccini obbligatori ma si trova tra quelli raccomandati.

Esistono diversi tipi di vaccino per la meningite (anti-meningococco), come spiega il Ministero della Salute:

  • vaccino per la meningite C (meningococco C): è il più diffuso, ma protegge solo dal ceppo C
  • vaccino tetravalente: protegge dai sierogruppi A, C, W e Y
  • vaccino per la meningite B: protegge dal meningococco di tipo B

Sono disponibili inoltre vaccini contro l’emofilo B e il pneumococco: tutti questi vaccini sono gratuiti per le fasce di popolazione considerate a rischio.

La vaccinazione per il meningococco B va effettuata nel primo anno di vita del bambino (al terzo, quarto e sesto mese, con richiamo al tredicesimo mese). Quella per il meningococco C è per i bambini sopra l’anno di età (a 13 mesi e 15 mesi) mentre la vaccinazione tetravalente è rivolta agli adolescenti.

La vaccinazione per l’emofilo B viene effettuata con le vaccinazioni antitetanica, antidifterica, antipertosse, antipolio e antiepatite B al terzo, quinto e undicesimo mese di vita de bambino. Infine la vaccinazione per il pneumococco viene somministrata al terzo, quinto e undicesimo mese di vita del bambino. Da qualche tempo tale vaccinazione è somministrata gratuitamente anche a chi ha compiuto 65 anni.

Gli effetti collaterali della vaccinazione per la meningite

Non sono stati riscontrati particolari effetti collaterali nella somministrazione del vaccino per la meningite, che risulta ben tollerato. Tra i possibili effetti collaterali si trovano rossore, gonfiore e dolore all’altezza del punto in cui è stata effettuata l’iniezione.

Tali sintomi, come spiega un documento redatto dall’Azienda sanitaria del Veneto,  scompaiono dopo un paio di giorni e si presentano nel 5-10% dei casi. Reazioni più intense possono essere una moderata febbre, sonnolenza, mal di testa e malessere, che scompaiono dopo due o tre giorni.

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  • Salute e Benessere