Prima di avere figli capita di fare progetti, proclami e giuramenti sulle cose che proprio “non faremo mai”. Ci sono passata anche io, com’è ovvio.

Salvo poi scontrarmi con la vita vera, e con la portata di un’esperienza che non immaginavo essere così radicale e così potente, nel bene e nel male.

I miei 6 buoni propositi (rimasti tali)

Ecco dunque qualche esempio concreto delle cose che non volevo fare da mamma, e invece ho fatto (in qualche caso con molta gioia).

1. Far dormire i bambini nel lettone

Prima che nascessero Davide e Flavia ero molto sicura su cosa dovesse fare “una brava mamma”. Ero la classica non-madre infarcita di principi teorici e granitici in materia di educazione, divieti e norme di qualsiasi genere.

A cominciare, naturalmente dalla prima regola delle mamme perfette: i bambini non devono dormire nel lettone.

Tutto questo, però, era prima di conoscere il mio primogenito e sua sorella dopo di lui, e di scoprire che, a volte, la scelta del cosleeping coi propri figli risponde semplicemente a un bisogno profondo dei bambini stessi, e non ha niente a che vedere col “viziarli” o con l’imprimere in loro delle cattive abitudini (e se anche, per inciso, fosse solo un modo per sopravvivere meglio alle poppate e ai risvegli notturni, direi che va benissimo lo stesso).

2. Usare la minaccia di Babbo Natale

cose che non volevo fare con i miei figli

Ebbene sì, lo confesso. Mi è capitato, e anche più di una volta, di ricorrere alla più subdola (ma anche una delle più efficaci, stando alle reazioni dei miei piccoli pazzerelli) delle minacce che un genitore possa sfoderare per riportare la calma dentro casa.

Il ricorso a lui, il solo e unico supremo alleato delle mamme e dei papà di tutto l’occidente: Babbo Natale.

E so che suona sleale, e magari anche un poco patetico, ma vi assicuro che anche sotto il solleone di luglio, la prospettiva di ritrovarsi senza regali sotto l’albero può ricondurre a più miti consigli anche il più vivace e irragionevole dei bambini. Magari solo per dieci minuti, ma saranno stati dieci minuti fantastici!

3. Allattare “a lungo”

Stessa storia del punto precedente. Prima di avere figli ritenevo che fosse sbagliato (per non dire morboso, patetico, deleterio etc) allattare i bambini più a lungo dei canonici sei mesi che precedono lo svezzamento.

Alla fine, mi ritrovo ad avere all’attivo un monte complessivo di circa quattro anni di allattamento, suddivisi quasi alla pari tra il figlio numero uno e la figlia numero due. A riprova che in fatto di maternità non esistono verità stereotipate né precetti universali, ma solo gli equilibri personali, insindacabili e delicati di ciascuna famiglia.

4. Essere gelosa dei miei figli

Questa è una delle cose che in effetti mi ha sorpresa di più, nella mia esperienza di maternità. Io, che mai nella vita mi ero ritrovata a essere gelosa di un partner, di un fidanzato o di mio marito, ho sperimentato per la prima volta una sensazione di gelosia nei confronti dei miei figli, specie quando erano ancora molto piccoli.

Una forma di esclusività e di insicurezza che in qualche momento è arrivata a turbarmi e farmi sentire un po’ colpevole. La verità è che quando sperimenti un legame così intenso con qualcuno, quando hai la consapevolezza che un’altra persona sia letteralmente “fatta di te”, può capitare di provare un sentimento di reciproca appartenenza.

E di godere della sensazione inedita di essere speciale e davvero indispensabile per qualcuno.

5. Mangiare schifezze di nascosto

cose che faccio di nascosto dai figli

L’idea di fare una cosa del genere, prima, mi avrebbe fatto inorridire. Il pensiero di trangugiare di nascosto dai miei figli sacchetti di patatine alla cipolla e barrette di cioccolato al whiskey – più per evitare di condividerli con loro, che non per la preoccupazione per la loro educazione alimentare – era escluso dai miei progetti relativi alla maternità.

E invece ho fatto questo e altro, più volte, e senza scrupoli. Almeno fino a quando Davide e Flavia sono stati abbastanza piccoli da poter essere “fregati”.

6. Urlare come un’aquila

Questa è l’unica cosa per la quale, scherzi a parte, mi sento davvero colpevole. Non volevo essere una madre che urla. Purtroppo, però, quando sei impegnato nella difficile sfida di crescere dei figli, capita che la stanchezza, l’ansia e la frustrazione prendano il sopravvento.

E che ci si ritrovi a strillare come un’aquila all’indirizzo dei propri bambini, pur sapendo che non solo non serve, ma è addirittura controproducente. Non resta, in questi casi, che confidare nella saggezza dei bambini e nella forza dell’amore che ci lega reciprocamente, sperando che bastino per farci perdonare quando perdiamo la pazienza.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Rating: 4.7/5. Su un totale di 3 voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Storie