Gli effetti (non solo fisici) dell’ovariectomia e l'importanza della prevenzione

L'ovariectomia è l'intervento di rimozione di una o entrambe le ovaie che viene eseguito a scopo preventivo contro i tumori (come quello fatto dall'attrice Angelina Jolie). Un intervento invasivo che stravolge la vita delle donne.

Un errore molto diffuso è quello di considerare l’apparato genitale femminile esclusivamente in termini di fecondazione e riproduzione. Tra le parti più importanti di questo apparato troviamo le ovaie, ovvero, gli organi dell’apparato riproduttivo femminile all’interno del quale sono presenti gli ovociti (le cellule uovo) e che sono collegate all’utero tramite i canali delle tube di Fallopio.

La funzione riproduttiva è solo una delle attività svolte, in quanto le ovaie si occupano anche di secernere il progesterone e gli estrogeni. Il lavoro di produzione ed emissione di questi ormoni è fondamentale non solo per quel che riguarda il concepimento, ma anche per regolare i processi di apprendimento e memoria, per la modulazione dell’umore e del comportamento e influenzano anche le capacità cognitive delle donne.

Questa premessa è necessaria per ribadire come qualsiasi intervento chirurgico finalizzato alla rimozione di uno o più organi dell’apparato riproduttivo femminile non è solo una “questione di fertilità”. E l’ovariectomia è proprio uno di quelli più importanti sul quale porre l’attenzione.

In cosa consiste l’ovariectomia

Quando si parla di ovariectomia si fa riferimento a una procedura chirurgica finalizzata alla rimozione di una o di tutte e due le ovaie. In alcuni casi l’ovariectomia è un intervento parziale che rientra nel più complesso intervento di isterectomia, ovvero quello finalizzato alla rimozione dell’utero e degli organi annessi.

Perché si esegue un’ovariectomia?

L’ovariectomia è un intervento che viene eseguito solitamente quando viene diagnosticato un tumore alle ovaie, un ascesso tubo-ovarico, l’endometriosi, una cisti ovarica benigna o una torsione delle ovaie. In alcuni casi l’asportazione delle ovaie è un trattamento per prevenire l’insorgere del cancro.

Le tipologie di ovariectomia

L’intervento di rimozione delle ovaie può essere monolaterale (riguardare una sola ovaia) o bilaterale (entrambe le ovaie). L’intervento può avvenire o per via laparoscopica mininvasiva o per via laparotomica (chirurgia aperta).

Come si effettua l’ovariectomia

In caso di intervento laparotomico l’asportazione delle ovaie avviene praticando un’incisione nella parte bassa dell’addome. A questo punto il chirurgo isola l’ovaio dall’afflusso di sangue e lo separa dai tessuti circostanti e procede quindi alla rimozione vera e propria.

L’intervento laparoscopico, invece, è meno invasivo in quanto viene eseguito allo stesso modo ma tramite particolari strumenti che vengono inseriti tramite delle microincisioni. Questa tecnica si avvale di tecnologie che consentono al chirurgo di vedere in 3D l’interno del corpo e operare con gli strumenti a sua disposizione per completare l’intervento.

Per la riuscita dell’intervento è importante anche la preparazione. Questa può avvenire presentandosi a digiuno e sospendendo l’assunzione di determinati farmaci.

Di per sé l’ovariectomia è un’operazione sicura ma che, come tutti gli interventi chirurgici presenta dei rischi. Le principali complicanze di un’ovariectomia sono le infezioni, il danneggiamento degli organi vicini, la ritenzione delle cellule ovariche e il sanguinamento. Inoltre in caso di asportazione delle ovaie per un tumore è possibile che durante l’intervento questo si rompa provocando la potenziale diffusione delle cellule cancerose.

Il ritorno alla normalità dopo un’ovariectomia dipende da diversi fattori, specialmente le cause che hanno richiesto questo intervento, il metodo chirurgico utilizzato e lo stato di salute generale della donna. Generalmente nel giro di due, massimo quattro, settimane, il recupero dovrebbe essere completo.

Le conseguenze dell’ovariectomia

Scopo dell’ovariectomia è, come visto, la rimozione di una o entrambe le ovaie; ma quali sono le conseguenze, fisiche e psicologiche, cui va incontro la donna che ha subito questo intervento?

Una prima, definitiva, conseguenza in caso di ovariectomia bilaterale è che la fertilità cessa immediatamente e permanentemente in quanto vi è un “rapido declino dei livelli circolanti di ormoni ovarici”. Se eseguito prima dei quarantacinque anni l’intervento può portare a una menopausa precoce, con tutti i rischi legati alla depressione, alla secchezza vaginale, alle vampate di calore, alla riduzione del desiderio sessuale e al rischio di cardiopatie.

Inoltre l’ovariectomia elimina la secrezione ovarica di testosterone tanto che le donne che si sono sottoposte a questo tipo di intervento risultano avere una concentrazione sierica di testosterone più bassa.

I casi più noti di ovariectomia

Quello di Angelina Jolie del 2013 è solo uno dei casi più noti di ovariectomia (e anche di mastectomia bilaterale preventiva) per prevenire una patologia tumorale a seguito della diagnosi di positività di una specifica mutazione genetica. Sono tante le donne (ma anche i relativi partner) che si trovano di fronte alla scelta se convivere con l’ansia che da un momento all’altro potrebbero scoprire di avere un tumore o stravolgere il proprio corpo e la propria vita con interventi così invasivo.

Uno studio condotto sulle donne che hanno scelto la strada dell’ovariectomia e della mastectomia è emerso come, nonostante lo stravolgimento fisico, le criticità a livello relazionale e sessuale, l’impossibilità di avere figli e l’insoddisfazione per i limiti della ricostruzione estetica, la maggior parte di loro viva positivamente la scelta fatta.

Una scelta certamente non facile e che richiede un’approfondita informazione e un supporto adeguato per ridurre gli impatti stravolgenti di interventi che cambiano profondamente non solo il corpo, ma anche la propria identità e capacità relazionale.

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