Parto trigemellare, quando la gravidanza è multipla: le cose da sapere

Il parto trigemellare naturale è possibile o bisogna sempre ricorrere al cesareo programmato? Cosa indicano le linee guida? E come cambierà il corpo? Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla gravidanza multifetale.

Il termine “triplete”, in Italia, si usa generalmente nel mondo del calcio. Eppure nel resto del mondo è legato ad una gravidanza multifetale, o multipla. Questa porta al parto trigemellare, quindi non due ma tre neonati, pronti a vedere la luce ma probabilmente prima del termine.

Il parto trigemino, rispetto a quello singolo, richiede una serie di “misure di sicurezza”, tra cui maggiori e più frequenti controlli, indagini mirate e, al momento della nascita, personale specializzato e con esperienza maturata proprio nelle gravidanze multifetali.

Vediamo, allora, quando è possibile il parto trigemellare, quali sono le eventuali complicazioni e scopriamo le storie di mamme che sono diventate madri di tre bimbi in un sol colpo.

Parto trigemellare: cause

Le gravidanze multiple negli ultimi anni sono decisamente aumentate, come riporta il documento delle linee guida sulla Gestione della Gravidanza Multipla redatto da Sigo, Aogoi e Agui.

Il fenomeno è legato all’impiego dei trattamenti della fertilità di coppia, che prevedono il trasferimento di due o più embrioni. In passato, attraverso le tecniche di stimolazione ovarica, si assisteva anche a gravidanze multiple, con un numero di feti superiori a 3, che conducevano a una serie di complicanze importanti.

Anche l’età anagrafica gioca un ruolo fondamentale: è stato dimostrato che la gravidanza gemellare è più frequente nelle donne con più di 35 anni. A tutto ciò si aggiunge anche un altro dato, ovvero l’aumento di peso, ormai una costante, che riguarda la maggior parte della popolazione occidentale.

Parto trigemellare: rischi e complicazioni

La gravidanza gemellare, leggiamo sempre sul documento sulla “Gestione della Gravidanza Multipla”, è associata a elevati tassi di complicanze materne e fetali.

Innanzitutto, in caso di gravidanza multipla, il parto avverrà con estrema probabilità prima del termine previsto. La prematurità è, dunque, la complicanza più importante, e che deriva, almeno in oltre il 50% dei casi, proprio da tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA).

I neonati prematuri sono a rischio di vita e richiedono cure intensive, per cui dovranno essere ricoverati in TIN (terapia intensiva neonatale). Questo prevede anche un aggravio di costi, sia familiari sia sociali.

Numeri alla mano, l’epoca gestazionale media al parto diminuisce all’aumentare del numero di feti: 35 settimane in caso di gravidanze bigemine, 32 per le trigemine, e 29 per le quadrigemine.

L’embrioriduzione nelle gravidanze multifetali, ovvero la riduzione selettiva di un embrione indipendentemente dalla corionicità, si legge sulle Linee guida, sembra diminuire i rischi di prematurità e mortalità perinatale dei feti rimanenti.

La placenta accompagna il feto durante tutta l’epoca gestazionale, ma se i feti sono di più? In genere ognuno dovrebbe avere il suo organo di supporto, ma è anche possibile che non sia così. Per questo bisogna effettuare la diagnosi di corionicità, per individuare la presenza delle placente all’interno dell’utero.

Se sono multiple e ben separate, la diagnosi sarà semplice; se sono contigue e si presentano come un’unica massa placentare, bisognerà effettuare ulteriori indagini, come indicato nelle Linee guida:

La gravidanza trigemina con due gemelli monocoriali presenta un rischio aumentato rispetto alla gravidanza trigemina tricoriale triamniotica.

La gravidanza monocoriale monoamniotica (MCMA) è un raro evento, circa l’1% di tutte le gravidanze monocoriali. Tra i rischi si nota un’alta incidenza di perdita fetale entro le 24 settimane di gestazione.

Le cause della perdita sono dovute a malformazioni, prevalentemente a carico di un solo feto (11%-15%), abortività spontanea e trasfusione feto-fetale. È stata invece ridimensionata la causa legata all’intreccio dei cordoni ombelicali (cord entaglement).

Parto trigemellare naturale: è possibile?

In genere, nella gravidanza multifetale si raccomanda l’esecuzione elettiva di un taglio cesareo, considerata l’elevata incidenza di malpresentazioni e prematurità. Ciononostante non bisogna escludere a priori la possibilità di un parto vaginale; secondo le stime, il 10% di donne in attesa di tre gemelli riesce a superare le 37 settimane di gestazione.

Per far sì che avvenga il parto naturale bisogna soddisfare, sempre stando alle linee guida già citate, alcuni requisiti:

  • valutazione ecografica di corionicità, presentazione/situazione e stima del peso dei gemelli. Le gravidanze trigemine totalmente monocoriali o con una coppia di gemelli monocoriali sono più a rischio di complicazioni in gravidanza e in travaglio, di quelle tricoriali. In questi casi è preferibile il parto cesareo elettivo;
  • possibilità di monitorare continuativamente e simultaneamente la frequenza cardiaca dei feti: se ciò non è possibile o difficile, si dovrebbe prendere in considerazione l’esecuzione di un taglio cesareo;
  • presentazione cefalica del primo feto;
  • epoca gestazionale superiore alle 32 settimane.

Inoltre è importante la presenza di ostetrici con esperienza di parto vaginale di gravidanze multiple. Le complicanze ostetriche non sembrano essere superiori a quelle della gravidanza gemellare.

Per quanto riguarda le gravidanze con più di tre feti, le difficoltà di monitoraggio della frequenza cardiaca dei feti e l’elevato tasso di prematurità fanno ritenere l’esecuzione del taglio cesareo la modalità del parto più sicura. In più è necessario il consenso informato della donna.

Ricordiamo che il 75% delle gravidanze trigemine esita in un parto pretermine spontaneo prima della 35esima settimana; il proseguimento della gravidanza oltre la 36^, aumenta il rischio di morte fetale. Pertanto nelle gravidanze trigemine è raccomandato il parto a partire dalla 34^ settimana.

Le testimonianze delle mamme di tre gemelli

Diventare mamma di tre gemelli non è una cosa semplice, ma possibile, sotto tutti i punti di vista. Il caso di Ramie, alias mightymultiples, una donna americana oggi madre di tre bambini, Anna, Connor e Justin, è tra i più emblematici su Instagram.

Ramie quasi ogni giorno posta le foto della sua vita donna e di mamma, sempre col sorriso e in formissima. Infatti, dopo aver ammesso di essersi spaventata alla scoperta della attesa di non uno ma tre bimbi, ha mostrato come, senza sforzo, è tornata alla sua forma pregravidica. Tutto merito proprio dei tre neonati:

Penso sia questo a mantenermi in forma: prenderli dalle culle, trascinare grosse scatole di pannolini, spingere i loro passeggini e altro è fisicamente impegnativo.

Anche Maria, su Instagram triplets_of_copenhagen, mamma di tre bimbi avuti senza ricorrere alla procreazione assistita, è estremamente seguita.

Oltre alle foto dei figli, posta (e riposta) le immagini del suo corpo, di come sia cambiato nel corso della gestazione e di come sia diventato dopo il parto, anche questo cesareo, programmato alla 35^ settimana.

E lo fa sempre con un’ironia disarmante, la sua chiave vincente e filosofia di vita.

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