Cascata blu per il gender reveal party: sotto inchiesta. Come queste feste stanno sfuggendo di mano

L'iniziativa è nata in America nei primi anni duemila su idea di una blogger ed è ormai sempre più diffusa anche in Italia, non solo tra i personaggi famosi: in molti, però, non sembrano però avere il senso del limite.

Il numero di coppie in attesa di un figlio che decidono di organizzare un gender reveal party è in costante crescita. Questa è l’occasione per condividere la gioia che si prova in quel momento con parenti e amici e svelare così uno degli aspetti che incuriosiscono di più quando si vede una donna in gravidanza: il sesso del nascituro.

Chi pensa che un evento simile sia tipico solo dei personaggi famosi, però, si sbaglia. Anzi, loro spesso rappresentano un esempio a cui ispirarsi arrivando anche a eccedere un po’. È quanto accaduto in Brasile, dove due futuri genitori sono arrivati addirittura a colorare una cascata di blu, segno evidentemente dell’arrivo di un maschio.

Una mossa come questa non è stata però esente da conseguenze, ma anzi ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte dell’Agenzia per la protezione ambientale (SEMA) del Mato Grosso. La location scelta, infatti, non era una semplice cascata, ma un corso d’acqua che alimenta un fiume che fornisce sostentamento idrico a una città vicina. Il tutto è stato poi architettato in un periodo in cui la siccità in quella zona si sta facendo sentire, quindi ogni spreco e abuso non può che avere gravi conseguenze

Non sono mancati i commenti negativi per quanto fatto dai due futuri genitori, a partire da quello di Vanessa Costa, ingegnere forestale nota nel Paese sudamericano: “Così tanti modi per fare una festa del genere e hanno scelto quella che ha un impatto ambientale così grande”. Nel frattempo, è ancora in corso un’indagine per appurare i danni ambientali causati: dai primi rilievi effettuati sembra che l’acqua non abbia subito alterazioni, ma un episodio simile rappresenta “un’infrazione” che non può che essere condannata. Nel frattempo la coppia, che aveva a sua volta pubblicato il video, lo ha cancellato dopo essere stata travolta dalle polemiche.

Anche in Italia non mancano gli esempi di gender reveal party che hanno scatenato polemiche. Emblematico è quanto era accaduto a Chiara Nasti, che ha organizzato la sua festa allo Stadio Olimpico di Roma a maggio 2022. Le critiche erano state fortissime, ma lei si era difesa prontamente arrivando a dire: “La verità è che non avete mai visto una cosa simile. Disprezzate perché non potete avere lo stesso vi rende piccoli che neanche potete immaginare”.

Condividere un momento di gioia come questo è lecito e normale, ma sarebbe bene che tutto avvenisse in modo più morigerato, o quantomeno senza mettere a rischio le falde acquifere di un’intera città. C’è da chiedersi anche se eventi del genere abbiano davvero senso, dato che la stessa  ideatrice di queste iniziative le ha sconfessate.

L’allora blogger e giornalista Jenna Karvudinis nel 2008 era reduce da diversi aborti spontanei e non poteva essere che felice di avere un bambina in grembo. Aveva così fatto realizzare una torta, corredata da foto pubblicata sul suo blog, per annunciare il sesso di sua figlia, ma dopo diversi anni e il successo dei gender reveal party ha capito quanto poco senso avesse focalizzarsi così tanto sul sesso del bebè:

C’è una tale ossessione per il genere che diventa limitante in molti modi e sfruttatrice in altri. Non voglio che quello che si ha tra le gambe guidi il cammino di una persona. Voglio che i miei figli crescano in un mondo dove il genere non conta.

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