25 miliardi di pannolini prodotti ogni anno, solo in Europa. 110.000 tonnellate di plastica. 350.000 alberi tagliati per la cellulosa. 4.500 pannolini per ogni bambino, pari a 550 kg di CO2 in tre anni. 900.000 pannolini che finiscono nelle discariche italiane ogni anno, dove impiegano oltre 500 anni a decomporsi.

Tutti i genitori possono confermarlo: i neonati e i lattanti consumano una quantità straordinariamente grande di pannolini (e salviette, tantissime salviette). Soprattutto nelle prime settimane di vita sembra di essere sommersi da una montagna di plastica puzzolente. Quello che forse è meno noto, ma non dovrebbe esserlo, è l’enorme impatto ambientale di questi prodotti usa-e-getta, di cui le cifre da capogiro che abbiamo elencato rendono solo in parte la gravità. Cifre che, oltretutto, non considerano un’altra sottovalutata ma non trascurabile fonte di rifiuti non riciclabili che caratterizza il periodo dopo il parto: gli assorbenti igienici utilizzati dalle neomamme durante il puerperio.

Secondo i dati Istat, in Italia si producono ogni anno quasi 200.000 tonnellate di pannolini, assorbenti e tamponi usa e getta, per un consumo totale di 4 miliardi di litri d’acqua. Riducendo anche solo del 25/30% questi numeri potremmo risparmiare fino a un miliardo di litri d’acqua.

Come possiamo farlo? La premessa è che non tutte le persone hanno la possibilità di usare sempre o in via esclusiva pannolini o assorbenti lavabili, ma un cambiamento può iniziare in maniera diversa: per alcuni è una scelta radicale, per altri un passaggio più lento o un co-utilizzo (a seconda del contesto e delle situazioni) di dispositivi usa e getta e di prodotti eco-sostenibili. Di certo è importante fare sempre più spazio nella nostra vita a prodotti riutilizzabili, come gli assorbenti lavabili o i pannolini lavabili Culla di Teby che, essendo fatti a mano in Italia, permettono di avere garanzie sul ciclo produttivo e su quello dello smaltimento dei rifiuti, oltre alla certezza che non sia stata impiegata manodopera in condizioni di sfruttamento. 

Perché i pannolini lavabili a culla fanno bene all’ambiente?

Ormai lo sappiamo, o dovremmo saperlo: contenere le emissioni di gas serra non è un obiettivo utopico, ma una necessità. Le scelte che facciamo oggi sono determinanti per assicurare ai bambini che vengono al mondo la possibilità di vivere il futuro che meritano, per questo non possiamo trascurare l’impatto che la produzione, il consumo e lo smaltimento di quegli stessi pannolini usa-e-getta che gli facciamo indossare può avere sulla loro vita.

Solo in Italia ogni minuto si consumano circa 7.000 pannolini. Questo significa che ogni anno quasi un milione di tonnellate di usa-e-getta finiscono nelle discariche, circa il 3% dei rifiuti urbani totali. Per produrre questa enorme mole di spazzatura, utilizzata per pochissime ore e subito cestinata, in 3 anni finiscono nell’atmosfera oltre 200.000 tonnellate di CO2.

Ma le emissioni non sono che una delle conseguenze ambientali degli usa-e-getta. A queste, infatti, va aggiunto il consumo dell’acqua – una risorsa sempre più rara e preziosa – utilizzata per la loro produzione, stimato in circa 125 mila litri per singolo bambino nei primi due anni di vita. Una cifra che sale considerevolmente se si considera che in molti casi lo spannolinamento viene rimandato fino ai 3 anni, aumentando sensibilmente l’impatto degli usa-e-getta, la cui insostenibilità è ancora più evidente se pensiamo che i circa 34 litri di acqua necessari per produrre un solo pannolino vengono impiegati per creare qualcosa che viene indossato al massimo per 3 o 4 ore, in alcuni casi molto meno.

Anche la produzione di pannolini lavabili ha bisogno di acqua, ma il consumo idrico viene ammortizzato in anni (e non in ore) di utilizzo: i pannolini lavabili a culla di Teby, ad esempio, hanno una vestibilità che copre tutte le fasi di crescita, dai 2,5 ai 20 kg, grazie alle taglie adattabili. Il risparmio idrico, inoltre, è notevole anche considerando l’acqua necessaria per lavare i pannolini, che possono essere igienizzati già con un lavaggio a 40°. Una moderna lavatrice, infatti, utilizza in media 45 litri d’acqua per ogni ciclo. Tre lavatrici di soli pannolini a settimana per due anni significano 14 mila litri d’acqua in totale: 9 volte in meno.

Pannolini lavabili a culla: sostenibili, in tutti i sensi

pannolini lavabili a culla di Teby ecologici
Fonte: Teby.it

I pannolini lavabili, però, non sono una scelta sostenibile solo per il Pianeta – e per il futuro dei bambini  – ma anche per le finanze dei genitori. Se guardiamo al risparmio economico non ci sono dubbi che siano la scelta più conveniente, anche se la spesa iniziale è maggiore. Il numero di usa e getta necessari per un bambino si aggira intorno ai 6.500 pannolini, per una spesa che in due anni varia dai 1400 a 2000 euro per un prezzo medio di 1.642€, mentre il costo e il numero dei lavabili sono decisamente inferiori: per un kit di 15 mutandine + 36 assorbenti lavabili di qualità, la spesa è di poco inferiore ai 600€, per un risparmio di almeno mille euro. Un costo che può essere ulteriormente ammortizzato nel caso di un nuovo bebè, alimentando il ciclo virtuoso di sostenibilità grazie al riuso di prodotti “smessi”.

Naturalmente, questa differenza può aumentare anche sensibilmente acquistando prodotti importati (di cui si trovano numerosissime offerte in rete) ma mai come in questo caso la ricerca del risparmio a tutti i costi può rivelarsi rischiosa. Per questa tipologia di prodotti, che entrano a diretto contatto con le parti intime del bambino, è infatti fondamentale essere certi della qualità delle materie prime e utilizzare solo pannolini lavabili a culla 100% Made in Italy, confezionati con tessuti certificati Oeko tex e GOTS, come quelli hand Made in Italy di Teby, studiati e brevettati non solo per essere comodi e pratici ma anche tollerati dalle pelli più sensibili e garantire una sostenibilità a 360°: per l’ambiente, per le finanze familiari e per i piccoli.

Con gli assorbenti lavabili post partum anche il puerperio diventa sostenibile

Quanto abbiamo visto vale anche per i prodotti igienici per il puerperio. In media, quelle che vengono chiamate “lochiazioni vaginali” durano dalle 3 alle 6 settimane, durante le quali è sconsigliato l’utilizzo della coppetta mestruale e, per poter controllare la quantità e le caratteristiche delle perdite, è preferibile optare per l’assorbente esterno. Assorbente che deve essere cambiato frequentemente non solo a causa della consistenza spesso importante dei lochi ma anche per assicurare una corretta igiene.

assorbenti lavabili post partum
Fonte: Teby.it

In questo periodo particolarmente delicato, la pelle dovrebbe entrare in contatto il meno possibile con sostanze sintetiche e tessuti potenzialmente irritanti, soprattutto nei casi di donne che hanno una pelle molto sensibile o che hanno subito episiotomia o lacerazioni. In questi casi, gli assorbenti lavabili post-parto sono una soluzione non solo ecologicamente sostenibile, ma anche sicura ed economica. In questo caso, a fare la differenza è la capacità del tessuto di mantenersi morbido anche dopo molti lavaggi: per questo, è preferibile scegliere prodotti in cotone biologico certificato Gots.

Solitamente, nei giorni immediatamente successivi al parto vengono utilizzati appositi assorbenti usa-e-getta che possono costare fino a 16€ per 10 pezzi, per passare poi ai classici assorbenti esterni, che hanno un costo medio di 3€ per 12 pezzi. Ipotizzando di utilizzare i primi nei primi 10 giorni e i secondi fino alla fine del puerperio e una media di 6 assorbenti al giorno il totale può superare i 300€. La spesa per 12 assorbenti lavabili in cotone bio post-parto di Teby è di circa 92€, ma anche in questo caso il risparmio si protrae nel tempo: invece di finire nella pattumiera, infatti, possono essere riutilizzati anche dopo la fine del puerperio con la ripresa del ciclo mestruale, fino a 5 anni.

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