Se un neonato presenta una chiazza di colore bluastro sin dalla nascita, è altamente probabile che abbia la macchia mongolica. Si chiama così perché si presenta, appunto, come una macchia ed è tipica della popolazione mongola.

In effetti, si tratta di una rarità, perché in Italia ha un’incidenza davvero bassa, così come per tutte le persone di etnia caucasica.

Perché compare e qual è il motivo per cui caratterizza soprattutto i mongoli? Scopriamolo insieme.

Macchia mongolica: cos’è?

La macchia mongolica è, come indica già il suo nome, una macchia dalla forma irregolare e bordi indistinti, come indicato sul portale della Tokyo Medical University sul tema “Mongolian Spot”.

Prima di tutto è importante sottolineare che le chiazze mongoliche sono segni di nascita, ben diverse dai lividi.

In genere il colore è bluastro, tendente al grigio o al verde, oppure al nero. La chiazza compare alla nascita o subito dopo, durante la primissima età pediatrica. Si parla al singolare, ma può esserci più di una macchia mongolica sul corpo del bambino.

In genere le macchie compaiono dietro la schiena, all’altezza dell’osso sacro, ecco perché è chiamata anche macchia sacrale. Tuttavia, possono essere individuate delle chiazze della medesima natura su altre parti del corpo, come spalle, parte superiore della schiena, braccia, polsi, gambe e caviglie ma anche addome laterale.

Possono essere interessate anche altre zone, ma di solito la macchia non compare su viso, testa, palmi delle mani e piante dei piedi.

Le macchie mongoliche riguardano maggiormente alcuni gruppi etnici. Sono soprattutto le etnie asiatiche e dell’Africa Orientale a esserne colpiti. Sono più rare, invece, nelle etnie caucasiche.

Macchia mongolica tra mito e leggende

Attorno alla macchia mongolica è stata costruita una storia a dir poco fantastica. Quella che, dermatologicamente parlando, è una melanocitosi dermica congenita in regione lombo sacrale, è una caratteristica del popolo mongolo e, soprattutto, sembra essere l’eredità di Gengis Khan.

La leggenda narra che attraverso le sue tante conquiste femminili, il grande condottiero ha lasciato un segno riconoscibile e ben visibile sulla sua stirpe.

Scopriamo la storia del lascito di Gengis Khan sulla pagina dedicata proprio alla macchia mongolica presente sul portale Mongolia, ma c’è un’altra storia altrettanto interessante, anche se teorica. A riportarla è Tiziano Terzani, che ha raccontato che un indovino gli disse:

La studentessa di francese mi parlò della macchia mongola, uno strano segno nella pelle, giusto sopra l’osso sacro, con il quale quasi tutti i mongoli vengono al mondo: una conseguenza del fatto che per secoli sono andati a cavallo, disse. Sua nonna le aveva raccontato che a volte anche in Europa ci sono dei bambini che nascono con questa macchia: una traccia lasciata dagli uomini di Gengis Khan arrivati fin là dai tempi delle loro conquiste.

E continua:

Secondo la cultura sciamanica, la macchia sulla pelle sarebbe originata dallo spirito di una nonna fantasma che si occupa delle nuove vite. È lei a prendere per i piedi il bambino, a tirarlo fuori dal grembo materno, a sollevarlo rovesciato e a picchiarlo sopra il sederino, per aprirgli il respiro. Il bambino grida, e inizia a vivere. Quelle sberle fanno ricordare a chi nasce che bisogna respirare (e piangere) e lasciano un segno che è il marchio dei discendenti della stirpe dei mongoli: una macchia blu, blu come un livido. Una firma che è un segno di appartenenza.

Macchia mongolica: cause

Ma, in verità, perché alcuni bambini nascono con questa particolare chiazza bluastra? Il motivo sta nella mancanza di una migrazione completa dei melanociti nell’epidermide prima della nascita, come riporta l’approfondimento di Area Pediatrica “Macchie bianche, macchie scure:come orientarsi?”.

Ciò vuol dire che le cellule dell’epidermide che condizionano il colore della pelle (melanociti) non raggiungono la sede a cui sono naturalmente destinati, concentrandosi in un’altra e formando, appunto, una macchia di colore.

L’aspetto dipende, quindi, dalla formazione di teche melanocitiche e dalla produzione di melanina.

In passato, purtroppo, queste macchie, che ricordano chiaramente dei lividi, venivano ricondotte a possibili abusi compiuti sui neonati.

Macchia mongolica: rimedi

La macchia mongolica, che è asintomatica, non presenta alcun fastidio. Qualora si dovessero verificare episodi ripetuti di prurito, questi potrebbero essere ricondotti a una possibile evoluzione della chiazza.

Premesso ciò, appare abbastanza chiaro che è un’alterazione della pigmentazione cutanea, che non necessita di alcuna cura.

Sicuramente il pediatra dovrà monitorarne lo stato e l’evoluzione, ma sarà sua cura avvisare mamma e papà che si tratta di una macchia temporanea, che sbiadirà e svanirà col tempo, senza lasciare segni.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Rating: 4.9/5. Su un totale di 9 voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Neonato (0-1 anno)