
Cosa sarà dei bambini concepiti e nati durante la pandemia? Avranno delle conseguenze sulla loro crescita? Ecco perché preoccuparsi e perché no.
Il calore e l'affetto sono fondamentali per i neonati: quando non ci sono le braccia di mamma e papà, ci sono quelle dei donatori di coccole.
Secondo uno studio, potrebbe anche contribuire a renderli adulti più di successo. Ma come fare quando mamma e papà non ci sono? Ecco che entrano in scena i donatori di coccole.
Gli anglosassoni li chiamano “cuddle carers”: sono gli uomini e donne, generalmente volontari, che si recano nei reparti di neonatologia di cliniche e ospedali per coccolare i bambini appena nati che non possono godere del comfort e della sicurezza delle braccia dei genitori, magari perché distanti o ammalati (come nel caso dei figli delle pazienti positive al Covid, ad esempio) o perché rimasti soli al mondo.
Cosa sarà dei bambini concepiti e nati durante la pandemia? Avranno delle conseguenze sulla loro crescita? Ecco perché preoccuparsi e perché no.
Non c’è un profilo unico: sono uomini e, soprattutto, donne diversissimi per età, estrazione sociale e professionale, che hanno deciso di impegnare il proprio tempo per fare del bene a chi è venuto al mondo con un po’ più di sfortuna.
Come spiega il sito di una delle tantissime associazioni di donatori di coccole presenti in Italia, Donatori di Coccole ODV, che si prende cura dei bambini ricoverati presso il reparto di Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero dell’Universitaria di Parma,
ci sono mamme, mogli, c’è chi mamma non lo è diventata per scelta o perché qualche problema glielo ha impedito, c’è chi lo ha desiderato tanto da diventare mamma adottiva, ci sono uomini pieni di amore e cura, ci sono nonni, ci sono ragazze giovani e giovanissime con le loro amicizie, i loro amori e i sogni in costruzione. Ci sono donne e uomini che hanno un unico scopo: portare un pezzo d’amore e di calore a tutti quei piccoli esserini che si trovano in una situazione di temporanea difficoltà perché si sono affacciati alla vita in modo meno dolce rispetto agli altri che invece tornano subito a casa circondati da palloncini colorati e feste.
Il compito dei donatori di coccole è prendersi cura dei bambini abbandonati alla nascita o che per qualche motivo sono privati dell’affetto e delle attenzioni fondamentali per la crescita e lo sviluppo fisico, cognitivo ed affettivo.
Bambini prematuri o in gravi condizioni, ricoverati per qualche giorno di controlli o lungodegenti, separati da mamma e papà per un breve periodo o per sempre: le variabili sono tantissime. Quello che non cambia è il loro bisogno di qualcuno che possa trasmettergli calore, affetto e contatto attraverso qualche minuto di coccole.
I co-genitori collaborano nell'educazione dei figli (con diritti e doveri) quando non sono sposati, non convivono o non hanno una relazione.
Proprio questo è il compito dei volontari, che accolgono questi piccoli o piccolissimi pazienti tra le loro braccia, avvolgendoli in un abbraccio che, per loro, è letteralmente fonte di nutrimento emotivo e fisico. Come spiegava spesso il ginecologo e ostetrico Frédérick Leboyer,
essere toccato e accarezzato, essere massaggiato, è cibo per il bambino; cibo necessario come minerali, vitamine e proteine. Privati di questo alimento, il cui nome è amore, i bambini preferirebbero morire. E spesso lo fanno.
Il primo requisito per diventare donatori di coccole, banalmente, è l’amore e la voglia di mettersi a disposizione per delle piccole vite che hanno bisogno di affetto e calore. Per diventare volontari, oltre a questo, è necessario semplicemente partecipare a un corso di formazione insieme a medici, infermieri, psicologi ed educatori, frequentare un corso sulla sicurezza e sottoporsi ad alcune visite preventive.
La cosa migliore per avere informazioni è rivolgersi a una delle tante associazioni sul territorio, individuando quella più vicina al proprio luogo di residenza.
Una delle prime in Italia è stata Le Coccole di mamma Irene, a cui nel tempo sono seguite I bambini Dharma, che opera in tutta Italia, l’Associazione Donatori di Coccole, in collaborazione con l’ospedale di Parma, La Prima coccola, Donatori di Coccole Odv e l’Associazione Cucciolo.
Articolo originale pubblicato il 29 novembre 2022
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