Il sonno dei bambini è probabilmente uno dei momenti più enigmatici, dolci e misteriosi che interessano la vita dei genitori. Complici anche i frequenti risvegli (soprattutto per mangiare) e una regolarità da conquistare, nei primi mesi (e anni) di vita generalmente il sonno è una sfida. Una sfida che, al contrario, si rivela tale anche al momento di svegliare un neonato.

Sebbene l’indicazione generale è quella di lasciar dormire i bambini e seguire il loro ritmo ci sono occasioni in cui è necessario e utile svegliare un neonato ed è bene sapere come approcciarsi a questo momento per rendere il risveglio dolce e sereno.

In quali situazioni è necessario svegliare un neonato?

Prima di capire cosa è meglio fare per svegliare un neonato è utile concentrare la nostra attenzione su quali sono le circostanze in cui si può rendere necessario interrompere il riposo del bambino. Innanzitutto possono esserci motivazioni alimentari; chi segue l’allattamento a orario, infatti, può avere bisogno di svegliare il bambino (non necessariamente durante la notte ma anche nei riposini diurni) per rispettare la scadenza della poppata.

Vi sono poi ragioni legate alla sicurezza. Se nel corso della notte o durante i riposini il neonato si trova in posizioni pericolose (per esempio a pancia in giù), per scongiurare il rischio della SIDS si rivela indispensabile girarlo e nei bambini con un sonno più leggero questo può significare svegliarsi. Può essere necessario svegliare il neonato anche per cambiarlo, magari perché ha il body e il pigiama bagnati di pipì o perché ha fatto la cacca.

Similmente nei neonati che devono seguire una terapia farmacologica particolare, per cui l’assunzione del medicinale deve avvenire a cadenze regolari, vi è la necessità di interrompere anticipatamente il sono. Alcuni genitori possono voler svegliare il proprio bambino perché dorme troppo e un pisolino più lungo di quanto il piccolo è abituato a fare potrebbe modificare (in negativo) i ritmi della giornata.

C’è poi il caso in cui bisogna uscire per recarsi a un appuntamento e il bambino dorme ancora così come quei bambini che “confondono il giorno con la notte” e si ha bisogno di regolarizzarne gli orari. Esistono quindi una serie di circostanze in cui è inevitabile e necessario svegliare un neonato. Ora vediamo come fare.

Come svegliare un neonato che dorme: 6 consigli

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Fonte: iStock

1. Coccole e parole

La dolcezza è sempre la strada migliore da percorrere con i bambini, anche “solo” perché le alternative più energiche e dure si rivelano inutili e controproducenti. Avvicinandosi alla sua culla con delicatezza e iniziando ad accarezzarlo e coccolarlo, si può provare a svegliarlo chiamandolo o canticchiando una canzoncina e, con la voce, esprimergli la vicinanza e spiegargli il motivo del risveglio.

2. Iniziare a spogliarlo

Un’alternativa – anche se il neonato potrebbe non reagire benissimo – è quella di cambiargli il pannolino e togliergli i vestiti. Un po’ per effetto della stimolazione fisica, un po’ per il cambio di temperatura, questo tipo di approccio si rivela spesso efficace. Questo consiglio non esclude il precedente che dovrebbe essere sempre uno standard quando ci si relaziona con i neonati.

3. Muoversi per tempo

Nel caso in cui si dovesse svegliare il neonato per portarlo al nido, dai nonni, a una visita o per qualsiasi altro motivo, è importante non ridursi all’ultimo. Fare le cose di fretta non aiuta e rischia di far innervosire sia il bambino che i genitori creando un circolo vizioso di tensione controproducente per velocizzare le operazioni. In base alle necessità e alle caratteristiche del bambino, quindi, muoversi per tempo aiuta a rendere tutto molto più tranquillo.

4. Non prenderlo in braccio

No, arrivare in prossimità della culla e prenderlo improvvisamente in braccio non è un buon modo per svegliare il neonato. Egli si sentirà perso e scombussolato con un cambiamento improvviso e “traumatico”; meglio quindi procedere con calma iniziando le operazioni quando il piccolo è addormentato nel suo lettino.

5. Fare luce (con moderazione)

Il risveglio al mattino o quello che avviene in una stanza completamente buia (o quasi) può avvenire procedendo gradualmente aumentando l’illuminazione. Meglio evitare di accendere improvvisamente la luce ma preferire di far entrare sobriamente un po’ di luce naturale alzando lievemente la serranda. In alternativa se nella camera dove dorme il bambino c’è una lampada di quelle moderne si può aumentare l’intensità della luce a intervalli regolari in modo che l’illuminazione della stanza diventi completa in maniera delicata.

6. Fare rumore (sempre con moderazione)

Un altro metodo può essere quello di aprire la porta della camera e iniziare a dedicarsi alle faccende di casa. Prepararsi il caffè, aprire le serrande delle altre stanze, andare in bagno e iniziare a prepararsi; tutte le attività quotidiane generano rumore che seppur non interferiscono direttamente sull’ambiente dove dorme il neonato interrompono il silenzio del riposo e possono aiutare il piccolo a svegliarsi dolcemente e “spontaneamente”.

Quando è meglio non svegliarlo?

L’indicazione generale dei pediatri è quella di non svegliare i neonati nati a termine, sani e che crescono bene. Non serve svegliarli neanche per allattarli in quanto quando avranno fame (e sete) si sveglieranno spontaneamente esprimendo, magari con il pianto, la loro esigenza.

In caso di dubbi, magari per neonati particolarmente sonnolenti (solitamente nelle prime settimane e mesi i bambini si svegliano frequentemente) o con specifiche condizioni, è preferibile rivolgersi al proprio pediatra per comprendere se ci sono problemi e come intervenire in maniera corretta.

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