Il sonno dei bambini è la croce di tutti quei genitori che non hanno avuto la fortuna di ritrovarsi un piccolo dormiglione o una piccola dormigliona tra le braccia. Quello che accomuna tutti i neonati e i bambini un po’ più grandi, però, è il fatto che in questa fase della vita il ritmo sonno/veglia è molto diverso da quello degli adulti e il fatto che, a seconda non solo del bambino, ma anche dell’età, varia la capacità di restare svegli per un periodo più o meno lungo.

Conoscere queste fasi – dette finestre di veglia – è importante per aiutare a dormire meglio non solo i bebè ma tutta la famiglia.

Cosa sono le finestre di veglia?

Sebbene il termine “finestra di veglia” sia un termine relativamente nuovo, si riferisce semplicemente al periodo di tempo in cui il bambino è sveglio tra una nanna e l’altra. Una finestra di veglia, quindi, si estende da quando il bambino si sveglia fino alla volta successiva in cui si addormenta.

Ai genitori viene spesso consigliato di tenere d’occhio le finestre di veglia adatte all’età, in modo da poter individuare il momento perfetto per il pisolino. L’idea alla base è che non sia necessario attendere i segnali del sonno (come sbadigliare o strofinarsi gli occhi), ma che sia meglio imparare per quanto tempo il bambino dovrebbe essere sveglio tra un sonno e l’altro a seconda della sua fascia d’età e metterlo a dormire prima che la finestra della sveglia “si chiuda” improvvisamente e il bambino sia stanco e, quindi, più difficile da far addormentare.

Essere troppo stanchi, infatti, come ogni genitore sa bene, trasforma la nanna in una sofferenza, poiché innesca la risposta di lotta o fuga dei bambini, che scatena l’ormone cortisolo e mantiene i bambini vigili. Questo ovviamente non vale per tutti i bambini (alcuni, anche se stanchissimi, si addormentano serenamente ovunque), ma in alcuni casi i piccoli possono passare rapidamente dall’essere attivi e felici all’essere stanchi e insofferenti. Per questo, conoscere le finestre di veglia può aiutare ad anticipare il “momento x” in cui è improvvisamente troppo tardi.

Non solo: non seguire le corrette finestre di veglia potrebbe portare il bambino a fare un pisolino troppo corto, svegliarsi troppo presto o a non dormire bene.

Il ritmo sonno/veglia del bambino

Anche questa è una lezione che i genitori imparano presto: il sonno dei bambini non è come quello degli adulti e, anzi, il loro ritmo sonno/veglia è proprio quello che rischia di far impazzire i già esausti neomamme e neopapà.

Nei primi mesi, il sonno è instabile e in continua evoluzione, e pian piano i piccoli acquisiscono il ritmo circadiano, che ci permette di distinguere il giorno dalla notte. Per questo, anche se i bambini passano molto del loro tempo dormendo, talvolta sembrano “aver confuso il giorno con la notte” o non riuscire a riposare a lungo, anche se dovrebbero.

I bambini dormono “male” perché le fasi del sonno – quella REM di sonno leggero e quella NREM di sonno profondo – nei piccoli sono invertite: se negli adulti l’80% delle fasi sono sonno profondo, alla nascita dal 50% all’80% delle fasi di riposo è di tipo REM, con un’alternanza tra le due fasi che avviene indicativamente ogni 60 minuti (mentre negli adulti ogni 90 minuti circa). Inoltre, è nel passaggio tra le due fasi che ci sono molte probabilità di svegliarsi. Per i piccoli, che devono acquisire la capacità di riaddormentarsi da soli, questo significa sveglia e pianto.

Non è raro, quindi, che nei primi tre anni il bambino possa svegliarsi spesso, talvolta anche ogni ora. Man mano che le capacità neurologiche del bambino si sviluppano, migliora anche la capacità di dormire e la possibilità che il sonno sia meno condizionato dagli stimoli esterni.

Le finestre di veglia del neonato (da 0 a 12 mesi)

La maggior parte dei bambini ha un suo intervallo di tempo in cui può rimanere sveglio prima di stancarsi troppo. Alcuni bambini hanno un tempo di veglia un po’ più lungo, mentre altri lo hanno più corto.

Le finestre di veglia aumentano all’aumentare dell’età: più piccolo è un bambino, minore sarà il tempo in cui riuscirà a rimanere sveglio. Nelle prime settimane, ma più in generale nei primi mesi, di vita il bambino riesce a stare sveglio per periodi molto brevi che, però, si allungano progressivamente e l’intervallo tra una nanna e l’altra si allunga, permettendo di ridurre via via i pisolini.

Generalmente si passa da 2 pisolini + un power nap serale a 2 pisolini (mattina e pomeriggio) fino all’unico riposino pomeridiano intorno all’anno.

  • 0-1 mese: circa 30 minuti / 1 ora;
  • 1-3 mesi: 1 ora / 1 ora e mezza;
  • 3-4 mesi: 1 ora e mezza / 2 ore;
  • 5-8 mesi: 2 / 3 ore;
  • 9-10 mesi: 2 ore e mezza / 3 ore e mezza;
  • 11-12 mesi: 3 ore / 4 ore.

Le finestre di veglia del bambino (da 1 a 6 anni)

Anche se crescendo i bambini riescono a stare svegli più a lungo e con meno fatica, è importante non trascurare il sonno, fondamentale per lo sviluppo neurologico e fisico. Per questo, il pisolino pomeridiano dovrebbe essere mantenuto almeno fino ai 3 anni, con l’ingresso nella scuola dell’infanzia.

In questo periodo, le finestre di veglia possono variare a seconda del bambino, ma i piccoli dovrebbero dormire almeno 11-14 ore al giorno.

Con l’ingresso alla scuola materna, il pisolino pomeridiano viene spesso abbandonato, quindi diventa particolarmente importante l’orario in cui i bambini vanno a dormire, così da permettergli di avere almeno 10-13 ore di riposo. Una buona routine potrebbe essere andare a dormire alle 8.30 e svegliarsi alle 7.30.

In media, le finestre di veglia in questa fascia d’età sono:

  • 1 anno – 3 anni: 4 ore / 6 ore;
  • 3 – 5 anni: 5-6 ore con pisolino / 12 ore senza pisolino pomeridiano.
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  • Neonato (0-1 anno)