
Il primo contatto pelle a pelle tra il neonato e la mamma offre molti benefici a entrambi: ecco quali sono e perché andrebbe garantito sempre.
Il legame che unisce la mamma e il bambino dai primissimi istanti dopo il parto e anche prima della nascita è chiamato "bonding": ecco come si sviluppa e come favorirlo.
È una “storia d’amore” che inizia con la gravidanza e nasce insieme al bambino: è il bonding, il legame unico che unisce una mamma al suo bambino. Vediamo perché è così importante, come si sviluppa e come favorirlo.
Letteralmente il termine, introdotto negli anni ’80 negli Stati Uniti, indica la relazione che intercorre tra una donna e suo figlio dai primi istanti dopo il parto. A regolarlo sono anche alcuni ormoni, primo fra tutti l’ossitocina, che riveste un ruolo fondamentale nell’instaurarsi della relazione mamma-bambino e non a caso è chiamato anche “ormone dell’amore”.
Anche grazie all’azione degli ormoni (oltre all’ossitocina anche le endorfine che vengono rilasciate dopo il parto) inizia a crearsi quel particolare legame che, subito dopo la nascita, permette alla donna e al neonato di conoscersi, “riconoscersi” e iniziare una relazione che sarà fondamentale per entrambi.
Questo non significa che per tutte le donne quel legame “scatti” in modo automatico: può anche arrivare a distanza di tempo, non c’è una regola che vale per tutti.
Come spiega l’Associazione culturale pediatri
Il legame di attaccamento madre-bambino si instaura sin dalla nascita per l’azione congiunta di ormoni e neuromediatori, fra cui il più importante è l’ossitocina (OT), ormone ipotalamico che sovrintende alla conservazione della specie. L’OT agisce in antagonismo con l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che è invece responsabile della conservazione dell’individuo (reazioni di attacco e fuga). L’OT è implicata negli aspetti fisiologici e comportamentali indotti dalle relazioni sociali in un contesto generale, ma soprattutto è implicata nella fisiologia dell’accoppiamento, del parto e dell’allattamento, dei quali contestualmente governa i correlati aspetti comportamentali: il legame di coppia e il legame di attaccamento madre-bambino.
Diversi studi hanno evidenziato poi come il tipo di legame che si sviluppa nei primissimi momenti di vita possa avere effetti anche sulle medie e lunghe distanze.
In particolare sono riconosciute come fondamentali le prime ore dopo il parto: in questo senso l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di favorire il contatto fisico tra la mamma e il bambino subito dopo la nascita, il cosiddetto skin-to-skin.
Il primo contatto pelle a pelle tra il neonato e la mamma offre molti benefici a entrambi: ecco quali sono e perché andrebbe garantito sempre.
Si tratta dell’inizio del “bonding”, che proprio nelle prime ore dopo la nascita mette le basi di un legame che continuerà poi per tutta la vita.
Come anticipato, alcune future mamme (ma la stessa cosa vale anche per i futuri papà) iniziano a sentire un legame con il nascituro già nei mesi della gravidanza, a volte subito dopo la conferma data dal test, a volte più avanti (la prima ecografia, il primo battito oppure i primi movimenti). A volte questo legame è sentito più precocemente dalle donne rispetto agli uomini.
Questo tipo di legame è il cosiddetto bonding prenatale: si sviluppa attraverso un vero e proprio dialogo, fatto soprattutto di parole e suoni, ma anche di carezze, che sono percepiti dal feto all’interno della pancia della mamma.
È stato dimostrato infatti che il feto riconosce la voce della mamma e del papà, ma non solo: anche alcuni stati d’ansia materni possono essere percepiti dal feto, segno del legame, prima fisico poi emotivo, che intercorre anche prima della nascita.
La relazione tra mamma e figlio che inizia durante la gravidanza si concretizza subito dopo il parto: in questa fase delicata è importante che entrambi siano messi in condizione di conoscersi e passare del tempo insieme.
A questo proposito l’OMS raccomanda:
Tutti i neonati dovrebbero essere posti pelle-a-pelle nei minuti immediatamente successivi alla nascita, rimanendo a contatto per 60 minuti o più, mentre tutte le mamme dovrebbero essere incoraggiate ad aiutare il neonato a nutrirsi dal seno quando mostra di essere pronto.
Proprio i primi istanti sono, come suggeriscono diversi studi, le fondamenta su cui si costruirà il bonding. Ecco perché, ogni volta in cui ciò è possibile, la donna non dovrebbe essere separata dal bambino dopo il parto, ma rimanere insieme a lui per le prime ore, allattandolo se possibile al seno.
Il piano del parto è un diritto della donna o è superfluo, perché i medici sanno già quali buone pratiche attuare per il bene di ciascuna mamma?
Per favorire la nascita di questo legame unico tra la mamma e il bambino si possono seguire alcuni consigli utili:
Come detto, il legame tra il neonato e i genitori può svilupparsi in momenti diversi, non c’è un momento preciso e uguale per tutti in cui il bonding inizia a manifestarsi.
Se però alla difficoltà di “legare” con il neonato si accompagna uno stato depressivo e un generale malessere della mamma è opportuno chiedere un parere al proprio medico, che saprà fornire i consigli migliori: potrebbe trattarsi di una depressione post-partum, da affrontare con il sostegno di uno specialista per gestirla al meglio.
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