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Moltissime donne durante la gravidanza lamentano una sensazione di gonfiore che oltre al disagio può risultare anche molto fastidiosa. Scopriamo l...
Rara, ma fonte di grandi disagi e importanti ripercussioni sulla gestazione e sul puerperio: ecco come gestire un'ernia del disco durante la gravidanza.
Sebbene una gravidanza con ernia del disco sia una condizione, come riportato dal Journal of Medicine and Life, molto rara e che guarisce solitamente senza la necessità di ricorrere all’intervento chirurgico, è utile approfondire l’argomento fornendo indicazioni utili a chi soffre di questo disturbo.
L’ernia del disco, spiega l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è quella condizione che interessa il disco intervertebrale, ovvero l’elemento che separa le vertebre sulla colonna vertebrale. Il disco, che è composto da una massa gelatinosa e un anello fibroso, ha la funzione di ammortizzare l’azione di ogni vertebra durante i vari movimenti.
Nel caso in cui l’anello fibroso si deformi si ha una protrusione, mentre se si rompe si ha l’ernia del disco che può essere contenuta (se il nucleo resta all’interno dell’anello) o espulsa (se il nucleo polposo fuoriesce).
La lacerazione dell’anello fibroso responsabile dell’ernia del disco può essere causata da un’eccessiva inattività , da un esercizio fisico molto intenso, da traumi, deficit muscolari, sollevamento di oggetti pesanti con una postura scorretta, stile di vita sedentario, movimenti ripetitivi e attività professionali che comportano movimenti ripetuti della schiena.
Tra i fattori di rischio che aumentano le possibilità di sviluppare un’ernia del disco ci sono l’età , il peso, il fumo e l’altezza. La gravidanza è considerata una causa di ernia del disco in quanto è un periodo nel quale vi è un progressivo aumento di peso con conseguente pressione sulla colonna vertebrale (proprio sulla zona lombare), diversi cambiamenti nella postura, una riduzione delle attività fisiche e una crescente pressione intra-addominale esercitata dall’utero sulla parte bassa della schiena.
L’ernia del disco si manifesta con dolore alla schiena, alle gambe, alle braccia e al collo con difficoltà a piegare e raddrizzare la schiena e a camminare. Inoltre è associata a formicolii in diverse parti del corpo, debolezza muscolare, poca sensazione al tatto, perdita di tono muscolare degli arti inferiori e aumento del dolore a seguito di colpi di tosse e starnuti.
È utile ricordare come la gravidanza con ernia del disco è una condizione rara e i dati disponibili nella letteratura medico-scientifica mostrano come meno del 15% di queste ernie del disco provocano gravi deficit neurologici, tanto che, in assenza di questi, il ricorso all’intervento chirurgico è altrettanto raro. La maggior parte delle donne in gravidanza con ernia del disco avranno comunque una gravidanza normale.
Le preoccupazioni sono invece legate ai possibili effetti dell’ernia del disco sulla donna già condizionata dalla gravidanza. Il dolore alla schiena può infatti diventare particolarmente grave e irradiarsi anche alla parte bassa della schiena causando dolore sciatico che può risultare debilitante.
L’ernia del disco in gravidanza può ridurre ulteriormente la mobilità , rendendo doloroso sia il camminare che lo stare in piedi. Vi è anche da considerare come alcuni farmaci antinfiammatori e antidolorifici solitamente prescritti per alleviare il dolore dell’ernia del disco possono essere preclusi in gravidanza per il rischio di un loro effetto teratogeno.
Tutto questo insieme di elementi può rendere la gravidanza particolarmente stressante e fonte di ansia, specialmente se si considera anche come il dolore va a interferire sul sonno e il riposo. Sono infine da considerare le complicazioni tipiche dell’ernia del disco (paralisi, rigidità della schiena, danni ai nervi, incontinenza urinaria e fecale) che, comunque, si verificano solamente in caso di mancato trattamento.
Va anche posta l’attenzione al periodo del puerperio, nel quale una donna che viene da una gravidanza con ernia del disco può avere una ripresa più lenta e faticosa e una ridotta capacità di prendersi cura del neonato.
Per la cura dell’ernia del disco, l’approccio conservativo prevede farmaci (laddove compatibili con la gravidanza) per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione, per poi prevedere un periodo di riposo al quale far seguire terapia manuale (come i massaggi), la ginnastica posturale e un’attività fisica mirata per rinforzare la muscolatura della colonna vertebrale.
Per ridurre il dolore lombare tipico della gravidanza è innanzitutto consigliato di rivolgersi al proprio medico e a un fisioterapista per seguire un percorso personalizzato per affrontare con serenità ed energia l’intera gestazione.
Specialmente nel secondo e nel terzo trimestre, sono poi indicati esercizi di tonificazione e rilassamento dei muscoli che sostengono la colonna vertebrale e che si rivelano utili anche in termini di prevenzione, in vista dei continui cambiamenti che la gestazione provoca sul corpo femminile.
Come prevenzione e sollievo dal dolore lombare in gravidanza è possibile praticare attività fisiche (con un’intensità moderata) come il camminare, lo yoga, il pilates, la danza, gli esercizi posturali e gli esercizi di Kegel per il rafforzamento del pavimento pelvico.
È possibile ricorrere al parto vaginale in una gravidanza con ernia del disco? L’anestesia epidurale è possibile o è controindicata? Considerato il dolore invalidante e la limitazione della mobilità causati dall’ernia del disco, il parto vaginale può risultare difficoltoso e rischioso. È il motivo per cui spesso (nel 60% dei casi indicano i dati, seppur non sufficienti) si ricorre al parto cesareo.
Per quel che riguarda l’epidurale, invece, bisogna considerare due elementi. Le infiltrazioni epidurali (a base di cortisonici), come riferito dall’Istituto Superiore di Sanità , sono utilizzate per alleviare il mal di schiena e il dolore irradiato alla gamba causato dall’ernia del disco. È quindi un trattamento già previsto per l’ernia del disco e che non è precluso per questo motivo alle donne in sala parto. La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli spiega che l’epidurale è controindicata solamente in caso di infezioni cutanee, disturbi della coagulazione del sangue, ipotensione, insufficienza cardiaca, allergie ai farmaci e scoliosi, ovvero la deformità della colonna vertebrale.
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