
Tutto quello bisogna sapere sul cuscino per gravidanza, se è utile e come scegliere il modello migliore tra i tanti prodotti presenti sul mercato
I disturbi del sonno sono comuni nelle donne incinta, ma le apnee notturne in gravidanza non devono essere sottovalutate: ecco perché.
Riconoscerle è importante, per evitare possibili effetti negativi sulla madre e sul feto.
Le apnee notturne nelle persone incinte sono legate principalmente agli sviluppi fisiologici legati alla gravidanza, ma la loro maggiore incidenza può essere collegata a un indice di massa corporea (BMI) elevato e all’obesità .
Uno studio condotto da Francesca Facco del University of Pittsburgh’s Magee-Women’s Hospital ha analizzato l’incidenza di questo disturbo, che si è rivelato comune all’inizio della gravidanza nelle donne ad alto rischio (con indice di massa corporea BMI ≥ 30, ipertensione cronica, diabete pregestazionale, storia di preeclampsia e/o gestazione gemellare).
Non solo: delle 128 donne sottoposte allo studio, circa il 27% ha sperimentato un peggioramento durante la gravidanza; 26 erano casi di nuova insorgenza (il 20% del totale), mentre gli altri presentavano già il disturbo all’inizio della gravidanza ma avevano registrato un peggioramento a livello di gravità .
I sintomi delle apnee notturne in gravidanza non si discostano da quelli di chi non è incinta: come in questo caso, si verificano interruzioni nella respirazione durante il sonno dovute all’ostruzione – totale o parziale – delle vie aeree superiori.
Più che di interruzioni della respirazione in molti casi si parla di interruzioni nel russamento: chi soffre di questo disturbo, infatti, russa in modo molto evidente fin dalle prime fasi del sonno, con un crescendo che si arresta quando la persona smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente, riprendendo a russare per poi interrompersi nuovamente, secondo uno schema ciclico.
Tra i sintomi troviamo:
Sebbene siano un fenomeno piuttosto diffuso – si stima che si verifichino in circa il 15% delle gravidanze senza complicazioni e in oltre il 60% delle gravidanze ad alto rischio, entro il terzo trimestre – le apnee notturne non devono essere sottovalutate. Questo disturbo, spiega Fabrizio Salamanca, referente del Centro per la diagnosi e cura della Roncopatia in Humanitas San Pio X, può avere conseguenze sull’organismo della gestante,
già affaticato dalla gravidanza potrebbe essere ulteriormente affaticato da questi disturbi, con ripercussioni sull’apparato polmonare, renale, cardiovascolare e cerebrale.
Non solo: secondo un altro studio condotto da Francesca Facco dello University of Pittsburgh’s Magee-Women’s Hospital su oltre 3.000 donne, chi aveva avuto un’apnea del sonno mostrava anche il doppio di probabilità di sviluppare preeclampsia e fino a 3,5 volte in più di probabilità di sviluppare diabete gestazionale.
Gli effetti delle apnee notturne, però, potrebbero essere non solo sulle gestanti, ma anche sui nascituri: una ricerca dell’Università del Winsconsin pubblicata su Plos Biology sembra indicare che le apnee notturne in gravidanza possano rappresentare «un importante fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi del neurosviluppo, in particolare nella prole maschile» e di diagnosi di autismo.
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È importante intervenire non appena si ha il sospetto di essere affette da apnee notturne in gravidanza, rivolgendosi a uno specialista che – attraverso una visita e una polisonnografia – potrà eventualmente confermare la diagnosi e indicare il trattamento più adeguato (farmacologico o meccanico, come i dispositivi orali che aiutano a mantenere una posizione della mandibola che aiuta a evitare il russamento e le apnee).
In generale, essendo legate all’indice di massa corporea, è fondamentale controllare il peso corporeo, facendo attenzione alla propria alimentazione ed evitando di andare a dormire subito dopo aver mangiato.
Anche la posizione è fondamentale: sarebbe bene dormire sul fianco sinistro, per ottimizzare il flusso di sangue, magari aiutandosi con un cuscino da gravidanza per mantenere la posizione.
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Articolo originale pubblicato il 3 maggio 2022
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