Anonimo

chiede:

Gentile dottoressa,
da circa 2 anni io e mio marito stiamo cercando di avere un figlio. Mio marito è al suo secondo matrimonio e ha già 3 figli adulti. Sin dall’inizio, dando per scontata la sua possibilità di procreare, quando ho visto che nulla succedeva, mi sono data da fare con visite, analisi varie, scoprendo poi con l’analisi del liquido seminale di mio marito che il problema era proprio lì. Anche per fargli fare l’analisi (consigliata dal mio gine) è stata una tragedia psicologica, ha reagito male e quando si sono avuti i risultati la sua reazione è stata almeno apparentemente di indifferenza totale, anche se non credo sia così. Da quel momento in poi, mi ha completamente abbandonato, non si è interessato più a nulla, è diventato praticamente un soggetto passivo, come se l’avere o no un bambino non lo interessasse. O meglio a parole lo interessa, nella pratica segue la mia scia come se non ne potesse fare a meno, lo devo sempre pungolare per fargli fare le visite, per fargli prendere delle medicine. Ora sto seguendo un ciclo di IUI, il primo tentativo è andato fallito, e lui è stato con me, nervosissimo solo il giorno in cui non ne poteva “quasi” fare a meno, ossia il giorno dell’inseminazione. Non le nascondo che sono abbastanza avvilita, da un lato per un bimbo che non arriva, forse da un altro per vari medicinali che chiaramente sto assumendo che mi danno un po’ di fastidio, ma soprattutto sono addolorata da questo suo atteggiamento nei mie confronti. Ho bisogno di lui, ho bisogno che partecipi a queste tappe, che non sono sicuramente tragiche, ma che credo una coppia debba vivere insieme. Inizialmente ho avuto pazienza e ho cercato di comprendere… ora non ci riesco e reagisco male, talvolta scotendolo e avendo da lui delle reazioni positive, talvolta e sono il più, provocando il suo allontanamento. Cosa mi consiglia di fare? Sono innamorata, gli voglio molto bene, ma devo essere sincera, sono amareggiata da questo suo comportamento e vorrei sentirlo partecipe nella buona e nella cattiva sorte. La ringrazio anticipatamente.

Cara Carlotta,
Quando un figlio non arriva e bisogna fare tutte le cose che state facendo è un duro colpo per la stabilità di una coppia. È difficile accettare che quello che si dovrebbe fare per amore vada fatto in giorni e orari precisi per rispettare una prescrizione medica, così come è difficile per un uomo
rinchiudersi in un bagno d’ospedale per produrre liquido seminale da analizzare. Probabilmente suo marito mostra indifferenza, ma questa diagnosi deve averlo colpito nel profondo, un po’ perché gli uomini non sono mai troppo informati su queste cose, un po’ perché aveva già avuto dei figli e, come sempre accade, riteneva forse che il problema fosse altro da sé. Dunque, so che le chiedo molto, ma cerchi di sostenerlo in questa difficile prova, cerchi di non perdere la pazienza con lui, anche perché un uomo non riesce a vivere questo evento, questo desiderio, con la stessa partecipazione ed intensità di una donna, specialmente quando dei figli ne ha già. Dunque, cara signora, lei in questa fase è il motore della coppia, cerchi di non bloccarsi e vada avanti, se necessario portando al traino anche suo marito. Del resto il suo desiderio è grande: la sua determinazione lo deve essere altrettanto.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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