Anonimo

chiede:

Salve, sono una ragazza di 25 anni che è alla sesta settimana della
prima gravidanza. Ora mi trovo in Italia, però il mio partner sta in
Perù (a Cusco) dove entrambi stiamo lavorando in un progetto di
cooperazione e dove io vorrei continuare a lavorare anche durante la
gravidanza.
Mi è stato però detto che nel primo trimestre tutti gli spostamenti
(di qualsiasi tipo, anche treno oltre che bici o moto) sono
sconsigliati soprattutto per il fatto che la percentuale di aborto
spontaneo è molto più alta in quel periodo. Io ho sempre viaggiato senza problemi, però ora questa cosa mi
preoccupa un bel po’, nemmeno è mia intenzione però rinchiudermi per
9 mesi.
Anche se è presto, il ginecologo ha detto che tutto è a posto, il
cuore batte regolarmente e non c’è nessun tipo di anomalia.
Non so ancora se per il parto torneremo in Italia, in tal caso fino a
quando si può viaggiare e in quella fase quali e quanti rischi ci sono?
Molte grazie per la Sua Disponibilità

Non è il viaggio in sé ad aumentare i rischi di aborto. Piuttosto vanno
valutate le difficoltà in caso di complicazioni durante un lungo viaggio
e/o in paese straniero dove l’assistenza medica non è pari alla nostra.
Per lo stesso motivo io sconsiglio viaggi particolarmente lunghi e le
vacanze nelle piccole isole, dove i trasporti con la terra ferma di notte si interrompono. Quindi non troverà nessuno che possa farle la previsione se durante il viaggio lei starà bene o no, perché ha i
medesimi rischi di qualunque altra gravida. Tocca incrociare le dita più che affidarsi a fantomatiche percentuali. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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Specializzazione

  • Ginecologo