Anonimo

chiede:

Buongiorno, Le scrivo per cercare di risolvere qualche dubbio. Ho 32 anni, con un rapporto stabile e meraviglioso. Da un anno conviviamo. Siamo due musicisti, ma siamo fortunati perché facciamo parte di quei pochi che riescono a vivere della propria arte. Riusciamo a pagare l’affitto, le rate delle due auto, non rinunciamo ad una cena a ristorante, all’educatore ogni settimana per il nostro cane… ma poche volte parliamo di bambini… nonostante i nostri genitori non aspettino altro che diventare nonni. Abbiamo due storie familiari diverse alle spalle. I miei genitori insieme da 35 anni ed ancora innamoratissimi, i genitori del mio compagno separati, la madre riaccompagnata ha avuto un altro figlio ed è rimasta nuovamente da sola. Il mio compagno si occupa di questo fratellino di 13 anni come se fosse suo figlio, per evitare che come lui soffra la mancanza di un padre totalmente assente. Più volte mi ha detto che si fa un figlio quando si è sicuri che i genitori staranno insieme per sempre e soprattutto quando ci si sente artisticamente realizzati, perché non si può essere dei bravi genitori se non si sono realizzate le proprie ambizioni. Entrambi siamo continuamente alla ricerca di qualcosa di più… ma credo sia normale per chi come noi, ha dedicato tutta la propria vita alla musica. Fino ad oggi ho pensato che non necessariamente una coppia ha bisogno di figli, ma mi capita di guardare con invidia le mie amiche che hanno partorito da poco. Se provo a guardarmi dentro… e faccio un’analisi sincera… mi accorgo che i miei timori più grandi derivano dalla paura di non mettere al mondo un bimbo sano. Mi hanno diagnosticato una tiroidite autoimmune che peggiora ormai da 10 anni, ho gruppo sanguigno 0rh neg con un compagno positivo, ed i medici che continuamente mi ricordano di chiamar loro immediatamente in caso di gravidanza e so bene che in caso gravidanza dovrei fare molte cose affinché il mio bimbo sia sano rispetto a una donna che non ha i miei problemi. È come se tutte queste cose mi frenassero… ma oggi mi sono fatta delle domande: “devo continuare ad aspettare e sentirmi pronta? Sono disposta a vivere senza un figlio? E se con l’andare del tempo il mio stato di salute peggiorasse con ancora più rischi per il bambino… forse è meglio pensarci subito?”. Forse Le ho dato un milione di notizie inutili, forse non so nemmeno per quale motivo Le ho scritto… ma sentivo semplicemente il bisogno di farlo! Grazie infinitamente per avermi dedicato il Suo tempo!

Buongiorno, dice “oggi mi sono fatta delle domande” che meritano di essere ascoltate; forse è proprio questo che l’ha spinta a scrivere (“non so nemmeno per quale motivo Le ho scritto… ma sentivo semplicemente il bisogno di farlo”). Visto che il progetto procreativo è un progetto della coppia – e non di altri (“nonostante i nostri genitori non aspettino altro che diventare nonni”) – potreste intraprendere una consulenza insieme, finalizzata a comprendere ed esplicitare bisogni, desideri e paure di entrambi al fine di una scelta consapevole. Saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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