Una delle complicanze che possono sorgere durante la gravidanza, anche se raramente, è la comparsa del diabete gestazionale, provocato da un eccesso di zuccheri nel sangue (cioè un’elevata glicemia).

Se la maggiore quantità di zuccheri viene trasmessa al feto può provocare alcuni disturbi, come un eccessivo peso alla nascita o una eccessiva presenza di tessuto adiposo.

Per prevenire il diabete gestazionale è utile adottare alcuni accorgimenti riguardo lo stile di vita: tenere sotto controllo il peso corporeo, ridurre il consumo di zuccheri semplici e compressi, praticare adeguata attività fisica e sottoporsi ai controlli di routine.

Tra questi si trovano proprio gli esami volti a misurare la presenza di zucchero nel sangue: la curva glicemica, o curva da carico di glucosio (OTT) e – un tempo – anche la minicurva da carico di glucosio. Vediamo in cosa consistono.

Curva glicemica: cos’è e quando farla

L’esame per la misurazione della glicemia del sangue o curva glicemica (OGTT) viene prescritto di routine tra la 16^ e la 18^ settimana di gravidanza in presenza di fattori di rischio (familiarità con il diabete, sovrappeso o obesità) oppure tra la 24^ e la 27^ settimana di gravidanza in condizioni normali.

Consiste in tre prelievi di sangue che vengono eseguiti a distanza l’uno dall’altro: il primo viene eseguito a digiuno, il secondo e il terzo a distanza di alcune ore, dopo l’assunzione di una bevanda a base di acqua e zucchero.

Per la sua precisione la curva da carico di glucosio ha definitivamente sostituito un altro esame, la minicurva, che veniva eseguito fino a pochi anni fa in caso di una elevata presenza di glicemia o nel caso di familiarità con il diabete. I valori normali della curva glicemica in gravidanza sono:

  • 0 minuti (a digiuno): fino a 92 mg/dl
  • 60 minuti (dopo la somministrazione della bevanda): fino a 180 mg/dl
  • 120 minuti: fino a 153 mg/dl

Le Linee guida per la gravidanza fisiologica del Ministero della salute indicano chiaramente quali sono gli esami da fare per individuare il più precocemente possibile la presenza di diabete:

Al primo appuntamento in gravidanza, a tutte le donne che non riportano determinazioni precedenti, va offerta la determinazione della glicemia plasmatica per identificare le donne con diabete preesistente alla gravidanza. Sono definite affette da diabete preesistente alla gravidanza le donne con valori di glicemia plasmatica a digiuno ≥126 mg/dl (7,0 mmol/l), di glicemia plasmatica random ≥200 mg/dl (11,1 mmol/l), di HbA1c (standardizzata ed eseguita entro le 12 settimane) ≥6,5%. Indipendentemente dalla modalità utilizzata, è necessario che risultati superiori alla norma siano confermati in un secondo prelievo.

Se anche il secondo esame dà risultati superiori alla norma significa che si è in presenza di diabete, e bisogna quindi attuare tutte le misure necessarie per tenerlo monitorato.

Alle donne che presentano fattori di rischio (diabete gestazionale in una gravidanza precedente, indice di massa corporea superiore o uguale a 30, o valori glicemici tra 100 e 125) viene prescritta una curva da glucosio a 16-18 settimane, da ripetere a 28 settimane se la prima è risultata normale.

Cos’era la minicurva glicemica e i valori di riferimento

L’esame della minicurva o glucose challenge test consisteva nel dosaggio della glicemia nel sangue a digiuno e dopo un’ora dalla somministrazione di una soluzione di glucosio (50 grammi). Valori considerati normali erano 140mg/dl: in presenza di valori superiori si eseguiva comunque la curva completa.

Tra le criticità della minicurva c’era la mancanza di dati esaustivi, poiché i due soli prelievi previsti non consentivano di sapere in quanto tempo il valore del glucosio non tornasse nella norma.

Per questo motivo le Linee guida attuali eliminano l’esecuzione della minicurva glicemica e mantengono la sola curva, riducendo il carico di glucosio somministrato, che è passato da 100 a 75 grammi.

Glicemia alta in gravidanza: cosa fare?

Se i valori della glicemia nel sangue risultano più alti del normale è opportuno innanzitutto modificare il proprio stile di vita, seguendo alcune importanti indicazioni:

  • modificare la propria dieta;
  • praticare attività fisica;
  • se necessario, il medico prescriverà una terapia insulinica (nel 10-20% dei casi)

Se il diabete gestazionale non viene diagnosticato per tempo e monitorato, come indicano le Linee guida “c’è il rischio di un’aumentata frequenza di complicazioni della gravidanza e del parto, come preeclampsia e distocia di spalla”. Da ricordare poi che le donne che hanno sofferto di diabete gestazionale hanno un rischio più elevato di sviluppare diabete di tipo 2 nei 5 anni successivi al parto.

Le donne che sviluppano diabete gestazionale vengono sottoposte a una nuova curva glicemica una volta trascorse 6 settimane dal parto.

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