Anonimo

chiede:

Gentile dottoressa, ho 45 anni, sono felicemente sposata da 16 e ho due splendide figlie, una di 14 e una di 11 anni, svolgo con discreto successo una professione che mi piace. Tutto molto bene, quindi, me ne rendo perfettamente conto. Non ho avuto nessuna difficoltà a restare incinta ed ho portato avanti le due gravidanze senza problemi, continuando a lavorare fino all’ultimo. Il problema nasce proprio dalla scoperta, per me forse un po’ inattesa, che la maternità era per me quanto di più
coinvolgente, emozionante, prezioso, insieme all’abbraccio e all’amore di mio marito.

Subito dopo la seconda figlia, nacque in me un forte e prepotente desiderio di un altro figlio, ma le difficoltà e l’incertezza
professionale di allora hanno frenato mio marito. Consapevole del fatto che un figlio deve essere un progetto comune ai due membri della coppia, ho soffocato e messo da parte questo desiderio, anche se con grandi sforzi. La cosa strana è che quanto più il mio ruolo di madre mi richiedeva sforzi e contemporaneamente mi gratificava, quanto più desideravo ripetere questa esperienza. Poi, per ragioni anagrafiche, ho messo tutto da parte e intanto cominciavo a cercare informazioni su adozioni, affidi, volontariato, insomma mi sembra sia rimasto vuoto una spazio ed inutilizzate delle energie materne e paterne.

Ora i problemi professionali e le incertezze sono superate ma restano i miei 45 anni. Il problema sorge quest’estate, quando per sbaglio resto incinta. Dapprima, il panico, la paura. Poi la gioia per questo regalo inatteso, fino alla decisione di non fare neppure l’amniocentesi o i vili coriali: comunque fosse, era nostro figlio. Alla 9a settimana, l’aborto interno a cui segue
un dolore e una delusione di cui non so capacitarmi. La mia sensazione non è quella di aver perso un embrione forse malformato, ma un figlio desiderato per 10 lunghi anni. In questo periodo solo la bellezza dei pomeriggi trascorsi con le mie figlie sono riusciti ad aiutarmi, ma contemporaneamente questo riaccende in me, vivissimo, il desiderio di un’altra maternità, anche se tardiva.

Pur consapevole di tutti i limiti di una madre di 45 anni e di un padre di 48 (rischio genetico, scarto generazionale, in pratica una specie di figlio unico), non riesco a sopire questo desiderio prepotente. Mio marito sostiene che non essendo io in menopausa, ed essendo una mamma molto mamma, e una donna molto viscerale, è tutto naturale e mi chiede, ora che non abbiamo più difficoltà, perché rinunciare? Ma io mi domando se sia poi così naturale questo desiderio, o se non devo preoccuparmi: forse sto cercando di sfuggire gli anni che avanzano? Prima di perdere il bambino e dopo il primo periodo di panico, neppure il pensiero delle poppate notturne, delle pappe sputacchiate, dei pannolini, mi scoraggiavano. L’unica cosa che in realtà mi dava da pensare era il figlio adolescente con genitori sessantenni: so bene cos’è un adolescente e quante energie richieda.

Che fare? Può essere felice un bambino con due genitori così attempati e due sorelle grandi (erano entusiaste all’idea)? Mio marito sostiene che il bambino lo desidero e forse sono disposta a correre i rischi del caso, ma un po’ me ne vergogno e forse non ha tutti i torti. Capisco che può apparire ridicolo ma non riesco a darmi pace.

Gentile Signora, non credo assolutamente che quello che lei racconta di sé e della sua famiglia possa essere ridicolo. È un desiderio profondo, ponderato, che l’accompagna da molti anni e che adesso anche suo marito, se ho capito bene, condivide. È un grande amore materno e paterno che vi sentite pronti ad offrire nuovamente ad un bambino, nonostante l’età, la maggiore fatica fisica che comporta, gli eventuali rischi genetici. È semplicemente un grande atto di amore che sentite di essere in grado di fare. Credo che gli scrupoli e le domande che vi ponete siano più che legittimi. Ma proprio perché non mi pare che lei e suo marito vi nascondiate dietro ad un dito, ma anzi, siate perfettamente consapevoli delle difficoltà che un figlio con genitori “anziani” e sorelle molto più grandi può incontrare, credo saprete anche cercare e trovare le risposte a quello che la vita con un nuovo figlio via via vi porterà ad affrontare.

La differenza di età con le sorelle sarà tanta, ma non incolmabile, potrete offrire a questo bambino due genitori amorevoli, consapevoli, responsabili, con tanta esperienza alle spalle, due sorelle maggiori che aiuteranno sia voi che il nuovo fratellino, una famiglia unita. Si fidi del suo istinto, dei suoi desideri più viscerali, non mi pare, leggendo le sue parole, che si tratti di un semplice capriccio o di un modo per negarsi gli anni che passano, ma di un desiderio molto reale. Se si sente in grado, come mi sembra, di affrontare questo nuovo viaggio, con il sostegno della sua famiglia, la invito a partire!

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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