
Quali esami fare in gravidanza e quando: il calendario completo
Esami in gravidanza: il calendario completo delle analisi e delle indagini cui sottoporsi durante la ...
Tra gli esami a cui ci si sottopone in gravidanza, quello dell'uricemia è fondamentale perché può aiutare a prevedere complicazioni, come ipertensione, diabete e preeclampsia. Ma quali sono i sintomi e le conseguenze di valori bassi o troppo alti?
L’uricemia è la misurazione di acido urico nel sangue. Questo è a sua volta il prodotto finale di trasformazione delle purine, le molecole che costituiscono gli acidi nucleici (DNA, RNA). Circa la metà dell’acido urico che il nostro organismo produce viene quotidianamente eliminato con le urine.
Bassi livelli di uricemia vengono riscontrati meno spesso rispetto a quelli alti, e raramente sono considerati motivo di preoccupazione. L’abbassamento dell’uricemia è inoltre una condizione fisiologica in gravidanza.
L’esame avviene attraverso un semplice prelievo di sangue a digiuno. I valori normali sono generalmente inferiori a 5,7 mg/dl per la donna, 7,0 per l’uomo e 8,5 se superati i 65 anni.
Un’uricemia bassa non ha rilevanza clinica, se si eccettuano casi di rare condizioni patologiche. Ma alti livelli di acido urico (iperuricemia) possono avere conseguenze patologiche. Solitamente indicano che l’acido si è depositato nelle articolazioni, provocando un’infiammazione chiamata gotta (una forma di artrite).
I medici prescrivono l’esame, come spiega l’Istituto superiore di Sanità, in presenza di alcune condizioni:
L’iperuricemia può essere provocata da un’eccessiva produzione di acido urico da parte dell’organismo oppure da una compromessa capacità dei reni di eliminarlo attraverso le urine. In ogni caso, la maggiore concentrazione di acido urico può dipendere da una serie di fattori:
L’alimentazione incide in modo piuttosto lieve sulla quantità di acido urico nel sangue. Per tenere a bada l’uricemia è comunque consigliabile limitare il consumo eccessivo di carne.
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In particolare bisognerebbe evitare i cibi grassi, le carni rosse, le bevande alcoliche, e soprattutto le grandi “abbuffate”. Spesso infatti gli attacchi di gotta (ricorrente artrite infiammatoria) fanno seguito a pasti molto abbondanti.
Un’uricemia leggermente più alta è del tutto normale durante le mestruazioni. In gravidanza invece, valori alti di acido urico non sono da sottovalutare. In particolare nelle prime 20 settimane di gravidanza, l’iperuricemia è associata a un maggiore rischio all’ipertensione gestazionale e al diabete gestazionale. Può essere inoltre sintomo di una lieve preeclampsia.
Le cause dell’ipouricemia (bassi valori di acido urico nel sangue) sono molteplici e non riconducibili a un’unica condizione clinica o fisiologica. Valori bassi sono comunque meno comuni rispetto all’iperuricemia, e raramente devono far preoccupare. Possono ricondursi a fattori disparati:
In caso di uricemia bassa, i sintomi solitamente non sono ravvisabili. Soltanto nelle forme più serie si possono riscontrare perdita di energia, inappetenza, nausea o febbre.
Durante la gravidanza non è possibile riferirsi ai valori standard di laboratorio. Un leggero abbassamento dei livelli di acido urico è infatti una condizione assolutamente normale.
Ciò non toglie che l’esame dell’uricemia sia fondamentale per evitare complicazioni in gravidanza. Lo dimostra uno studio condotto su 206 donne alla prima gravidanza, affette da ipertensione gravidica, che sono state sottoposte a vari esami, compreso quello dell’uricemia.
Dal confronto dei dati è emerso che l’esame dell’uricemia avrebbe correttamente segnalato la patologia nell’87,7% delle donne che hanno poi sviluppato una forma di preeclampsia, e avrebbe correttamente segnalato la sua assenza nel 93,3% di donne che non l’hanno sviluppata.
Il test è risultato predittivo anche delle nascite di bimbi prematuri.
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