
Cosa sapere sulla laringite, una condizione comune nei primi anni di vita e che colpisce prevalentemente i bambini maschi.
Tra i fenomeni che colpiscono i bambini le cosiddette placche alla gola richiedono accorgimenti mirati, per evitare trattamenti inutili e controproducenti. Scopriamo quali sono.
Per questo motivo abbiamo intervistato il dottor Francesco Andolina che, anche in qualità di pediatra, ci ha chiarito alcuni importanti aspetti del fenomeno delle placche alla gola che si manifestano nei bambini. La prima cosa da fare è chiarire come «più che di placche alla gola parliamo di faringotonsillite purulenta».
Sulle cause della formazione delle placche in gola nei bambini è necessario specificare come, al di là di quanto troppo spesso si pensi, non ci siano solo cause batteriche. Il dottor Andolina, infatti, sottolinea come:
Molti pensano che sia sempre legata ad un’eziologia batterica, in particolar modo allo streptococco. In realtà le classiche placche, che sono un essudato purulento, possono essere determinate tanto da un’eziologia batterica che virale. Quindi non dobbiamo pensare che la faringotonsillite con le placche sia necessariamente batterica.
Questa informazione è importante perché «spesso siamo portati a chiedere al pediatra, o a ricorrere autonomamente, all’utilizzo dell’antibiotico». È sbagliata questa prassi? «Nel 65% dei casi la faringotonsillite, a prescindere dall’età, è causata da virus; il 30% dei casi sono batteri e nel 5% dai funghi».
Come fare per riconoscere la causa della faringotonsillite?
Sulla base della sintomatologia o di quello che vediamo, non possiamo capire se la faringotonsillite è virale o batterica. L’unico modo per definire se è l’una o l’altra è fare un tampone faringeo.
Il tampone faringeo è l’unico strumento per individuare le cause della faringotonsillite?
Il tampone faringeo è molto abusato e va fatto solo se c’è un’indicazione particolare e solo nel caso in cui il tampone è positivo per lo streptococco, a quel punto si fa il trattamento antibiotico. Oggi in realtà in ambulatorio possiamo utilizzare anche i test rapidi, che sono pratici e facili da utilizzare. Questo test nel giro di pochi minuti ci dice se c’è lo streptococco oppure no.
Visivamente le placche in gola sono delle piccole vescicole riconoscibili per il caratteristico colore bianco e grigiastro. Sono individuabili nella parte posteriore della gola, il più delle volte sulle tonsille, ma a volte anche sull’ugola e sul palato molle.
Cosa sapere sulla laringite, una condizione comune nei primi anni di vita e che colpisce prevalentemente i bambini maschi.
Dottor Andolina, quali sono i sintomi con i quali riconoscere o sospettare la presenza di una faringotonsillite nei bambini?
La sintomatologia classica è quella della febbre con il mal di gola, la faringodinia. In altri casi possiamo avere una maggiore difficoltà ad alimentarsi, un abbassamento del tono della voce e, ovviamente, il rossore alla gola e l’essudato bianco, ovvero quelle che vengono definite le placche purulente. I bambini spesso hanno un aumento del volume dei linfonodi.
La presenza delle placche in gola nei bambini non ha particolari conseguenze.
Nella stragrande maggioranza dei casi, essendo virali, non abbiamo complicanze. A parte la sintomatologia acuta, che si risolve con l’adeguato trattamento antinfiammatorio, che può essere dato dall’ibuprofene o dal paracetamolo, superato il fatto acuto non c’è più nessun problema.
Discorso a parte, invece, meritano le cosiddette complicanze della faringotonsillite.
Le complicanze possono cambiare. Nel caso della faringotonsillite virale, fatto il dovuto trattamento antinfiammatorio, si risolve facilmente. Nel caso della faringotonsillite batterica da streptococco, se non trattata correttamente con adeguata terapia antibiotica, può dar vita sia a complicanze immediate, che vengono definite complicanze suppurative, che a complicanze a distanza.
Le complicanze immediate possono essere «un’otite, una sinusite oppure si può sviluppare anche un ascesso», mentre nelle complicanze a distanza, quelle più temute dai pediatri, esse «sono rappresentate dalla malattia reumatica, glomerulonefrite acuta e dall’artrite, ma si tratta di complicanze estremamente rare».
Dottore, come si cura la faringotonsillite, quali sono i rimedi da porre in atto?
Il trattamento antibiotico va fatto necessariamente proprio per evitare che se è lo streptococco il responsabile di quella faringite, si possano avere, anche se è una piccola percentuale di casi, delle complicanze a distanza importanti.
Questa malattia è contagiosa?
Come tutte le malattie infettive, soprattutto in età pediatrica, sono molto contagiose. Basti pensare che i bambini all’asilo stanno a stretto contatto tra loro e la trasmissione di saliva e goccioline di saliva è frequentissima. I bambini si scambiano i giocattoli, si portano tutto in bocca e questo è altamente diffusivo.
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Ci sono particolari attenzioni che i genitori possono mettere in atto per prevenire la formazione delle placche in gola nei loro bambini? «Precauzioni non ce ne sono. L’unica attenzione è quella, in presenza di un bambino che è affetto da una faringotonsillite, di tenerlo a casa per salvaguardare tutti gli altri»
In conclusione abbiamo voluto domandare al dottor Andolina di salutarci dandoci alcune indicazioni preziose che i genitori devono tenere a mente quando sospettano o verificano la presenza delle placche alla gola nei loro bambini. Queste indicazioni riguardano l’automedicazione, il tampone faringeo e il Titolo Antistreptolisinico (TAS).
Perché bisogna evitare l’automedicazione?
Appena vediamo le placche alla gola non dobbiamo dare assolutamente l’antibiotico. Questo è il primo messaggio e anche quello più importante. L’antibiotico deve essere ad appannaggio esclusivo del pediatra eventualmente dopo che ha fatto il tampone.
Prima ci ha spiegato come il tampone faringeo sia molto abusato, ci può spiegare il motivo e cosa è invece consigliato fare?
Il tampone faringeo non va fatto in assenza di sintomi o come autoprescrizione. Non è raro che i genitori facciano il tampone faringeo autonomamente per verificare se c’è lo streptococco. Nel 30% dei casi lo streptococco è presente nella gola e non dà nessun problema.
Il risultato del tampone faringeo può quindi essere positivo, ma non perché vi è una faringotonsillite e quindi il trattamento antibiotico, oltre che privo di indicazione medica, è anche inutile se non dannoso.
Similmente a quanto detto per il tampone faringeo anche il Titolo Antistreptolisinico, molto spesso utilizzato in questi casi, richiede una particolare attenzione.
Molto spesso, proprio per la paura delle placche alla gola, si fa un esame, il Titolo Antistreptolisinico. In presenza di un valore alto molti genitori iniziano un trattamento antibiotico. Il TAS non dà assolutamente nessun tipo di indicazione e informazione. Ci dice soltanto che il soggetto è venuto a contatto in passato, in qualunque momento della sua vita, con lo streptococco, ma non significa che ce n’è in atto e non significa che quello streptococco sia patogeno e possa determinare delle complicanze.
Uno dei problemi maggiori del fenomeno delle placche alla gola è quindi legato all’uso corretto e consapevole degli antibiotici. Più volte, anche la stessa Società Italiana di Pediatria, è stato denunciato il fenomeno della resistenza agli antibiotici anche da parte dei neonati. Dottor Andolina, com’è possibile?
Le placche alla gola in passato sono state legate a un abuso enorme di antibiotici. E oggi vediamo anche i danni di questa somministrazione ingiustificata. Questo perché si sono create tante resistenze, perché spesso quando utilizziamo gli antibiotici non funzionano più perché il bambino ne ha presi tanti e i germi sono diventati resistenti e questo genera gravi conseguenze.
Il consulto del pediatra è quindi fondamentale non solo per curare il singolo fenomeno, come possono essere le placche alla gola, ma anche per prevenire problemi maggiori in futuro.
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